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sabato 22 aprile 2017

Earth Day 2017

Sotto la Washingtonia c'è un posto per stare a naso in su e sentirsi minuscoli alla sua ombra. E c'è forza ed energia, e riparo.

Hearth Day 2017

Puoi vedere tutto o niente nelle minuscole cose.

Minuscole cose

Così dovrebbe essere La Vita: una promessa che andrà tutto bene.
Che tu non conti nulla, ma puoi fare la differenza. E a volte no.
Che gli uomini si distraggono, ma il Tempo no: lui lavora incessante e nonostante tutto.
Perché, come dice Alice in "attraverso lo specchio", il tempo fa il suo corso e non lascia nulla di immutato. E ogni giorno è un regalo, ogni ora, ogni minuto, ogni secondo.
I minuscoli pomodori sono in fiore, e sembrano dire "andrà tutto bene". Nonostante tutto.


Fior di datterino 2017




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Minestra in bianco: una "non ricetta" semplicissima!

Verdure spontanee e ortaggi stufati. Questa è una non-ricetta: potete modificarla a vostro piacimento, non ha dosi prestabilite, ma soprattutto è semplicissima da realizzare!


zuppa bianca

È tornato l'inverno sul cocuzzolo (anche se per pochi giorni) e noi ci difendiamo con un pranzo da#vitaSuiMonti!
Vi racconto come noi solitamente rimediamo un pranzo in pochi minuti, raccogliendo due o tre ingredienti proprio davanti casa. A noi piace moltissimo: è energetico e molto saporito.

ingredienti

Per questa preparazione vi serviranno delle verdure non trattate e appena raccolte.
Io ho usato delle lattughine dolci e del ravanello selvatico che compensa col suo sapore più "piccante" e amaro.
A questo ho aggiunto 4 o 5 patate, una grossa cipolla e del sale.
Infine olio e.v. d'oliva (spremuto a freddo) e uno spicchio d'aglio intero.

preparazione

Ho l'abitudine di tagliare le foglie prima di cuocerle.
Ho fatto bollire tutto in pentola con poca acqua, fino a raggiungere la consistenza desiderata (a me piacciono le foglie ancora consistenti).
Ho fatto rosolare uno spicchio d'aglio intero in 3 cucchiai di olio e con questo ho condito le verdure appena scolate.
Questo piatto si può anche frullare per una vellutata dal sapore deciso.
Potete usare le verdure per condire la pasta, o mangiarle così (le patate lo rendono un piatto unico).

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giovedì 2 marzo 2017

Allium triquetrum: io, folle, scommetto.

Allium triquetrum, famiglia Amaryllidaceae, genere Allium, specie Triquetrum, nome comune: aglio selvatico o aglio angolare. Specie commestibile officinale.

allium  

Circa un anno fa ho fatto un corso che ha cambiato molte cose nella mia vita.
Mi ha insegnato a riconoscere alcune piante, poche rispetto a quanto vorrei e dovrei, ma tante rispetto al poco che sapevo.

Questo corso ha cambiato la mia #vitaSuiMonti avvalorando le mie idee sull'importanza della tutela della biodiversità.
Ha "iniziato" mio marito al magico mondo della botanica. Ci ha unito in una passione che non sapevamo di avere così forte e in comune.
Certo, è il caso di dirlo, nulla attecchisce se il substrato non è quello adatto: eravamo pronti ad aprirci a questo, e per quanto la nostra ignoranza sia ancora sconfinata, eravamo desiderosi di prendere questa direzione.
Adesso ci sentiamo come quelli che "eravamo ciechi, adesso ci vediamo".

A quel corso ci furono mostrate alcune piante dal vivo a scopo esemplificativo per impararne il riconoscimento. Io (che da allora nutro un'insana passione per le liliacee) non sono riuscita a tollerare l'idea che quelle piante giacessero sul tavolo, "esangui", e a fine corso fossero semplicemente buttate via.

Ho portato con me alcune di loro nella speranza di farle "allivisciri" ( come diceva mia nonna di piante un po' mosce e bisognose di acqua per tornare in sesto).
Alcune erano annuali e dopo essere attecchite hanno terminato il loro ciclo di vita. Altre, come queste bulbose, mi allietano ancora con la loro compagnia.

Aglio selvatico  (così comune, banale, chi mai salverebbe un aglio con amore? È solo un allium!), semplice ma bellissimo.
Sparito in estate, riapparso in inverno, ora pronto a regalarmi un'altra fioritura. Non è stato strappato invano, spero.

Nella mia vita molte cose vanno così: scommetto laddove gli altri non vedono nulla.
"Ma io non vedo nulla, su cosa scommetti?"
È quel niente che, quando fiorisce, mi fa sentire la persona più ricca dell'universo: l'essenziale è invisibile agli occhi.
Abbiate cura, quindi, delle cose in cui scegliete di riporre speranze e valori.



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Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.

mercoledì 22 febbraio 2017

Ravanello selvatico (raphanus raphanistrum): una verdura "a tutto pasto"

Il ravanello selvatico (raphanus raphanistrum, sub. Landra) è una pianta selvatica che appartiene alla famiglia delle brassicacee.
Gli isocinati, contenuti in questa ed in altre specie, sono oggetto di studio dei ricercatori come potenziali agenti di protezione contro il cancro, in quanto inibiscono gli effetti cancerogeni di molte sostanze.

raphanus raphanistrum
Il mio ravanello, raccolto davanti casa: non è semplicemente stupendo?!?


L'altezza della pianta è di 20–80 cm., ma nel mio appezzamento di terreno raggiunge e supera il metro di altezza. La radice è di tipo a fittone, molto profonda e resistente. Il fusto può diventare legnoso, pur essendo una pianta annuale.

Da wikipedia:
Le foglie sono peloso-ispide. La forma delle foglie è pennato-lirate con 5 o più segmenti e sono picciolate. Il segmento terminale è lanceolato. Quelli laterali hanno dimensioni minori. I margini sono tutti dentati. Le foglie cauline sono progressivamente ridotte e sub-sessili con margine intero ma dentato.
L'infiorescenza è formata da un racemo terminale e aperto composto da diversi fiori (nessuno dei quali in posizione apicale) con brevi pedicelli.
L'antesi è da marzo a giugno, la raccolta può avvenire dall'autunno alla primavera inoltrata, a seconda dell'altitudine.

Questa pianta contiene minerali come il sodio, potassio, ferro, calcio, fosforo,vitamine A, C, E, niacina, proteine, lipidi, tannini, riboflavina, tiamina.
Nella medicina popolare si usava la parte aerea della pianta come stimolante gastrico e per facilitare la diuresi. Vengono consumate le foglie cotte o in insalata, aggiunte ad altre verdure. Il sapore è forte e piccante. I boccioli vengono consumati come i broccoli. È preferibile non consumarne i semi.

Consigli per la "coltivazione":
essendo una pianta spontanea, non necessita di alcuna cura. Nella mia proprietà cresce in diverse zone ed è piuttosto invasivo, così delimitiamo alcune aree in cui vogliamo mantenerne la crescita per la raccolta e la propagazione annuale. 
Se lasciato incolto diventa difficile da estirpare, e crea in alcuni punti zone impenetrabili. Per questa ragione ci preoccupiamo in questa stagione di potarlo spesso, anche in altezza, per impedire che raggiunga una crescita sconsiderata.

preparazione

Le foglie, dal sapore molto deciso che ricorda il cavolo, possono essere lesse o aggiunte crude all'insalata.

Personalmente, raccolgo le foglie più tenere o la parte apicale di quelle più grandi direttamente su campo. Al momento della bollitura non è così necessario pulirle ulteriormente.
Utilizzando un terreno a coltura biologica, ovvero del tutto privo di qualsiasi trattamento chimico, posso permettermi di dare al raccolto un semplice risciacquo in acqua corrente, ma si raccomanda di pulire bene le verdure, così come di non raccogliere erbe in zone di cui non si conosce il trattamento, o a bordo strada, o in zone inquinate.

Prima di raccogliere delle erbe spontanee accertatevi che non siano una specie protetta e che sia commestibile.
Non è previsto alcun piano di protezione per questa specie.

Le foglie appena sbollentate perdono del tutto il loro odore e sapore amaro, pur mantenendone una nota gradevole che, come detto, ricorda il sapore del cavolo.
Possono essere consumate così come sono (lesse), oppure ripassate in padella con uno spicchio d'aglio, oppure usate in preparazioni come primi piatti, polpette di ricotta o con uovo e pangrattato, frittelle.
Accompagnano molto bene dei secondi di carne come arrosti e bolliti.

Anche la radice è commestibile: ha un sapore deciso e piccante, e può essere grattugiata sui piatti.
Dalle radici fresche, affettate e lasciate sotto sale per qualche ora perché rilascino il succo, si ottiene una maschera per il viso che serve a schiarire le efelidi.

Misticanza in padella  

Il mio piatto preferito sono le foglie ripassate in padella con aglio e condite con un po' di ricotta fresca di pecora: questo è spesso il mio pranzo, come piatto unico!





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domenica 29 gennaio 2017

Arrivi in silenzio, Primavera.

Arrivi in silenzio, con passi invisibili.
Ma noi sappiamo dove guardare, e ti attendiamo con amore.
#vitaSuiMonti

Germogli 2017



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martedì 26 luglio 2016

Frittelle di zucchine

La zucchina è il primo ortaggio che appare nell'orto, ed è molto produttiva. È una pianta strisciante o cespugliosa, che necessita di clima caldo o temperato e terreno ben drenato e sarchiato.
Va seminata tra febbraio e marzo, trapiantata tra fine marzo e primi di aprile, e comincia a produrre a circa 50-55 giorni dal trapianto, una delle ortive precoci quindi.
La sua coltivazione non è particolarmente difficile, richiede solo acqua costante, e teme l'umidità sulle foglie (che determina la facile comparsa dell'oidium o mal bianco).

Quest'anno le abbiamo piantate in buche arricchite di letame, ad una distanza di circa un metro l'una dall'altra e consociate con mais e fagiolini rampicanti.


È altamente digeribile, dietetica, e molto versatile dal momento che si presta a numerose ricette. Per quanti penseranno che mangiare zucchine significa privarsi del gusto, proviamo a ricordare che possono essere cucinate fritte, in umido, in vellultata croccante con pancetta, a cotoletta, grigliate, ripiene, e in molte altre preparazioni che non elenchiamo perché non vogliamo svelarvele tutte!

Il suggerimento di oggi sono queste golose palline, perfette sia per l'aperitivo che come piatto di portata, golose per grandi e piccini ed estremamente salutari!

ingredienti
  • 500 gr di zucchine
  • 1 uovo
  • 100gr di ricotta di pecora scolata dal suo siero
  • 4-6 cucchiai di pangrattato + altro per la panatura
  • 50 gr di parmigiano grattugiato
  • menta tritata (facoltativa)
  • sale e pepe
  • olio per la cottura
preparazione

Lavate le zucchine e grattugiatele finemente, quindi ponetele a scolare in uno scolapasta.

Mescolate l'uovo sbattuto, la ricotta, il parmigiano, la menta se gradita.

Unite il trito di zucchine, mescolate e aggiungete il pangrattato per ottenere un composto omogeneo e compatto.

Salate, pepate e formate delle palline. Potete lasciarle rotonde o schiacciarle leggermente.

Passate nel pangrattato per la panatura, quindi cuocete in padella caldissima con un filo d'olio, oppure in teglia unta e forno già caldo (a80° per 10-15 minuti) fino a doratura.

Suggerimenti:  potete accompagnarle con una salsa oppure con un contorno di insalata fresca. Potete aggiungere un dadino di formaggio per ottenre un cuore filante.

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sabato 30 aprile 2016

Esercizi mattutini


Esercizi mattutini (fior di calendula)


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venerdì 4 marzo 2016

Cibi che si rigenerano dagli scarti

Oggi vi mostro come si possono riprodurre facilmente delle piantine di ortaggi dai loro scarti. Non buttateli via!



Quella di non buttare via gli scarti di frutta e verdura è una vecchia moda ormai, ma è un'abitudine importante che non si fonda su dicerie.
Non solo possiamo cucinare molti scarti ottenendo gustose ricette, ma possiamo, con un po' di pazienza, ottenere nuove piantine per il nostro orto.
È un'attività divertente e quasi "magica", che piacerà a grandi e bambini! Vi va di provare?
In questo momento io e mia figlia stiamo "rigenerando scarti di cipolle, e lo zenzero è quasi pronto per il nostro primo esperimento :)

L'infografica è tratta dal sito di Jerry James Stone.
Trovate delle spiegazioni ben dettagliate in questo articolo di GrowThePlanet.


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martedì 23 febbraio 2016

Crema 100% aloe vera: vergognosamente facile

Quella che vedete in foto è una pianta di aloe vera. Oggi vi racconto come avere sempre a portata di mano un prodotto 100% naturale e dai mille usi.


Ed eccola qua! Una delle mie tanto adorate aloe. Una pianta sempreverde, Tracheobionta (Piante vascolari), erbacea, succulenta, anche arborescente, appartenente all'ordine delle Liliacee.

La pianta si presenta con fasci di foglie carnose, lanceolate, decorate da spine, in numero da 15 a 30, disposte a ciuffo come i petali di una rosa. Crescono a ciuffi intorno al tronco.

I fiori a trombetta, dal bellissimo colore giallo-arancio, si presentano in grandi grappoli variopinti che pendono da una formazione tubolare che si estende come un ramo dal centro.

I frutti sono a capsula verde, penduli. Si riproduce sia con i semi che per germogli che spuntano alla base del fusto.

Inverni rigidi, ma forse anche l'età.
Mi hanno dato un bel da fare negli ultimi 12 mesi, perché lei mie aloe arborescenti appartengono a tre esemplari piantati da mio padre più di 30 anni fa. Lo strano comportamento del clima invernale sui miei monti siciliani negli ultimi due anni ha messo a dura prova le mie aloe che fino a questo momento avevano prosperato industurbate, raggiungendo diversi metri di altezza e diversi esemplari per ogni "piede".

Il gelo ha bruciato alcuni esemplari, senza tuttavia ucciderli. Il danno più grave è stato vederli cadere al suolo, uno dopo l'altro, distruggendo l'armoniosa figura che ormai accompagnava il paesaggio antistante i gradini di casa.

Abbiamo trapiantato con successo tutti gli esemplari caduti: l'aloe è una pianta resistente e "miracolosa", non solo per i suoi effetti benefici sulla salute dell'uomo, ma anche per il suo tenace attaccamento alla vita.
Tutti i nuovi esemplari, poco prima di cadere, hanno infatti prodotto in anticipo un fitto apparato radicale che ci ha consentito di trapiantarli senza problemi, ma anche laddove abbiamo scelto di accorciarne il tronco perché troppo alto (in alcuni casi il forte vento le ha nuovamente abbattute dopo il trapianto!) non ci sono stati problemi di nuovo radicamento.

Una volta messa a dimora non ha bisogno quasi di nessuna cura, se non delle annaffiature un po' più ricorrenti per gli esemplari più giovani nel periodo più torrido, se si desidera uno sviluppo più evidente. Come succulenta, resiste perfettamente alla siccità.
NOn necessita di terreno umido o di annaffiature frequenti.
Per le gelate, al contrario, abbiamo provveduto a proteggere gli esemplari più giovani e delicati con un telo di tessuto-non-tessuto specifico per la neve. Ha funzionato.

La pianta viene coltivata con estrema facilità anche in vaso, in appartamento, e persino in ambienti come la camera da letto: è straordinariamente capace infatti di filtrare l'aria, trattentendo anidride carbonica e rilasciando ossigeno!

Potrebbe capitare che le foglie diventino marrone-rossastre: non è segno che indica la moria della pianta, ma semplicemente uno stato transitorio di adattamento soprattutto dopo il trapianto (la pianta reagisce risparmiando energia nelle parti più esterne e sacrificabili). Continuate ad osservarne la parte apicale centrale, il "cuore", e verificate che cresca in colore e volume. Se necessario irrigate leggermente.

Non elencherò tutte le proprietà dell'aloe perché è un elenco praticamente infinito. Vi indicherò semplicemente il semplicissimo modo per ottenere una crema cosmetica e curativa.

Il succo d'aloe è ingeribile, ma esistono opinioni contrastanti riguardo al suo utilizzo in "purezza": alcuni ne sconsigliano l'uso in gravidanza ed in presenza di alcune patologie, e ne indicano gli spiccati effetti lassativi.

Per contro è un ottimo depurativo, soprattutto epatico, viene utilizzato nella lotta contro il cancro (mio padre ne aveva iniziato la ricerca scientifica proprio 30 anni fa!) ma in questi casi viene utilizzato il succo non puro né concentrato.


ingredienti
  • foglie di aloe vera
  • olio di germe di grano (facoltativo)
  • olii essenziali 100% naturali (facoltativi)
preparazione

Preparate dei barattoli sterili di vetro.

Per preparare una crema di aloe 100% vi basteranno delle foglie di esemplari che hanno almeno 3 anni di età. È necessario prelevare le foglie più esterne, quelle più vicine al terreno, per lasciare che la pianta prosperi.

Le foglie vengono recise vicine al tronco.
Vengono poi pulite sotto un getto d'acqua corrente e tagliate in due con un coltello pulito e disinfettato, in senso orizzontale.

Col coltello ben affilato si preleva la polpa contenuta nelle foglie spellandole sottilmente sullo strato esterno e prelevando quanto più polpa possibile.

Questa viene posta in un frullatore. Potrete frullarla così oppure aggiungere altri ingredienti come quelli indicati:
  • un olio al germe di grano per fluidificarla leggermente
  • degli olii essenziali per profumarla un po' (il suo odore è neutro)
  • del succo di limone
  • del latte intero
  • tutto ciò che vi suggerisce la fantasia nell'ambito della cosmesi naturale.
Naturalmente più ingredienti aggiungerete, più denaturerete il succo d'aole, e la sua scadenza sarà relativa agli ingredienti da voi utilizzati (il latte ad esempio si deteriora più facilmente).

Il succo d'aloe puro si conserva per due mesi ed oltre nei barattoli precedentemente sterilizzati. Io lo utilizzo così.

E se siete davvero pigri, potete semplicemente conservare la foglia d'aloe intera, in frigorifero, con un po' di pellicola trasparente  a chiudere la parte tagliata. 
Potrete prelevare piccolissime parti a necessità, spremendo il succo direttamente dal pezzetto tagliato e aperto orizzontalmente.

In questo caso, vi do un'indicazione: il succo di un piccolissimo pezzo di aloe è davvero molto abbondante. Quando lo strofinate sulla pelle non fermatevi allo strato superficiale, perché le cellule contengono moltissimo gel che continuerà a fuoriuscire se le schiaccerete fino a toccare la superficie più dura della foglia (quella esterna)

Il gel è utilizzabile a tutte le età, anche per bambini appena nati, per i quali è anzi consigliata, date le sue straordinarie proprietà totalmente naturali.

Ha un effetto lievemente appiccicoso se utilizzato in purezza (ma del resto, sarà sopportabile visti i suoi enormi benefici, no?), che potrebbe dare un lieve soggettivo fastidio (a me non ne dà). Se lo usate come struccante, potete poi sciacquare gli occhi, sul resto della pelle consiglio invece di sopportare il fastidio per ottenere l'effetto idratante o emolliente o analgesico.

Ma vediamo a cosa serve (lista che non sarà mai esaustiva!):
  • è un potentissimo cicatrizzante (definito miracoloso) ed emostatico
  • lenisce punture di insetti, abrasioni superficiali, scottature, irritazioni cutanee, foruncolosi, malattie funginee, e tutto ciò che ha a che fare con la pelle
  • analgesico (anche su contusioni)
  • antiprurito
  • ha un potente effetto idratante, sia curativo che di bellezza
  • è un ottimo struccante naturale
  • cura fastidi del cavo orale o delle labbra, così come delle mucose genitali (incluse emorroidi)
  • energizzante e disintossicante
  • rimuove le cellule morte
  • uccide virus e batteri
Al momento mi fermo qui.
Noi non riusciamo più a farne a meno, ed è la nostra pianta magica.
Vi basti pensare che in molte antiche civiltà (era coltivata in quasi tutto il mondo) veniva considerata per le sue prorpietà una pianta sacra. E per noi lo è davvero!

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E' per questo che ogni tanto latitiamo...