Foto e contenuto dei post sono di proprietà dell'autrice.

Riproduzioni, anche parziali, necessitano di autorizzazione preventiva.

mercoledì 26 febbraio 2014

Kebab di tacchino fatto in casa, con salsa allo yogurt: ricetta dietetica

Per gli amanti del kebab proponiamo una versione da fare a casa, che forse non eguaglia la versione allo spiedo, ma accontenterà di certo il vostro gusto!

Kebab di tacchino con salsa allo yogurt

Ha poche calorie questo secondo di carne, e prendo due piccioni con una fava: faccio contenta mia moglie, e mi godo il piatto anche io. Questo è un tipico esempio di come una ricetta leggera possa essere preparata con (buon) gusto e accuratezza. Non ne convenite anche voi?
Provate, e fatemi sapere.

Enjoy, Zenzero.

Kebab di tacchino con salsa allo yogurt

ingredienti

Per due-tre persone:



Per la salsa allo yogurt:

  • 125 ml di yogurt compatto greco
  • tre o quattro cetriolini sottaceto sgocciolati e sciacquati
  • sei foglioline di menta fresca
  • un pizzico di aglio in polvere
  • sale
  • qualche goccia di tabasco


preparazione

Cuocete la coscia di tacchino, o al forno o in pentola a pressione (l'ideale sarebbe al barbecue, ma questa è una ricetta... casalinga).

Disossatela, privatela della pelle, e sfilacciate la sua carne.

In una padella antiaderente molto calda, versate il cumino o il ras el hanout in modo da farne uscire gli olii essenziali e renderli più aromatici.

Versate quindi gli sfilacci di carne, su fuoco vivace, fino a renderla un po' croccante e dorata.

Nel frattempo (ancora meglio se riposa qualche ora) preparate la salsa allo yogurt:
tritate i cetrioli e la menta, mescolando poi tutti gli ingredienti e mettendo in frigo.

Servite la carne con la salsa di accompagnamento e delle verdure fresche, come pomodoro, insalata verde, carote.


-----------
© Melazenzero. Immagini e contenuti sono protetti da copyright. Si prega di non utilizzare le immagini senza previa autorizzazione. Se si vuole ripubblicare questa ricetta o i concetti espressi nella descrizione, si prega di ri-scrivere la ricetta con parole proprie, e porre sempre e comunque un link a questo post per la ricetta.


lunedì 24 febbraio 2014

Torta Devil (a modo mio): base soffice al cioccolato con ganache cioccofondente

"She, Devil". Era un film, ma si accompagna bene a questa torta di quattro strati, che alterna una base cacao sofficissima a una ganache al cioccolato fondente. Lei è la mia Torta Devil.

Torta Devil

Avevo i migliori propositi di prepararla come nell'originale, ma non ce l'ho fatta: la base della Devil ha troppo burro. Avevo, dal canto mio, un'ottima base per torte da farcire, la famosa torta all'olio e acqua che utilizzo spessissimo perché molto facile, versatile e priva di lattosio.

Torta Devil

E' bastato unire un paio di cucchiai di cacao amaro eccellente (lo so, lo sto scrivendo ovunque ma è davvero molto importante perché è quel che dà il sapore dalla torta) e ho ottenuto il risultato che volevo.

devil interno

E' la seconda torta che ho preparato per il compleano di mia madre, insieme alla Pistacchiosa (ve la ricordate?). Come vi avevo raccontato, la povera Devil è stata adombrata dalla bellezza e dalla bontà del pistacchio, ma vi assicuro (e le foto lo raccontano) che il giorno dopo è stata più che apprezzata!

devil Collage

Se amate il cioccolato non potete non provare la Devil: è facile ed è davvero golosa.

Enjoy, Mela.

ingredienti

Per la base al cacao sofficissima "olio&acqua"
(tre tortiere da 22cm)
  • 200 grammi di zucchero
  • 250 grammi di farina 00
  • 130 grammi di acqua (se si mette il latte al posto dell'acqua il risultato non è lo stesso)  
  • 130 grammi di olio di semi (col burro non è altrettanto soffice)
  • 3 uova medie
  • una bustina di lievito
  • rum 
  • scorza di mezza arancia non trattata 
  • 2 cucchiai di cacao amaro di primissima qualità
Per la ganache al cioccolato:
  • 500gr di cioccolato fondente (55%min.)
  • 500gr di panna fresca
Per la bagna:
  • liquore a vostra scelta
  • acqua
    in alternativa: 
  • latte
preparazione

Preparate la torta un giorno prima e cominciate dalla crema che avrà bisogno di qualche ora per rassodare.

Preparate la ganache di copertura 
(almeno mezza giornata prima).

In un pentolino portate a bollore la panna con il cioccolato a piccoli pezzi.
Mescolate continuamente per favorire lo scioglimento del cioccolato.

Togliete dal fuoco e mettete in luogo fresco finché non si raffredda, mescolando ogni 10 minuti.
Una volta freddo, se non ancora rassodato ponete in frigo.
Dovete ottenere una consistenza cremosa e morbida.

Preparate la base al cioccolato.

Mettete in una planetaria con gancio a frusta lo zucchero e le uova, e montate fino a farle diventare spumose.

Unite -con fruste accese a bassa velocità- l'olio a filo , l'acqua, il rum (o altro liquore a vostra scelta), la farina poco alla volta, il lievito setacciato ed infine il cacao amaro.

Il composto risulterà piuttosto liquido: è questo il segreto della sua morbidezza.

Ungete tre stampi da 22 cm e versatevi il composto dividendolo in parti uguali.

Cuocete in forno caldo (180°) per circa 45 minuti. Vale la prova stecchino.
Lasciate nello stampo finché la torta non è fredda.

Assemblate il dolce.

Se è necessario, ripulite i tre dischi da parti sollevate o sporgenti, livellandoli.

Mettete il primo dei tre dischi su un piatto e bagnatelo con del liquore diluito in acqua o con del latte.

Versate una parte di crema ganache al centro e livellate un po', senza arrivare fino ai bordi.

Poggiate il secondo disco e fate una leggera pressione dal centro verso i bordi per livellare la crema.

Bagnate anche il secondo disco e fate lo stesso con la crema.

Ricoprite con il terzo disco, bagnetelo, ed utilizzate tutta la crema rimasta per ricoprire l'intera torta, compresa la superficie laterale (sarà utile un piatto rotante ed una spatola liscia e stretta).

Potete livellare la superficie del dolce, oppure, come me, lasciarla increspata per ottenere l'effetto "onda".



-----------
© Melazenzero. Immagini e contenuti sono protetti da copyright. Si prega di non utilizzare le immagini senza previa autorizzazione. Se si vuole ripubblicare questa ricetta o i concetti espressi nella descrizione, si prega di ri-scrivere la ricetta con parole proprie, e porre sempre e comunque un link a questo post per la ricetta.

martedì 18 febbraio 2014

Torta al pistacchio farcita con crema di pistacchio: un' "apoteosi pistacchiosa" (ricetta senza glutine)

La descrizione di questa torta è molto semplice: tre strati di base al pistacchio sofficissime alternate a tre strati di crema pasticciera al pistacchio, e decorata con crema pistacchio e granella. Il sapore, invece, è davvero indescrivibile, e la sua eleganza davvero notevole. Chiamarla solo "torta al pistacchio" non basterebbe: è pistacchiosissima.

Pistacchiosa: torta al pistacchio con crema al pistacchio

Per il compleanno di mia madre, un anno fa, avevo giurato che non avrei più fatto torte. Ho una famiglia molto "critica", di quelle che "te lo dico per migliorare, non ti offendi vero?". Avete capito.
Ho giurato per un anno, ma alla fine non ce l'ho fatta. E ne ho fatte non una ma due.

Perché due? Mia figlia (lo dico quasi con vergogna) non mangia il pistacchio. Scandalo.
In una famiglia in cui anche gli stipiti delle torte farebbero a botte per averlo, lei non lo gradisce.
Coraggio, mi dico, è piccola e cambierà idea. Ma intanto ci voleva un'alternativa...

Se avessi dovuto farlo solo per lei avrei dovuto scegliere una torta con crema e frutta. Invece ho ascoltato i consigli della festeggiata, nonché mia madre, che mi aveva imposto "niente frutta, a me non piace la frutta sui dolci!". E qualche giorno prima mi aveva anche chiesto un dolce al cioccolato... E così ho scelto una Devil.

Pistacchiosa: torta al pistacchio con crema al pistacchio

Inutile dirlo, la pistacchiosa superava la Devil 5 a 0. La povera Devil era superlativa, ma non poteva reggere il confronto con uno dei nostri ingredienti preferiti.

La ricetta della base è di Ginestra: il nome apoteosi al pistacchio è suo. Non ci sono parole per commentarla, è per-fe-tta. Soffice, delicata, mantiene la struttura, e sa tantissimo di pistacchio.

La crema è ispirata ad un ricetta di eCucinando: è una pasticciera soda (metodo Montersino) a cui ho aggiunto della pasta di pistacchio naturale (quella che si ottiene frullando i pistacchi finché non hanno una consistenza cremosa); questa pasta pistacchio (che non è la "nutella") si trova anche in commercio, purché non scegliate quella con altri ingredienti aggiunti (tipo olio o zuccheri: deve avere solo pistacchi). Leggete l'etichetta.

Pistacchiosa: torta al pistacchio con crema al pistacchio

La scelta tutta-pistacchio non è lasciata al caso: ho provato vari abbinamenti per questa torta (base cioccolato, o crema al cioccolato bianco) ma nessuna esalta il sapore del pistacchio come questo. Il pistacchio ha un sapore intenso ma nello stesso tempo delicato, soprattutto se come me non usate aromi artificiali, e basta poco a coprirlo rendendo la base completamente "anonima". Una crema diversa cambierà il sapore del vostro dolce. Se volete un dolce al pistacchio, considerate questa torta come tante sfumature dello stesso sapore. Godetevela.

ingredienti

Per la base al pistacchio senza glutine
(tortiera da 18 cm alta o 22 cm bassa)
  • farina di pistacchi, 126gr
  • maizena, 36gr
  • lievito per dolci, 7gr
  • zucchero semolato, 90gr
  • uova, 4 medie
  • olio di semi, 90gr
  • cannella, un pizzico
  • rum, 1 cucchiaio
Per la crema pasticciera al pistacchio senza glutine
(versione soda per torte farcite)
(dose per questa torta: per una più grande vanno ricalcolate le dosi)
  • latte, 500ml
  • zucchero, 60gr
  • maizena, 70gr
  • tuorli, 60gr
  • i semi di mezza bacca di vaniglia
  • pasta pistacchio, 100gr
Per decorare:
  • crema pistacchio tipo nutella, due cucchiai colmi
  • granella di pistacchi
  • rum o latte per la bagna


preparazione

Con questa torta servite 6-8 persone.
Dovete prepararla con un giorno di anticipo.
 
Preparate la base al pistacchio.

Montare gli albumi a neve fermissima con  un pizzico di sale e tenere da parte in frigo.

Setacciare in una ciotola l'amido di mais, il lievito, il pizzico di cannella, la farina di pistacchi.

Montare i tuorli con lo zucchero per almeno 10 minuti, finché non sono bianchi e "scrivono" (sollevando la frusta lasciano una riga visibile come se poteste scrivere).

Aggiungere poco per volta le farine e l'olio a filo, alternandoli.
Continuare a montare fino ad esaurire gli ingredienti.

A questo punto togliete la ciotola dalla vostra planetaria, usate una spatola, e con un movimento dall'alto in basso e ruotando la ciotola su se stessa incorporare gli albumi, in 3 riprese, senza smontarli.

Imburrate uno stampo. Il mio era uno stampo da 18 cm di diametro, apribile, con altezza 10cm, e l'impasto lo ha preso tutto. La torta non cresce moltissimo, quindi se userete uno stampo più grande la torta sarà più bassa.

Le dosi per uno stampo da 24cm di diametro sono:
farina di pistacchi 224gr
maizena, 64gr
olio di semi, 160gr
zucchero, 160gr
uova medie, 6
lievito, 8gr
cannella
rum

Infornate in forno già caldo a 160°, cuocete per un ora o più a seconda del forno. Fate la prova stecchino.

Trascorsa l'ora, lasciate raffreddare prima di sformare, rovesciate su una granella per dolci e tenete da parte finché non è completamente fredda.

Nel frattempo preparate la crema per la farcia.

Mettete in un tegame antiaderente il latte e i semi di vaniglia.
Ponete su fuoco dolce.

Montate a parte i tuorli con lo zucchero finché non sono gonfi e spumosi.
Mescolateli delicatamente all'amido finché non sono uniformi.

Al primo tremore del latte unite la crema di tuorli, attendete che si addensi se necessario mescolando con una frusta.

Togliete dal fuoco un attimo prima che sia troppo soda perché raffreddando rassoderà ancora.
Fate raffreddare brevemente, quindi unite la pasta pistacchi e mescolate.
Fate raffreddare completamente.

Montaggio del dolce.

Ottenete dalla torta tre dischi di uguale spessore.

Bagnateli secondo il vostro gusto, cercando di non caratterizzare troppo la bagna che poi si sentirà troppo: va bene del latte, oppure acqua, zucchero ed un po' di rum.

Mettete il primo strato di torta sul piatto, bagnatelo.

Versatevi uno strato di crema, lasciando un po' di psazio sui bordi, livellate.

Sovrapponete il secondo strato di crema e schiacciate dal centro verso i bordi per distribuire la crema.

Fate lo stesso col secondo strato di torta.

Giunti all'ultimo strato, vi sarà rimasto un piccolo quantitativo di crema.
Mescolatela alla "nutella" al pistacchio (se non vi è rimasta crema potete fare l'ultimo strato solo con questa "nutella") e con delicatezza livellate quello che sarà lo strato più esterno della torta.

Servite il giorno dopo, con riposo in frigo.
Decorate a vostro piacere ma poche ore prima per non fare ossidare la granella di pistacchi.


-----------
© Melazenzero. Immagini e contenuti sono protetti da copyright. Si prega di non utilizzare le immagini senza previa autorizzazione. Se si vuole ripubblicare questa ricetta o i concetti espressi nella descrizione, si prega di ri-scrivere la ricetta con parole proprie, e porre sempre e comunque un link a questo post per la ricetta.

martedì 11 febbraio 2014

Strudel di Mela & Zenzero dell'MTC

Lo strudel è un vortice di pasta che avvolge un ripieno dolce o salato. Lo strudel è uno scrigno che segna l'equilibrio tra la croccantezza e la delicatezza, lo stesso equilibrio che ritroviamo nel suo ripieno. Lo strudel è descritto benissimo da Mari e da Alessandra, perché è la trentaseiesima sfida dell'MTC. Se vi va di partecipare, andate a dare un'occhiata.

Strudel di mela e zenzero

Non sprecherò parole nel descriverlo, perché c'è chi ha parlato dello strudel molto meglio di me. Ho deciso di comentarmi nella ricetta della sfida perché le papille gustative dicevano "siii, siiiii!".
Non ho nessuna pretesa di partecipare: ho seguito la sfida da lontano parecchie volte, e so che se anche mi mettessi a cucinare meraviglie e a descriverle poi con parole sopraffine, sarei costretta a competere con gente molto più brava e fantasiosa di me.
Ma il vero motivo non è questo: non ho la certezza di garantire otto partecipazioni in un anno.

Quindi eccomi qui, solo per non perdermi l'occasione di impiattare un Mela&Zenzero: come avrei potuto, IO, non fare una ricetta così?

Strudel di mela e zenzero


Ok, forse sarà una scelta banale, ma nella nostra vita (nella mia e in quella di Zenzero) banale non è stato: il sapore rotondo della mela, la sua consistenza morbida eppure croccante, e l'originale gusto pungente dello zenzero, agre quanto basta ma non prima di averti sorpreso con la sua freschezza.  
Insieme sono perfetti.

Questi siamo noi, e questa è la nostra ricetta di strudel: semplice, pulita, Mela & Zenzero.


ingredienti

Dal blog di Mari:

Per la sfoglia:
  • 150 g di farina 00
  • 100 ml di acqua
  • 1 cucchiaio di olio extravergine d’oliva
  • 1 pizzico di sale
Per il ripieno:
  • 700 g di mele golden
  • 80 g di zucchero di canna
  • 3 cucchiai di marsala dolce
  • 40 g di noci
  • 30 g di uva passa
  • 30g di nocciole 
  • 1 cucchiaio di granella di amaretto
  • 10g di zenzero candito
  • 1 centimetro di radice di zenzero fresca
  • 70 g di pangrattato
  • 30 g di burro
  • la scorza di ½ limone grattugiata
  • 1 cucchiaino di cannella in polvere
Per terminare:
  • 20 g di burro fuso per spennellare la sfoglia
  • zucchero a velo a piacere per la superficie
  • una dose di crema pasticciera

preparazione
[Ho qualche foto delle fasi di preparazione scattata col cellulare, che prometto di unire al più presto a questo post]

Preparate l’impasto per la sfoglia.
Scaldate l’acqua, deve essere abbastanza calda ma non bollente. Setacciate la farina in un recipiente, aggiungete il sale e l’olio e versate a mano a mano l’acqua calda mescolando. Quando la farina avrà assorbito tutta l’acqua, togliete l’impasto dal recipiente e cominciate a lavorarlo con le mani su una spianatoia per un paio di minuti, fino ad ottenere un impasto morbido, quasi appiccicoso ma che comunque non resta attaccato alla spianatoia o alle dita. Mettete l’impasto a riposare, coperto da un panno umido o da una pellicola, per circa mezz’ora. Nel frattempo accendete il forno e portatelo alla temperatura di 180°C, modalità statica.
Preparate il ripieno.
Mettete a bagno l'uva passa nel marsala.
Fate sciogliere in un tegame il burro e poi fatevi rosolare il pangrattato fino a farlo dorare (attenzione, basta un attimo per passare dallo stadio della doratura a quello della bruciatura). Spegnete il fuoco, versate il pane in un recipiente, fatelo leggermente raffreddare, quindi aggiungete la scorza del limone grattugiata, la cannella e mettete il composto da parte.
Lavate sotto l’acqua corrente le mele, sbucciatele, toglietene il torsolo, tagliatele in quattro e poi ciascun quarto in fettine sottili. Mettete le fettine di mela in un recipiente, aggiungete lo zucchero di canna, i pinoli, le noci spezzettate, le nocciole precedentemente avvolte in un panno e battute con un matterello, l’uva passa e il marsala, lo zenzero candito a piccolissimi pezzi, lo zenzero fresco grattuggiato e mescolate bene il tutto.
Stendete la sfoglia.
Mettete una tovaglia pulita (possibilmente lavata con sapone neutro e ben sciacquata), di lino o di cotone, sopra a un tavolo. Infarinate leggermente la tovaglia, prendete l’impasto e cominciate ad appiattirlo con le mani sopra alla tovaglia, quindi spianatelo aiutandovi con un mattarello. 
Quando la sfoglia comincerà ad essere abbastanza sottile mettete da parte il mattarello, sollevate la sfoglia dal tavolo aiutandovi con le mani e, tenendola con le nocche nella parte sottostante, cominciate a tirarla verso l’esterno facendola girare ogni tanto e facendo attenzione che non si rompa. La sfoglia deve diventare praticamente trasparente. 
Riponetela nuovamente sulla tovaglia, dovreste aver ottenuto una sfoglia quadrata di circa cinquanta centimetri per lato. Siccome i bordi saranno rimasti un po’ più spessi, passate con le dita lungo tutta l’estremità della sfoglia tirando la pasta per assottigliarla.
Disponete sulla sfoglia il composto di pangrattato, quindi sopra ad esso il ripieno di mele, lasciando liberi circa due centimetri di bordo.
A questo punto, aiutandovi con la tovaglia, cominciate a sollevare la sfoglia per arrotolarla sul ripieno. Fate fare un paio di giri, quindi ripiegate anche i due lembi esterni e continuate ad arrotolare fino alla fine.
Riponete la sfoglia in una teglia precedentemente imburrata, io sulla leccarda del forno rivestita di cartaforno, spennellate la superficie della sfoglia con il burro fuso e mettete a cuocere.

A 180° ci vorranno circa trenta/quaranta minuti, ma siccome la cottura dipende molto dal forno, fate attenzione perché la sfoglia non deve diventare troppo scura bensì deve rimanere dorata.
Togliete la teglia dal forno e fate raffreddare lo strudel.
Una volta freddo cospargete di zucchero a velo.
Servite freddo (secondo me è più buono se riposa) accompagnandolo con una pallina di crema.

-----------
© Melazenzero. Immagini e contenuti sono protetti da copyright. Si prega di non utilizzare le immagini senza previa autorizzazione. Se si vuole ripubblicare questa ricetta o i concetti espressi nella descrizione, si prega di ri-scrivere la ricetta con parole proprie, e porre sempre e comunque un link a questo post per la ricetta.

lunedì 10 febbraio 2014

Ciambelle fritte sofficissime, senza patate (come fare un fritto asciutto)

Ciambelle fritte per carnevale, o in Sicilia per Natale, ma anche per san Giuseppe, per i grandi e per i piccoli, insomma, quando volete voi. Un impasto lievitato che si tuffa in olio profondo e bollente, pena un fritto decisamente poco leggero. Ma lo sapete, no? Chi non sa queste cose sulle ciambelle?

Ciambelle sofficissime senza patate

Io ho tempi biblici con le ricette. Non soffro certo di acting out culinari.
Sfoglio molte ricette, mi innamoro di alcune, ma ci metto una vita a replicarle.

Queste sono le ciambelle che io chiamo "di Lori". La ricetta viene dal blog Torte e decorazioni, ed ogni volta che leggevo il risultato, qualcuno giurava che fossero le più soffici del mondo.
E' passato più di un anno da quando le ho scoperte a quando ho deciso di farle. Perché?

Le ciambelle sono come la torta di mele, ognuno ha la sua ricetta. Ed ogni ricetta promette la migliore sofficità del mondo. Come si fa a valutare? Certo, ci possono essere oggettivamente ricette migliori e peggiori, ma c'è anche l'esecuzione che gioca la sua parte...

Io faccio ciambelle da una vita. Mia nonna ha fritto ciambelle per una vita.
Abbiamo sempre avuto una ricetta di famiglia, e ci è sempre sembrata valida. Se qualche anno fa avessi dovuto cambiare la mia ricetta per questa qui, probabilmente avrei preferito farmi tagliare un braccio. Lo stesso avrebbe detto la mia vicina di casa, eh (per la sua, non per la mia ricetta!).
Però con le ciambelle di Lori non ho resistito (e dato che ve lo le racconto, non mi sono pentita!) e ho dovuto provare (si, vabbè, dopo un anno, ma non andiamo per il sottile!).

Ciambelle sofficissime senza patate

In Sicilia abbiamo moltissime ricette di ciambelle, sfinci, frittelle, e via discorrendo. Leggete tra i blog e troverete sempre "la più del mondo". Ma, sempre leggendo tra i blog, fate un giro virtuale per l'Italia e vedrete come le ciambelle si friggono in tutto il Paese, e le ricette non sono poi così diverse. Parliamo di un dolce semplice, povero, con ingredienti alla portata di tutti.

Oggi ci sono varie ragioni che portano a non friggere come una volta: ragioni salutistiche, dietetiche, diverso stile di vita, e non ultima una buona intolleranza per la puzza di fritto in giro per casa.

Ciambelle sofficissime senza patate 

Per me le ciambelle sono un legame fortissimo con l'infanzia, come per molti di voi. Quando ero bambina le mangiavo spesso, e oggi non so dire se il sapore di allora era realmente più buono o è talmente impregnato di affetti e ricordi piacevoli da modificarne la memoria a posteriori.

Oggi però sono cresciuta. Non solo rispetto a quando ero bambina, ma anche rispetto a quando ho cominciato a cucinare. So che c'era un tempo per me in cui il fritto era buono solo perché fa gola, e non sapevo distinguere tra un lievitato fatto bene o male, una frittura eseguita bene o male, e così via.

Oggi penso di capirne un pochino di più (non tutto, ma un po' sì). So cosa devo fare per non caricare una ricetta di lievito di birra ed evitare il mal di pancia. So riconoscere quando un impasto è pronto guardandolo e toccandolo. So che per friggere non devo avere fretta con la temperatura dell'olio, altrimenti tutto sarà zuppo e intriso, e non leggero. Un tempo facevo tutti questi errori.
E soprattutto oggi so come devo scegliere i miei ingredienti perché non mi facciano male (però ho perso un po' la mano nel fare delle ciambelle fighe!).

Con queste consapevolezze, davanti al pentolino dell'olio bollente, rifletto tra me e me sul fatto che fare le ciambelle diventa così un'esperienza molto diversa. Penso a quante ricette sono valide, ma che siamo sempre noi a fare la differenza. Chissà come sarebbe stato, oggi, parlare di questo con la nonna.

ingredienti

Per 10 ciambelline piuttosto grandi, o 20 piccole
  • 250 gr di farina di riso
  • 250 gr di farina integrale
  • 250 ml di latte
  • 2 uova medie
  • 50 gr di zucchero
  • 50 gr di strutto fuso* (se non lo trovate usate del burro)
  • 8-10gr di lievito di birra fresco (o 15-20gr di lievito madre secco)
  • buccia grattugiata di un'arancia e un limone non trattati
  • un tappo di marsala (o liquore a vostra scelta)
  • 3 o 4 gr di sale
  • olio di semi di girasole per friggere
  • zucchero semolato per la copertura
*lo strutto dà agli impasti una particolare sofficità

preparazione

Sciogliete lo strutto e fatelo raffreddare.
Nella ciotola dell'impastatrice (o in un recpiente, se impastate a mano) mettete la farina e la buccia grattuggiata dell’arancia e del limone.
Fate la fontana se impastate a mano.

Mettete al centro il lievito di birra sciolto in un po' di latte tiepido.
Miscelate leggermente con le mani o con il gancio K a bassa velocità.

Avviate l'impastatrice (o cominciate ad impastare) unendo il latte a filo.

Rompete due uova e battetele con una forchetta, quindi unitele poco per volta alla vostra farina alternandole con lo zucchero, in due o tre volte; portate l'impastatrice a velocità 1 (kenwood). Cercate di mantenere l'impasto aggrappato alla foglia prima di inserire altro uovo.

Unite il liquore da voi scelto e il sale.

Aggiungete lo strutto ormai freddo e incordate.

Continuate ad impastare fino ad ottenere un impasto liscio che si stacca dalle pareti e dal fondo della ciotola o dalle mani.

Coprite con un canovaccio (io con pellicola trasparente) e fate riposare in luogo tiepido fino al raddoppio.

Lori fa partire la lievitazione per circa mezzora, poi riprende l’impasto e forma delle palline (10/12), le mette su un vassoio molto infarinato e le copre con pellicola trasparente fino al raddoppio del volume. Io con questo metodo ho fatto fatica a riprendere le palline al momento di friggerle (mia nonna, al raddoppio dell'impasto, scaldava l'olio e strozzava una pallina con le mani, dandole poi la forma che voleva).

Con questo impasto, non troppo molle e appiccicoso, sono riuscita a formare le ciambelle con le mani prima di tuffarle nell'olio (bucandole coi pollici al centro), e poi girandole vorticosamente nell'olio con uno spiedo per qualche secondo, per perfezionare la forma.

Riscaldate l’olio in una pentola profonda (io ne ho utilizzato una piccola e ho cotto le ciambella una massimo due per volta. Ricordate che ogni ciambella abbassa la temperatura dell'olio, quindi non dovrete esagerare nel numero).

Alcune regole imprescindibili per una buona frittura:
  • utilizzate un olio di buona qualità e che ben sopporti le alte temperature: sì all'olio di semi, meglio se di girasole, no all'olio di semi misti che ha temperature di fusione diverse; va bene anche l'olio d'oliva, ma tenete conto che dà ai fritti un sapore più marcato.
  • La quantità di olio deve ricoprire completamente il cibo che friggete: non potete usarne di meno senza compromettere l'omogeneità della cottura.
  • La temperatura corretta si aggira sui 180°; se non avete un termometro, usate un pizzico di farina o una mollica di impasto per tuffarlo in olio e controllare se sfrigola prima di iniziare a friggere. 
  • Se non sfrigola, aspettate: l'impatto del cibo con l'olio bollente forma la crosticina che permette a ciò che cucinate di impermeabilizzarsi all'olio, e quindi di non inzupparsi. E' questo il segreto di una frittura asciutta!
  • Per mantenere la temperatura dell'olio alta e costante, non immergete mai troppo cibo nel vostro tegame: ogni elemento assorbe calore e abbassa la temperatura, con il risultato descritto sopra. Controllate la vostra temperatura man mano che friggete.

Con il pollice, a questo punto, fate il buco alla vostra pallina, ma molto delicatamente, cercando di non farla sgonfiare, e tuffatela nell’olio molto caldo.

Scolate le ciambelle in carta assorbente e rotolatele nello zucchero semolato.
Servite calde o tiepide.


-----------
© Melazenzero. Immagini e contenuti sono protetti da copyright. Si prega di non utilizzare le immagini senza previa autorizzazione. Se si vuole ripubblicare questa ricetta o i concetti espressi nella descrizione, si prega di ri-scrivere la ricetta con parole proprie, e porre sempre e comunque un link a questo post per la ricetta.

giovedì 6 febbraio 2014

"Torta" Brioche fiorita (o brioche celtica o brioche bouclettes): ricetta facile

Un impasto brioche con una formatura fiorita, solo aromi naturali, ed una presentazione ad effetto. Questa ricetta è davvero facile e divertente! Molti l'hanno scambiata per una torta di rose, è in realtà una ricetta meno elaborata, che si presta anche ad eventuali farciture con frutta secca o gocce di cioccolato.

Brioche fiorita (brioche celtica o brioche bouclettes)

Il web, si sa, funziona per mode. Così, quando tra un gruppo di persone si scopre una novità, scoppia la "febbre". Ancora di più è vero se si tratta di lievitati.
Io solitamente sono al di fuori di queste storie (perché non ho tempo, perché sono a dieta, perché non sempre sono capace di eseguire le ricette...) ma stavolta non ho resistito: visto il link è partita la ricerca, e nel giro di due giorni stavo già provando.

Brioche fiorita (brioche celtica o brioche bouclettes)


La ricetta è tratta dal blog Auxdesherazade, ed è una semplicissima brioche (non troppo idratata, con poco burro, di facile esecuzione). Se ne avete una vostra, potete seguire pure la vostra ricetta. Il disegno fiorito, invece, l'ho scoperto sul blog Sucrengrain, e ne sono rimasta parecchio colpita.

Brioche fiorita (brioche celtica o brioche bouclettes)

Sembrava difficile da formare, ed invece è davvero molto semplice. Per ottenere un effetto più bello vi suggerisco di disporre i fiori in uno stampo in questo modo: partite da un fiorellino al centro, e mettetegli gli altri intorno. Fate più "torte", se necessario. E non dimenticate di raccontarmi i vostri tentativi, se decidete di provare!

Brioche fiorita (brioche celtica o brioche bouclettes)


ingredienti
  • 350g di farina w330
  • 150ml di latte 
  • 18gr di lievito madre secco (oppure 9gr di lievito di birra fresco)
  • 2 tuorli (io 45gr)
  • 60gr di zucchero di canna
  • 6gr di sale
  • la buccia di mezzo limone e mezza arancia non trattati
  • 80gr di burro bavarese
preparazione

Pesate in anticipo tutti gli ingredienti.

Versate nella ciotola dell'impastatrice (io Kenwood) la farina e il lievito (sbriciolato se usate il lievito di birra fresco). Aggiungete la scorza degli agrumi grattuggiata.

[Se impastate a mano seguite lo stesso ordine di inserimento degli ingredienti, usate una ciotola ampia, e incordate impastando fino a che il composto diventa liscio e non si appiccica alle vostre mani].

Fate andare qualche giro a minima velocità, quindi unite il latte appena tiepido a filo.

Appena è incordato (impasto liscio e aggrappato alla foglia), unite un tuorlo seguito dalla metà dello zucchero. Incordate. Unite quindi l'altro tuorlo e la seconda parte dello zucchero. Con l'ultimo inserimento unite il sale. Incordate.

Unite il burro a piccolissimi pezzi e molto lentamente, lasciando che l'impasto lo assorba prima di aggiungere il pezzo successivo. Incordate.

Ponete in un boccale appena unto, coprendo con pellicola, fate un segno con un pennarello o con un elastico, e ponete a lievitare in luogo tiepido fino al raddoppio.

Trascorso questo tempo, stendete sulla spianatoia e col mattarello ottenete una sfoglia sottile di circa mezzo centimetro.

Con un coppapasta del diametro di 8-10cm ricavate tanti dischi, multipli di tre.

Raggruppateli a tre a tre, e arrotolateli su se stessi, nella direzione indicata dalla freccia nella foto qui in basso. Quindi con un coltello tagliate ogni rotolino a metà.

brioche fiorita, formatura

Disponeteli in una tortiera rotonda: io ne ho usata una da 22cm di diametro ma crescendo si sono compattate tanto perché non avevano molto spazio. Suggerisco di metterle abbastanza larghe, per un disegno più carino, in teglia da 24 cm di diametro.

Per la disposizione fate così: partite dal centro, e proseguite a giro verso l'esterno. Non importa che siano troppo vicine, ma appoggiate le brioche in modo che si reggano un po'.

Lasciatele fin quasi al loro raddoppio, quindi accendete il forno a 160° e cuocete per 35-40 minuti.
Sformate su una gratella per dolci e fate raffreddare completamente prima di tagliare.



-----------
© Melazenzero. Immagini e contenuti sono protetti da copyright. Si prega di non utilizzare le immagini senza previa autorizzazione. Se si vuole ripubblicare questa ricetta o i concetti espressi nella descrizione, si prega di ri-scrivere la ricetta con parole proprie, e porre sempre e comunque un link a questo post per la ricetta.

lunedì 3 febbraio 2014

Pizza integrale al latticello di bufala con semi di lino e di girasole

Una pizza preparata con farine integrali, a cui ho unito dei semi di lino e di girasole: una pizza tutta-salute! Il sapore è davvero intenso, e le sue proprietà nutritive parecchio elevate. In più, è impastata con un trucchetto suggerito dalla mitica Alessandra: l'acqua di conservazione della mozzarella di bufala!

polpette in crosta

Eccola qui, un esperimento della scorsa settimana, prima che l'influenza ci beccasse tutti in pieno.
Avete presente com'è quando un'intera famiglia si mette a letto con la febbre a 39? Una gara a chi "non ce la fa" più dell'altro. Le cose si accumulano, i pasti si saltano, la casa soccombe, il giorno e la notte sono uguali e interminabili. Un disastro. Niente di grave, ma riconoscerete che demoralizzarsi è facile.

pizza integrale ai semi

Torniamo alla pizza.
Avevo molti dubbi che riuscisse: mi chiedevo come fosse far lievitare farine integrali, e per di più coi semi dentro, ma ho voluto osare.
Vi risparmio il lungo elenco di aspetti che rendono davvero sana questa pizza: troverete in rete le notevoli proprietà nutritive sia dei semi che delle farine.
Vi dico invece che la pizza è buonissima, e non pensavo riuscisse talmente bene! Molto molto soffice, e dal sapore intenso perché le farine integrali sono davvero più gustose. Noi siamo ormai abituati a consumarle e le troviamo decisamente più buone, tanto che a volte la farina "bianca" sembra senza sapore.
I semini sono la marcia in più: la nota croccante nella pizza morbida.

pizza integrale ai semi

Non sono affatto brava nel preparare pizza e pane, ma stavolta sono davvero soddisfatta: anche il giorno dopo era ancora sofficissima, per niente gommosa e davvero digeribile.

Il condimento è, ovviamente, a vostro gusto e nella quantità che desiderate. Noi da un po' usiamo condirla con ricotta fresca mescolata alla mozzarella di bufala strizzata e "strappata", una spolverata di ricotta salata grattugiata, e, una volta sul piatto, qualche fetta di prosciutto crudo. Per finire, un giro di origano siciliano.
Quella qui sotto, invece, su richiesta della nostra Bry, è solo con prosciutto di tacchino e parmigiano grattugiato (è pure leggera in grassi!).

Chi ci prova? Fatemi sapere se anche voi la apprezzate come me!

pizza integrale ai semi

ingredienti

Per due persone (pizza sottile, al piatto): 
  • 360gr di farina integrale di grano tenero
  • 20gr di farina integrale d'avena
  • 20gr di farina integrale di segale
  • 1 cucchiaio di semi di girasole
  • 1 cucchiaio di semi di lino
  • 16gr di lievito naturale secco (o 8gr di lievito di birra fresco)
  • 240gr di latticello di bufala (il liquido contenuto in una confezione di mozzarella)
  • 1 cucchiaino di malto
  • 10gr di olio
  • 8gr di sale
Per condire:
  • 1 mozzarella di bufala
  • ricotta fresca qb
  • ricotta salata grattugiata qb
  • parmigiano grattugiato qb
  • passata di pomodoro 60-70gr
  • sale, olio e origano 
preparazione

Versate in una capiente ciotola (anche quella dell'impastatrice) le farine e il lievito, mescolando tra loro con le dita.
Unite l'acqua della mozzarella, appena intiepidita a filo (se usate il lievito di birra fresco scioglietelo prima in un po' di quest'acqua), e cominciate a impastare con la forchetta.
Unite quindi il malto, l'olio a filo ed infine il sale.
Se invece usate l'impastatrice, utilizzate il gancio K detto foglia (kenwood) e incordate  prima di inserire l'olio, e poi ancora a olio inserito.

Usate una spatola o un tarocco facendo il movimento del ribaltamento in ciotola (in alto a sinistra, dal fondo verso destra, quindi verso la superficie e di nuovo in alto a sinistra).

Arrotondate appena, spolverate con un velo di farina e mettete a lievitare, in ciotola unta di olio e coperta con pellicola trasparente, in un luogo privo di correnti fino al raddoppio.
Al raddoppio,
Spolverate il piano di lavoro con della semola, quindi ribaltatevi l'impasto e allargate a rettangolo senza schiacciare: cercate di spostare l'impasto infilandovi le quattro dita di ogni mano sotto e allargandolo delicatamente verso i lati e dal centro verso l'esterno.

Ottenuto il rettangolo, distribuite i semini, date due giri di pieghe a portafoglio, ovvero piegando a tre. Arrotondate, aiutandovi con una spatola, formando una palla. Coprite a campana per mezzora.

Trascorso questo tempo, oliatevi le mani e stendete l'impasto in teglia abbondantemente infarinata con della semola (infarinate anche se usate della cartaforno perché l'impasto deve scivolare con facilità) con la tecnica spiegata sopra, ovvero cercando di coprire la superficie della teglia senza premere dall'alto con le dita per non sgonfiare l'impasto.
In alternativa dividere nelle pezzature desiderate e stendere sottilmente.
Lasciate lievitare fino al suo raddoppio in altezza.
Accendete il forno alla massima temperatura (io 250°), quindi condite con passata di pomodoro aromatizzata con sale, olio e origano, e infornate senza altro condimento per 10-12 minuti.

Trascorso questo tempo unite la mozzarella precedentemente ben strizzata e altro condimento a vostra scelta, e lasciate cuocere per altri 2 minuti circa, o finché il cornicione della pizza non sarà ben dorato.

Fate raffreddare 10 minuti prima di servirla.

Io, in inverno, ho impastato verso le 13 e ho impiattato verso le 20.

-----------
© Melazenzero. Immagini e contenuti sono protetti da copyright. Si prega di non utilizzare le immagini senza previa autorizzazione. Se si vuole ripubblicare questa ricetta o i concetti espressi nella descrizione, si prega di ri-scrivere la ricetta con parole proprie, e porre sempre e comunque un link a questo post per la ricetta.

www.mammole.it Ticker
E' per questo che ogni tanto latitiamo...