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venerdì 27 febbraio 2015

Lo sport che cura il corpo e la mente: i miei consigli per iniziare

L'attività fisica è indispensabile per la nostra salute, non solo per la nostra silouhette. A volte iniziare da zero è difficile, ma è un regalo importante che facciamo al nostro corpo ma soprattutto alla nostra mente. Allenarsi sviluppa endorfine, e migliora metabolismo e umore per molte ore che seguono il nostro allenamento.

trovata su kalenji-running.com/it


Sono mesi di pioggia battente, nella bella Sicilia. Tra le scuse che da quando è iniziato l'inverno  inventavo a me stessa per giustificare la mia mancanza di allenamento fisico, la pioggia la faceva da padrona. Domenica scorsa (giorno di pioggia incessante, manco a dirlo!) ho detto "io ricomincio: che può succedermi? Mi verrà una febbre o un raffreddore? Poi passeranno e tornerò ad allenarmi con un sistema immunitario migliore".

Dall'inizio di questa settimana ho ricominciato a correre. Sì, a correre.
Non lo avrei mai pensato, eppure è successo: credevo che le camminate veloci sarebbero durate parecchio, dato il lungo periodo di fermo dagli allenamenti (sei mesi).

E invece, già al primo giorno sentivo la voglia prudere sotto le gambe smaniose di correre (ma ho troppa paura dei miei problemi ortopedici e articolari).
Al secondo giorno correvo 15 minuti di fila, al diavolo le articolazioni (si fa per dire)!
Al terzo giorno ero già a trenta minuti.
Ho corso sotto la pioggia, lentamente ma con una felicità enorme.

Non sono del tutto sicura che il mio ragionamento sul raffreddore sia proprio così, ma quel che importa è la mia convinzione nel credere che la pioggia non può farmi alcun male. A volte i "contenuti" esterni sono solo la parte più insignificante che testimonia invece percorsi mentali ben più significativi.

Sarà la volta buona? Ricadrò in stanchezze, fallimenti, rinunce? Chi può saperlo, il domani deve ancora venire. Se c'è una lezione che ho imparato da questi ultimi sei mesi di mancato allenamento (e tanto altro di poco felice) è che non bisogna mai considerarsi "arrivati".
Quel che conta è l'Oggi: oggi sono di nuovo on-the-road, e questo è importante.

Mentre corro il cervello mi va a mille: è come se si creassero infinite connessioni neuronali che mi portano idee fresche e nuove. Alcune sono riflessioni profonde, altre sono ispirazioni appena accennate, ma tanto benefiche.
Sarà che da tempo pratico uno sport che unisce l'attività fisica alla meditazione, una sorta di consapevolezza (mindfullness) unita al movimento sportivo.
E così la forza muscolare si allena insieme a quella della mente.

La corsa, o la camminata, o la marcia veloce (fitwalking per alcuni) sta attirando tantissima gente, perché è uno sport alla portata di tutti, facile ed economico, e si può praticare in tutte le condizioni.

Essendo ormai una veterana di questo esercizio, ecco i miei consigli sull'argomento.

  • Trova il momento migliore nella tua giornata per praticare esercizio fisico, e se possibile mantieni lo stesso orario di allenamento.Io corro al mattino, perché i miei impegni me lo consentono e perché per me è il momento di migliore energia fisica.

  • Bevo abbondantemente ma fino a un'ora prima del mio allenamento: correre con lo stomaco pieno, o peggio ancora con la vescica pressante, riduce di molto le mie prestazioni (questo non significa cercare delle performance migliori ma anche un senso di benessere indispensabile ad ottenere il massimo del beneficio dall'allenamento).

  • Entro tre ore dall'allenamento non mangio cibo grasso o latticini: prediligo cibi naturali, freschi, e di origine vegetale.

  • È importante procedere gradualmente, e concentrarsi non sull'obiettivo finale ma sull'allenamento odierno. Questo significa che quando ricomincio lo faccio con una passeggiata, o una camminata, o una marcia, aumentando pochi minuti a settimana perché l'impatto sia graduale.

  • Ascolto il mio corpo: contrariamente a quello che ogni coach vi dirà, non seguo un programma pre-definito. Per ogni sessione, lascio che sia il mio dialogo interiore a guidarmi verso il mio allenamento migliore. Cerco di muovermi all'interno delle mie oscillazioni tentando di migliorare nel modo giusto la mia curva di allenamento. Ci saranno giorni in cui ho più energia, momenti in cui ho bisogno di rallentare: questa è la vita, questo è il modo di allenare il mio dialogo corpo-mente, e che sarà il vero risultato definitivo che porterò con me nelle altre attività di ogni giorno. Abbi cura di te oggi, se vuoi tornare ad allenarti domani.

  • Sto molto attenta al mio abbigliamento: banale? Ma non scontato. "Camminatori" non ci si improvvisa. Cominciando da scarpe tecniche indispensabili a prevenire dolori e infortuni (che mi metterebbero in convalescenza dopo pochi giorni), faccio della temperatura corporea una mia alleata. Se fa freddo mi copro di più, se fa caldo mi scopro, scelgo materiali traspiranti per una termoregolazione costante e ideale. Non porto mai pesi con me: niente tracolle, borsellini, né altri accessori legati a qualsiasi parte del corpo. Niente acqua o borsellini. Anche un piccolo peso modifica l'equilibrio e la postura e alla lunga causa dolori e infiammazioni (le chiavi sono ridotte al minimo, non un intero mazzo!).

  • Quando ho troppo caldo (per me raramente, ma siamo ancora in inverno, rallento: i capogiri possono essere pericolosi. Respirare profondamente aiuta a ripristinare il normale battito cardiaco.
Per concludere:  non importa quanto corri, importa che tu oggi corra. Il segreto di iniziare un'attività fisica quando non si è allenati è non pensare in grande (e non fare confronti!) per non scoraggiarsi: ogni minuto di allenamento sarà prezioso e sarà meglio di un minuto passato ad oziare sul divano.


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© Melazenzero. Immagini e contenuti sono protetti da copyright. Si prega di non utilizzare le immagini senza previa autorizzazione. Se si vuole ripubblicare questa ricetta o i concetti espressi nella descrizione, si prega di ri-scrivere la ricetta con parole proprie, e porre sempre e comunque un link a questo post per la ricetta.

lunedì 23 febbraio 2015

Tortina muffin al cacao (senza uova né lattosio) con crema spalmabile vegetale e granella di nocciole

Una torta senza uova, latte o prodotti di origine animale, la torta muffin è perfetta per stampini monoporzione o per una piccola tortina. E' soffice e golosa con la crema spalmabile totalmente vegetale.

torta cacao e nocciole 

Spesso "senza" è più sano e anche buono. Fa bene, e ci aiuta a condurre un tenore di vita migliore. Non sono vegetariana, ma il mio stile ci si avvicina molto, e sono aperta alle esperienze che mi indirizzano verso questa strada. 

Ecco perché in questi giorni sto sperimentando delle ricette senza uova e senza lattosio, perché la mia curiosità verso "è buono anche senza" è molto accesa.

Non sono per gli estremismi, quindi non mi entusiasmerò dicendovi che non si nota la differenza. Sin dall'anno scorso ho provato a realizzare questa torta in stampo più grande e, pur essendo buona, si sbriciolava un po'. Vi suggerisco quindi di realizzarla in misure più piccole, dato che è andata meglio. Ecco perché l'ho chiamata "torta muffin": anche il procedimento è quello dei famosi tortini!

torta cacao e nocciole

Per quanto riguarda la crema spalmabile, le motivazioni che mi spingono a sperimentare sul versante veg sono altre: un anno fa avevo inziato a fare dei tentativi con il latte, oggi ho voluto sperimentare senza. A mio avviso presenta dei vantaggi tecnici notevoli nel risultato finale, non ultimo anche quello di conservarsi più a lungo che con il latte bovino!
Se avete voglia di provare, sono aperta ai vostri commenti. Buon divertimento! 

ingredienti

Per la tortina (diametro 20 stampo alto)

  • farina 00 bio, gr 218
  • cacao amaro di primissima qualità, 98gr
  • zucchero semolato integrale, 262 gr
  • olio di semi, 45 gr
  • latte di soia alla vaniglia, 262gr
  • un pizzico di cannella in polvere
  • lievito per dolci vanigliato, 1 busta 
  • la scorza di una piccola arancia non trattata


  • 100 g di cioccolato fondente
  • 100 g di pasta di nocciole
  • 100 g di zucchero integrale di canna
  • 120 ml di latte di soia
  • 2 cucchiai di olio di semi di riso
  • 10 g di cacao amaro
  • 2 g di lecitina di soia 
  • 1 bacca di vaniglia

preparazione

Preparate la crema spalmabile vegetale (meglio il giorno prima)

Versate la pasta di nocciole e cioccolato fondente in un tegame antiaderente e aggiungete i semi della bacca di vaniglia, quindi scaldate a bagnomaria.

Sciogliete il cacao in polvere nel latte di soia e unitelo alla crema di nocciole insieme all'olio di riso e mescolate per 5 minuti.

La crema sarà di consistenza piuttosto liquida ma si rapprenderà in frigo in tre-quattro ore.

Crema Alle Nocciole Vegan tipo Nutella® da http://www.my-personaltrainer.it/Tv/Ricette/Dolci_Dessert/crema-spalmabile-nocciole-vegan.html
Preparate la torta muffin.

In una ciotola setacciare la farina ed il lievito.
Unire lo zucchero, il cacao, la cannella.
Mescolare a parte il latte di soia e l'olio.
Versate a filo sulle polveri e mescolate piano stando attenti a non formare grumi.
Versare nello stampo imburrato e infornare a 160°-170° per 30-35 minuti (vale la prova stecchino).
Lasciar raffreddare nello stampo per 10 minuti poi sfornare su una gratella e lasciar raffreddare completamente.
Cospargete con la crema spalmabile e ricoprite di crema di nocciole, oppure mangiatela così. Ottima anche in stampini monoporzione.
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© Melazenzero. Immagini e contenuti sono protetti da copyright. Si prega di non utilizzare le immagini senza previa autorizzazione. Se si vuole ripubblicare questa ricetta o i concetti espressi nella descrizione, si prega di ri-scrivere la ricetta con parole proprie, e porre sempre e comunque un link a questo post per la ricetta.

mercoledì 18 febbraio 2015

Pizzette e calzoni al forno: la rosticceria palermitana (ricetta di Viviana Dal Pozzo)

Un impasto famoso nella città di Palermo per il suo largo utilizzo nella preparazione di molte ricette, sia fritte che al forno: la Rosticceria.  L'ho usato per fare pizzette e calzoni al forno, versione mignon.

Rosticceria palermitana con ricetta di Viviana

Non avrei mai pensato di farne un post. Niente foto, niente inquadrature professionali. Solo la mia mano, così com'è, mentre mostra un piccolo pezzo di rosticceria, preparato in un giorno qualunque, su richiesta della mia bimba.
Forse indica proprio il mio modo di essere in questo periodo: asciutta, e vado dritto al dunque. Prendere o lasciare.

Rosticceria palermitana con ricetta di Viviana

Sono senza planetaria (al momento in assistenza per un guasto) e non avrei mai pensato di impastare a mano. Eppure, con questo impasto si può. Certo, ne ho impastato una piccola dose perché con i miei problemi alle mani non posso permettermi di più, ma chi ha braccia forti può cimentarsi tranquillamente nell'impresa.

Rosticceria palermitana, calzoni

La ricetta, pubblicata da Viviana di Cosa Ti Preparo Per Cena (posso definirti una mia amica, mia cara Vivi???) , mi ha colpito subito. Non tanto per gli ingredienti, che somigliavano alla ricetta che da brava palermitana avevo già, ma per il procedimento, un po' diverso da quello che conoscevo. Beh, che dire? Sono soddisfatta. Vorrei mostrarvi foto più belle, ma ho fatto pochi pezzi che sono spariti in un attimo. Se volete vedere le sue, andate a fare una visita a Vivi!


ingredienti
  • 750 g farina 0 o 00 + 250 g manitoba (io tutta 0 per pizza)
  • 100 g di strutto (il suo impiego è necessario al risultato, ma se non lo trovate potete sostituire con pari peso di burro)
  • 100 g di zucchero
  • 25 g di lievito di birra fresco (io 35 gr di lievito madre secco)
  • 20 g di sale
  • 500 ml di acqua
per i vari ripieni
  • prosciutto cotto
  • provola fresca
  • caciocavallo grattugiato
  • salsa di pomodoro abbastanza densa
  • sesamo biondo (facoltativo)
preparazione

Ho usato un robot da cucina con fruste a filo per montare lo strutto con lo zucchero.
Dopo qualche minuto ho aggiunto l'acqua e ho fatto amalgamare.
Potete eseguire questa operazione con la foglia ma anche con un mixer ad immersione, è sufficiente che otteniate un'emulsione ben amalgamata.
Questa tecnica mi piace molto perché agevola l'incordatura a mano, dal momento che l'impasto assorbe più facilmente sia la parte grassa che lo zucchero.
L'inconveniente è che non potrete dosare la parte liquida, nel caso in cui vogliate (per necessità legate alla farina che impiegate, dato che non tutte le farine sono uguali) diminuirne la dose.

Ho incorporato poco per volta la farina setacciata col lievito madre secco (se utilizzate il lievito di birra fresco scioglietelo nell'acqua iniziale), in ultimo ho aggiunto il sale. 

Il robot mi ha aiutato ad amalgamare grossolanamente gli ingredienti, quindi ho trasferito l'impasto sulla spianatoia e ho impastato a mano fino ad ottenere un impasto lucido, liscio, ben legato e molto morbido. I movimenti vanno eseguiti come mostrato in questo video:



Ho messo l'impasto in una brocca graduata, ho segnato il suo livello, ho coperto con pellicola senza pvc e ho messo in luogo tiepido (26°) fino al raddoppio del suo volume iniziale.

Ho spezzato l'impasto a metà. Una metà l'ho suddivisa in palline da circa 60gr l'una per i calzoni, e dall'altra metà ne ho ricavato palline da 30gr per le pizzette, che volevo fossero davvero piccole. Non pirlate né arrotondate troppo.*
Ho disposto in teglia rivestita di cartaforno, ho coperto con un altro foglio e poi con uno strofinaccio e ho lasciato a lievitare un'ora, sempre in luogo tiepido. La loro superficie si è asciugata un po', quindi per la prossima volta suggerisco di coprire con pellicola per alimenti.

Trascorso questo tempo, ho formato i vari pezzi. Per i calzoni ho semplicemente schiacciato la pasta in dischi che ho farcito con provola e prosciutto cotto (ho lasciato "nature" ma potete decorarli con una pennellata di salsa e del sesamo).
Per le pizzette, ho steso la pasta dello spessore mostrato in foto (pochi millimetri) e ho coppato dei dischetti con un tagliapasta, lasciandoli a riposare su una teglia per una mezzora o poco più. Trascorso questo tempo ho schiacciato le pizzette coi polpastrelli lasciando il bordo un po' più in rilievo. Ho quindi condito con un po' di salsa e del caciocavallo grattugiato (molto meglio della mozzarella!).

*Nota bene: nella fase di formatura l'impasto dev'essere maneggiato il meno possibile, quindi, per le pizzette stendete, tagliate e lasciate rilassare la pasta, per i calzoni arrotondate leggermente le palline e schiacciate al momento di formare. Il risultato così sarà più soffice.

Il forno va alla temperatura di circa 220°, ma nel mio forno che scalda moltissimo sono stati sufficienti 200°. Cottura per circa 15 minuti, fino a leggera doratura.


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lunedì 16 febbraio 2015

Tortine al limone con soli albumi e senza lattosio: facilissime e leggere

Un dolce molto profumato ma leggero, preparato con soli albumi, sensa lattosio e con pochi grassi. Risultato sofficissimo per delle tortine deliziose, sia per gli allergici che per chi vuole rimanere in forma!

tortine al limone con soli albumi e senza lattosio

Sono partita da una base quattro quarti a cui ho fatto delle sostituizioni: l'olio sostituisce il burro (con le dovute proporzioni) e ho usato solo gli albumi. Non c'è latte, ma acqua e limoncello. Insomma, pochi ingredienti ed il gioco è fatto!

 tortine di soli albumi (senza lattosio)

ingredienti

  • 150gr di albumi (circa 3)
  • 100gr di acqua + 50 gr di limoncello
  • 150gr di farina debole (00 per dolci)
  • 150gr di zucchero semolato
  • 100gr di olio di semi di girasole
  • 8gr di lievito per dolci
  • scorza di 1 limone piccolo
preparazione

Ho montato gli albumi a neve fermissima e messo da parte (se siete in un ambiente caldo mettete in frigo).

Ho mescolato lo zucchero con l'olio, l'acqua e il limoncello.

Ho setacciato la farina con il lievito e l'ho aggiunta al composto precedente.

Intanto ho preriscaldato il forno a 175°.

Ho incorporato gli albumi al composto con una spatola, con movimenti dall'alto verso il basso, senza smontarli.

Ho versato in 18 stampini in silicone monoporzione e ho cotto per circa 15 minuti (dipende dal vostro forno) facendo la prova stecchino.

Per mantenere la loro sofficità non devono cuocere troppo a lungo ma rimanere un po' umidi; una cottura troppo prolungata li renderà gommosi, ed il perché è presto detto: sono gli albumi che, quando sottoposti ad una temperatura troppo elevata, formano un reticolo proteico più fitto e perdono acqua.

Lo stecchino dovrà comunque uscire perfettamente asciutto, quindi la cottura andrà controllata a vista negli ultimi minuti. Il colore associato alla consistenza perfetta è quello che vedete in foto.

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sabato 14 febbraio 2015

Biscotti "crepati" al limone da pasticceria (lemon crinckle cookies): ricetta facile

Biscottini leggeri e deliziosamente morbidi, facili da preparare, perfetti per l'ora del tè o da regalare. Con scorza di limone sono freschi e gradevoli, ma si prestano a molte varianti (cacao, caffè, cocco, mandorla).

lemon crinckle cookies

I Lemon crinkle hanno un gusto fondente racchiuso in uno strato generoso di "glassa di zucchero", che si forma in cottura. Il nome "crepati" probabilmente si riferisce al modo in cui in la polvere di zucchero forma delle crepe nella crosta, mentre i biscotti si cuociono, lasciando intravedere il ripieno.

Fatico a rilevarne la paternità perché sono moltissimi i blog italiani che ne hanno pubblicato la ricetta, mentre oltralpe li ho scoperti su Joyofbaking e sul sito di Martha Stewart in versione al cioccolato (credo che sia la versione originale).
 
Amo mangiare questi biscottini perché sono meravigliosamente morbidi e sembrano sciogliersi in bocca, e li ho preparati al limone perché noi adoriamo questo aroma. 


lemon crinkle cookies


ingredienti

Per 25-30 biscotti:
  • 100 gr. di burro morbido
  • 110 gr. di zucchero semolato
  • 55gr di uova intere (uno grande)
  • buccia grattuggiata di un limone non trattato
  • succo di mezzo limone
  • 200gr di farina debole e 50gr di amido di frumento
  • 8gr di lievito per dolci (mezza bustina)
     
  • zucchero a velo q.b.
  • zucchero semolato q.b
N.B. usate solo zeste e succo di limone fresco.
 
preparazione

Fate ammorbidire il burro a temperatura ambiente quel tanto che basta per poterlo lavorare, facendo attenzione che non si scaldi troppo. Farete prima tagliandolo in piccoli pezzi.

Inseritelo in planetaria, insieme allo zucchero semolato, e montatelo a crema, finché non cambia colore.

Aggiungete l'uovo leggermente sbattuto, la scorza grattugiata e il succo del limone.

Per ultime unite le farine setacciate col lievito.

Otterrete un impasto molto molle che andrà in frigo (avvolto in pellicola per alimenti senza pvc) per almeno un'ora, se necessario anche di più (io tutta la notte).

Preriscaldate il forno (statico) a 175-180°.

Riempite due ciotoline con i due tipi di zucchero e passate delle palline di impasto più piccole di una noce prima nello zucchero semolato e poi in quello a velo (meglio se vanigliato).

Disponete su una placca rivestita di carta forno e infornate per pochi minuti (8-10) finché la superficie dei biscotti non si crepa, come in foto. I biscotti, fate molta attenzione o comprometterete il risultato, dovranno rimanere appena croccanti e dorati fuori e morbidi dentro.

Lasciate raffreddare prima di servire.

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giovedì 12 febbraio 2015

Come fare un fritto asciutto: i dolci di carnevale

Carnevale è tempo di fritture, lungo tutto lo stivale. Se c'è un momento in cui è lecito "esagerare" e concedersi strappi alle regole, è proprio questo. Ma la frittura, se fatta male, è quanto di peggio si possa desiderare. Vediamo insieme quali sono le regole imprescindibili per una buona frittura.

Ciambelle sofficissime senza patate


Cominciamo da cosa succede quando immergiamo un cibo in olio bollente: si produce uno shock termico che cuoce rapidamente la superficie esterna provocando la cosidetta reazione di Maillard.
  • utilizzate un olio di buona qualità e che ben sopporti le alte temperature: sì all'olio di semi, meglio se di girasole, no all'olio di semi misti che ha temperature di fusione diverse; va bene anche l'olio d'oliva, ma tenete conto che dà ai fritti un sapore più marcato.
Sapete cos'è il punto di fumo? È la temperatura alla quale le catene di trigliceridi che compongono l'olio si scompongono trasformandosi in altre sostanze. Alcune di queste, maggiormente negli olii sensibili al calore, sono molto nocive per il nostro fegato. Ecco perché scegliere un olio adatto è molto importante, non è solo una questione di gusto.
[confronta Albanesi e Bressanini]
  • La quantità di olio deve ricoprire completamente il cibo che friggete: non potete usarne di meno senza compromettere l'omogeneità della cottura.
Cibo cotto in modo disomogeneo avrà colore e consistenza sgradevole, e presenterà parte della superficie in cui assorbirà maggiormente l'olio. Controllate che ogni parte del cibo sia quindi immersa nell'olio e scegliete per questo una pentola che abbia sufficiente diametro e livello dell'olio tale da non avere un livello troppo basso ("cottura in olio profondo").
  • La temperatura corretta si aggira sui 180°; se non avete un termometro, usate un pizzico di farina o una mollica di impasto per tuffarlo in olio e controllare se sfrigola prima di iniziare a friggere. 
A temperature troppo basse il cibo assorbirà troppo olio e/o resterà crudo al cuore, a temperature troppo alte si brucerà all'esterno e non si cuocerà abbastanza all'interno.
  • Se non sfrigola, aspettate: l'impatto del cibo con l'olio bollente forma la crosticina che permette a ciò che cucinate di impermeabilizzarsi all'olio, e quindi di non inzupparsi. E' questo il segreto di una frittura asciutta!
  • Per mantenere la temperatura dell'olio alta e costante, non immergete mai troppo cibo nel vostro tegame: ogni elemento assorbe calore e abbassa la temperatura, con il risultato descritto sopra. 
Controllate la vostra temperatura man mano che friggete, ogni volta, e friggete sempre pochi pezzi per volta.
  • Diamo per scontato che non utilizziate più volte l'olio di cottura.
    Oltre che nuocere gravemente alla salute, il riutilizzo dell'olio ne abbassa il punto di fumo, producendo i danni epatici accennati sopra.
Ed ecco un po' di ricette dolci, firmate Melazenzero, con cui cimentarvi nella frittura!
Ciambelle sofficissime senza patate

strufuli al miele  


castagnole

chiacchiere di carnevale

casatelle fritte

sfince di san giuseppe

cannolo siciliano

palline fritte dolci allo yogurt



Altre ricette sono reperibili sotto l'etichetta "carnevale" o in giro per il blog.
Enjoy!


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E' per questo che ogni tanto latitiamo...