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domenica 21 luglio 2024

Polpette di spinaci e patate

Le polpette di spianci e patate sono una cena o un contorno, ma noi le abbiamo riscoperte per gli aperitivi estivi. Sono facili da cucinare, si preparano in anticipo e sono finger food.
Possono essere personalizzate con altri ingredienti, come dadini di pancetta o di formaggio, ma noi le abbiamo lasciate semplici, in versione vegetariana. Hanno spopolato ogni volta!

ingredienti

  • Patate, 400gr
  • Spinaci a vapore, 250gr
  • Parmigiano grattugiato, 100gr
  • 1 uovo medio
  • sale
  • noce moscata grattugiata
  • pangrattato per la panatura
  • un filo d'olio

Per la versione di "emergenza": sostituire le patate con 75gr (1 busta) di purè in fiocchi, preparato con 250gr di latte e sale). Si deve ottenere una consistenza soda e un po' appiccicosa che consenta di fare le polpette.

preparazione

Lessare e fare raffreddare le patate.
Sbucciarle e ridurle in purè.
Unire il latte, in piccole dosi, mescolando.

Cuocere gli spinaci, strizzarli, tritarli al coltello.

Sbattere leggermente l'uovo.

Unire al purè di patate gli spinaci, l'uovo, il parmigiano, la noce moscata. Regolare di sale.

Formare delle piccole crocchette con l'aiuto di due cucchiai, quindi passare in una ciotola riempita col pangrattato e panare da entrabi i lati.

Disporre su una teglia da forno e cuocere a 180° per 10-15 minuti fino a doratura.
Ovviamente è possibile friggerle.

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© Melazenzero. Immagini e contenuti sono protetti da copyright. Si prega di non utilizzare le immagini senza previa autorizzazione. Se si vuole ripubblicare questa ricetta o i concetti espressi nella descrizione, si prega di ri-scrivere la ricetta con parole proprie, e porre sempre e comunque un link a questo post per la ricetta.

sabato 22 aprile 2017

Minestra in bianco: una "non ricetta" semplicissima!

Verdure spontanee e ortaggi stufati. Questa è una non-ricetta: potete modificarla a vostro piacimento, non ha dosi prestabilite, ma soprattutto è semplicissima da realizzare!


zuppa bianca

È tornato l'inverno sul cocuzzolo (anche se per pochi giorni) e noi ci difendiamo con un pranzo da#vitaSuiMonti!
Vi racconto come noi solitamente rimediamo un pranzo in pochi minuti, raccogliendo due o tre ingredienti proprio davanti casa. A noi piace moltissimo: è energetico e molto saporito.

ingredienti

Per questa preparazione vi serviranno delle verdure non trattate e appena raccolte.
Io ho usato delle lattughine dolci e del ravanello selvatico che compensa col suo sapore più "piccante" e amaro.
A questo ho aggiunto 4 o 5 patate, una grossa cipolla e del sale.
Infine olio e.v. d'oliva (spremuto a freddo) e uno spicchio d'aglio intero.

preparazione

Ho l'abitudine di tagliare le foglie prima di cuocerle.
Ho fatto bollire tutto in pentola con poca acqua, fino a raggiungere la consistenza desiderata (a me piacciono le foglie ancora consistenti).
Ho fatto rosolare uno spicchio d'aglio intero in 3 cucchiai di olio e con questo ho condito le verdure appena scolate.
Questo piatto si può anche frullare per una vellutata dal sapore deciso.
Potete usare le verdure per condire la pasta, o mangiarle così (le patate lo rendono un piatto unico).

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mercoledì 22 febbraio 2017

Ravanello selvatico (raphanus raphanistrum): una verdura "a tutto pasto"

Il ravanello selvatico (raphanus raphanistrum, sub. Landra) è una pianta selvatica che appartiene alla famiglia delle brassicacee.
Gli isocinati, contenuti in questa ed in altre specie, sono oggetto di studio dei ricercatori come potenziali agenti di protezione contro il cancro, in quanto inibiscono gli effetti cancerogeni di molte sostanze.

raphanus raphanistrum
Il mio ravanello, raccolto davanti casa: non è semplicemente stupendo?!?


L'altezza della pianta è di 20–80 cm., ma nel mio appezzamento di terreno raggiunge e supera il metro di altezza. La radice è di tipo a fittone, molto profonda e resistente. Il fusto può diventare legnoso, pur essendo una pianta annuale.

Da wikipedia:
Le foglie sono peloso-ispide. La forma delle foglie è pennato-lirate con 5 o più segmenti e sono picciolate. Il segmento terminale è lanceolato. Quelli laterali hanno dimensioni minori. I margini sono tutti dentati. Le foglie cauline sono progressivamente ridotte e sub-sessili con margine intero ma dentato.
L'infiorescenza è formata da un racemo terminale e aperto composto da diversi fiori (nessuno dei quali in posizione apicale) con brevi pedicelli.
L'antesi è da marzo a giugno, la raccolta può avvenire dall'autunno alla primavera inoltrata, a seconda dell'altitudine.

Questa pianta contiene minerali come il sodio, potassio, ferro, calcio, fosforo,vitamine A, C, E, niacina, proteine, lipidi, tannini, riboflavina, tiamina.
Nella medicina popolare si usava la parte aerea della pianta come stimolante gastrico e per facilitare la diuresi. Vengono consumate le foglie cotte o in insalata, aggiunte ad altre verdure. Il sapore è forte e piccante. I boccioli vengono consumati come i broccoli. È preferibile non consumarne i semi.

Consigli per la "coltivazione":
essendo una pianta spontanea, non necessita di alcuna cura. Nella mia proprietà cresce in diverse zone ed è piuttosto invasivo, così delimitiamo alcune aree in cui vogliamo mantenerne la crescita per la raccolta e la propagazione annuale. 
Se lasciato incolto diventa difficile da estirpare, e crea in alcuni punti zone impenetrabili. Per questa ragione ci preoccupiamo in questa stagione di potarlo spesso, anche in altezza, per impedire che raggiunga una crescita sconsiderata.

preparazione

Le foglie, dal sapore molto deciso che ricorda il cavolo, possono essere lesse o aggiunte crude all'insalata.

Personalmente, raccolgo le foglie più tenere o la parte apicale di quelle più grandi direttamente su campo. Al momento della bollitura non è così necessario pulirle ulteriormente.
Utilizzando un terreno a coltura biologica, ovvero del tutto privo di qualsiasi trattamento chimico, posso permettermi di dare al raccolto un semplice risciacquo in acqua corrente, ma si raccomanda di pulire bene le verdure, così come di non raccogliere erbe in zone di cui non si conosce il trattamento, o a bordo strada, o in zone inquinate.

Prima di raccogliere delle erbe spontanee accertatevi che non siano una specie protetta e che sia commestibile.
Non è previsto alcun piano di protezione per questa specie.

Le foglie appena sbollentate perdono del tutto il loro odore e sapore amaro, pur mantenendone una nota gradevole che, come detto, ricorda il sapore del cavolo.
Possono essere consumate così come sono (lesse), oppure ripassate in padella con uno spicchio d'aglio, oppure usate in preparazioni come primi piatti, polpette di ricotta o con uovo e pangrattato, frittelle.
Accompagnano molto bene dei secondi di carne come arrosti e bolliti.

Anche la radice è commestibile: ha un sapore deciso e piccante, e può essere grattugiata sui piatti.
Dalle radici fresche, affettate e lasciate sotto sale per qualche ora perché rilascino il succo, si ottiene una maschera per il viso che serve a schiarire le efelidi.

Misticanza in padella  

Il mio piatto preferito sono le foglie ripassate in padella con aglio e condite con un po' di ricotta fresca di pecora: questo è spesso il mio pranzo, come piatto unico!





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martedì 26 luglio 2016

Frittelle di zucchine

La zucchina è il primo ortaggio che appare nell'orto, ed è molto produttiva. È una pianta strisciante o cespugliosa, che necessita di clima caldo o temperato e terreno ben drenato e sarchiato.
Va seminata tra febbraio e marzo, trapiantata tra fine marzo e primi di aprile, e comincia a produrre a circa 50-55 giorni dal trapianto, una delle ortive precoci quindi.
La sua coltivazione non è particolarmente difficile, richiede solo acqua costante, e teme l'umidità sulle foglie (che determina la facile comparsa dell'oidium o mal bianco).

Quest'anno le abbiamo piantate in buche arricchite di letame, ad una distanza di circa un metro l'una dall'altra e consociate con mais e fagiolini rampicanti.


È altamente digeribile, dietetica, e molto versatile dal momento che si presta a numerose ricette. Per quanti penseranno che mangiare zucchine significa privarsi del gusto, proviamo a ricordare che possono essere cucinate fritte, in umido, in vellultata croccante con pancetta, a cotoletta, grigliate, ripiene, e in molte altre preparazioni che non elenchiamo perché non vogliamo svelarvele tutte!

Il suggerimento di oggi sono queste golose palline, perfette sia per l'aperitivo che come piatto di portata, golose per grandi e piccini ed estremamente salutari!

ingredienti
  • 500 gr di zucchine
  • 1 uovo
  • 100gr di ricotta di pecora scolata dal suo siero
  • 4-6 cucchiai di pangrattato + altro per la panatura
  • 50 gr di parmigiano grattugiato
  • menta tritata (facoltativa)
  • sale e pepe
  • olio per la cottura
preparazione

Lavate le zucchine e grattugiatele finemente, quindi ponetele a scolare in uno scolapasta.

Mescolate l'uovo sbattuto, la ricotta, il parmigiano, la menta se gradita.

Unite il trito di zucchine, mescolate e aggiungete il pangrattato per ottenere un composto omogeneo e compatto.

Salate, pepate e formate delle palline. Potete lasciarle rotonde o schiacciarle leggermente.

Passate nel pangrattato per la panatura, quindi cuocete in padella caldissima con un filo d'olio, oppure in teglia unta e forno già caldo (a80° per 10-15 minuti) fino a doratura.

Suggerimenti:  potete accompagnarle con una salsa oppure con un contorno di insalata fresca. Potete aggiungere un dadino di formaggio per ottenre un cuore filante.

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sabato 16 gennaio 2016

Cavolo rosso speziato in agrodolce con cipolla e mele

Il cavolo rosso con cipolla e mele è secondo, un contorno, un piatto veg... fate voi. Accompagna bene le carni elaborate, ma anche le insalate di cous cous. Ed è una ricetta è TROPPO facile per non replicarla!

© Guido Frilli, fotocommunity.it

Si prepara in pochi passaggi, solo quelli sufficienti ad affettare gli ingredienti, e poi si "dimentica" in cottura per qualche ora. È possibile prepararla in anticipo e poi riscaldarla, ma una volta cotta potete anche surgelarla. Che state aspettando?

ingredienti

Per 8 persone
  • un cavolo rosso da circa un chilo
  • 4 mele renette piccole 
  • 500gr di cipolla bianca
  • 1 spicchio di aglio (facoltativo)
  • 1/4 di noce moscata
  • un pizzico di cannella
  • un pizzico di chiodi di garofano in polvere (oppure interi da togliere per un gusto meno marcato)
  • 3 cucchiai di zucchero di canna
  • 3 cucchiai di aceto
  • fiocchetti di burro
  • olio
  • sale
  • pepe appena macinato
preparazione

Fare un mix con le spezie in polvere, grattugiando quelle intere. 

Sbucciare il cavolo dalle foglie più esterne, lavarlo, asciugarlo, togliere il gambo e le parti più dure, quindi affettarlo in strisce regolari.
Affettare anche le mele e le cipolle.

Disporre a trati in una teglia precedentemente unta, oppure in un tegame che possa reggere le lunghe cotture.
Alternare strati di cavolo rosso, di cipolla e di mele: ad ogni strato aggiungere sale, pepe, il mix di spezie e una lieve spolverata di zucchero.
Continuare alternando gli strati fino a terminare gli ingredienti.

Versare infine l'aceto, irrorare con olio e qualche fiocchetto di burro, chiudere con un coperchio a tenuta ermetica e mettere in forno (150°) o su fornello per circa due ore. Rimescolate solo se necessario, un paio di volte.
L'effetto finale dovrà essere quello di un piatto brasato.

Potete tenerlo in caldo fino al momento di servire, va bene tiepido ma anche a temperatura ambiente. 

Questa ricetta puoi provarla anche con (ma attenzione ai tempi di cottura!)
  • cavolo cappuccio e patate con fiocchetti di formaggio
  • sedano rapa

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venerdì 10 luglio 2015

Gelato ai gelsi neri facilissimo con brioche siciliana: tutto homemade

Una granita sempre morbida come un gelato in appena un minuto. Il gusto dei gelsi di sicilia e l'immancabile brioche. Ed è subito estate.

Gelato ai gelsi neri

Non riesco a crederci che sia così facile.
Sapete quanti gelsi produce un albero? Tantissimi, tanti da non riuscire a consumarli. E quando sono così buoni, sani, genuini e privi di qualsiasi inquinante, è un crimine buttarli via.
Ma sono anche così deperibili!

E così, qualche giorno fa, ho lanciato una domanda su facebook per trovare idee... tra le tante quella di Alessandra mi è sembrata geniale, ma soprattutto la più semplice: congelarli!

Appena 24 ore e il gelato è fatto, tre soli ingredienti e un buon frullatore.
E da allora non faccio che frullare: se è così semplice, perché non farlo con tutta la frutta del mondo??

Ve ne sarete accorti che per ora sono presa da altro che non dalla cucina... se il caldo distrugge anche voi ma non riuscite a resistere alla tentazione dell'homemade, dovete provarlo, è troppo facile, troppo buono!

P.S. Irresistibile se accompagnato con una pallina di gelato al limone!

ingredienti

Per una vaschetta di gelato dimensioni 500ml:
  • 450gr di gelsi neri
  • 2 cucchiai di zucchero di canna integrale + 1 cucchiaio raso di amido precedentemente frullati fino ad ottenere la consistenza velo
oppure
  • 2 cucchiai colmi di zucchero a velo 
Per le brioche vedi questa ricetta.


preparazione

Lavare la frutta e privarla del picciolo.
Metterla in un contenitore e lasciare in freezer per una notte o 24 ore.

Mettere i frutti nel vaso del frullatore insieme allo zucchero precedentemente frullato con l'amido fino ad ottenere la consistenza dello zucchero a velo.

Azionare alla massima potenza, rigirando di tanto in tanto per ottenere una consistenza omogenea.

Si conserva morbido senza ghiacciare.

Servire con una brioche homemade, la cui ricetta è qui (quella in foto è impastata con metà farina 0 biologica e metà farina tumminia).

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lunedì 23 febbraio 2015

Tortina muffin al cacao (senza uova né lattosio) con crema spalmabile vegetale e granella di nocciole

Una torta senza uova, latte o prodotti di origine animale, la torta muffin è perfetta per stampini monoporzione o per una piccola tortina. E' soffice e golosa con la crema spalmabile totalmente vegetale.

torta cacao e nocciole 

Spesso "senza" è più sano e anche buono. Fa bene, e ci aiuta a condurre un tenore di vita migliore. Non sono vegetariana, ma il mio stile ci si avvicina molto, e sono aperta alle esperienze che mi indirizzano verso questa strada. 

Ecco perché in questi giorni sto sperimentando delle ricette senza uova e senza lattosio, perché la mia curiosità verso "è buono anche senza" è molto accesa.

Non sono per gli estremismi, quindi non mi entusiasmerò dicendovi che non si nota la differenza. Sin dall'anno scorso ho provato a realizzare questa torta in stampo più grande e, pur essendo buona, si sbriciolava un po'. Vi suggerisco quindi di realizzarla in misure più piccole, dato che è andata meglio. Ecco perché l'ho chiamata "torta muffin": anche il procedimento è quello dei famosi tortini!

torta cacao e nocciole

Per quanto riguarda la crema spalmabile, le motivazioni che mi spingono a sperimentare sul versante veg sono altre: un anno fa avevo inziato a fare dei tentativi con il latte, oggi ho voluto sperimentare senza. A mio avviso presenta dei vantaggi tecnici notevoli nel risultato finale, non ultimo anche quello di conservarsi più a lungo che con il latte bovino!
Se avete voglia di provare, sono aperta ai vostri commenti. Buon divertimento! 

ingredienti

Per la tortina (diametro 20 stampo alto)

  • farina 00 bio, gr 218
  • cacao amaro di primissima qualità, 98gr
  • zucchero semolato integrale, 262 gr
  • olio di semi, 45 gr
  • latte di soia alla vaniglia, 262gr
  • un pizzico di cannella in polvere
  • lievito per dolci vanigliato, 1 busta 
  • la scorza di una piccola arancia non trattata


  • 100 g di cioccolato fondente
  • 100 g di pasta di nocciole
  • 100 g di zucchero integrale di canna
  • 120 ml di latte di soia
  • 2 cucchiai di olio di semi di riso
  • 10 g di cacao amaro
  • 2 g di lecitina di soia 
  • 1 bacca di vaniglia

preparazione

Preparate la crema spalmabile vegetale (meglio il giorno prima)

Versate la pasta di nocciole e cioccolato fondente in un tegame antiaderente e aggiungete i semi della bacca di vaniglia, quindi scaldate a bagnomaria.

Sciogliete il cacao in polvere nel latte di soia e unitelo alla crema di nocciole insieme all'olio di riso e mescolate per 5 minuti.

La crema sarà di consistenza piuttosto liquida ma si rapprenderà in frigo in tre-quattro ore.

Crema Alle Nocciole Vegan tipo Nutella® da http://www.my-personaltrainer.it/Tv/Ricette/Dolci_Dessert/crema-spalmabile-nocciole-vegan.html
Preparate la torta muffin.

In una ciotola setacciare la farina ed il lievito.
Unire lo zucchero, il cacao, la cannella.
Mescolare a parte il latte di soia e l'olio.
Versate a filo sulle polveri e mescolate piano stando attenti a non formare grumi.
Versare nello stampo imburrato e infornare a 160°-170° per 30-35 minuti (vale la prova stecchino).
Lasciar raffreddare nello stampo per 10 minuti poi sfornare su una gratella e lasciar raffreddare completamente.
Cospargete con la crema spalmabile e ricoprite di crema di nocciole, oppure mangiatela così. Ottima anche in stampini monoporzione.
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martedì 15 gennaio 2013

Shirataki con funghi e verdure: la finta "pasta" dietetica

Gli shirataki di konjac sono un ingrediente della cucina giapponese a forma di spaghetti. A base di glucomannano, non contengono carboidrati, glutine o grassi. Sono completamente naturali e a bassissimo apporto calorico, quindi perfetti per molte diete, intolleranze o regimi alimentari terapeutici. Ma sono anche buoni e sfiziosi, quindi perfetti per la cucina etnica!

Shirataki con funghi e verdure

Vi avevo promesso un nuovo stile su Melazenzero, in linea con la dieta che -finalmente- sto seguendo con impegno. In pratica, però, la scorsa settimana mi sono arenata su due o tre piatti rapidi e alla griglia che mi consentivano di mangiare in fretta e senza il timore di "sgarrare".

Oggi sono al decimo giorno, e fra alti e bassi sono giunta ad un punto di equilibrio: nella prima settimana è stato un tormento, il corpo si ribellava al cambiamento fisico e mentale, e l'umore traballava, ma finalmente, dopo gli 8 giorni (durata soggettiva), l'organismo si è abituato.

Shirataki con funghi e verdure

La disintossicazione ferrea è durata 6 giorni: una settimana di tossine che sono andate via, di bocca amara, di stanchezza ed astenia, di notti insonni. Ma mai di fame.
"Non temere e vai avanti", diceva il mio coach, "è tutto ok, non stai morendo, ti stai solo depurando". Sorrido. Ma qualche volta mi veniva anche da piangere! In tutto questo mi ripetevo che non c'era altra strada, e che in qualche modo me l'ero cercata, in tanti mesi di trascuratezza e mancanza di consapevolezza.

Poi, domenica ho mangiato al ristorante: sempre nel rispetto di alcuni ingredienti, ma è stato bello. E da lì in poi, la strada è stata un pò in discesa. Ho nuovi alimenti consentiti, mantengo il regime rigidamente, e certe volte il dott mi premia con qualcosa di buono, che mi fa piacere più per la buona condotta che per il gusto di mangiare. Sono brava! 

E così oggi mi sono concessa un volo pindarico nella creatività, e ho CUCINATO: immaginate quanto sia importante per me cucinare? Sì, certo che sì, mi conoscete.
C'era un ingrediente che ultimamente studiavo da vicino, e che ho comprato la scorsa settimana, ma che non avevo avuto ancora il coraggio di sperimentare, ma oggi mi sono presa un giorno di vacanza ed ho aperto la mente: ci vuole il giusto spazio mentale per aprirsi ad ingredienti e tecniche sconosciute.

Questo ingrediente sono gli shirataki o Ito Konjaku in Giappone e Moyu o Juruo in China: sono un ingrediente che riscuote grande successo per le sue virtù benefiche. Oltre ad avere appena 15 calorie per 100g; inoltre è ricco di fibre benefiche per l'intestino e povero di grassi e carboidrati.

Essendo a base di glucomannano, una sostanza che si ricava dalla pianta di konjac, ha proprietà anticolesterolo (se usato con regolarità, in dose di 4g di glucomannano al giorno). Ha la capacità di assorbire fino a 100 volte il suo peso in acqua: dentro lo stomaco, a contatto coi liquidi, si trasforma sostanza gelatinosa  che dona un piacevole senso di sazietà e ripulisce le pareti dell'intestino da scorie e sostanze tossiche.

Shirataki con funghi e verdure

Andiamo agli aspetti più pratici.
Io li ho comprati in un negozio etnico al prezzo di circa 6€ al chilo: sono in confezioni da 250g, li vendono in buste di plastica contenenti acqua e spaghetti, annodati o meno. Potete trovarli in vari siti online di cucina zen.

Come si cucinano.
Aperta la confezione, si sgocciolano, si sciacquano, si cucinano in acqua bollente come gli spaghetti, con un tempo di cottura di 6-8 minuti. Poi si condiscono o, meglio ancora, si spadellano col sugo da voi scelto.

Il loro gusto.
Non createvi false aspettative: non sono pasta e non hanno la consistenza della pasta. Somigliano però agli spaghetti di soia, sono un pò gommosi (non in senso negativo però) ed hanno un sapore totalmente neutro. Conditeli con qualcosa di sugoso, così che possano assorbire il sapore del loro condimento... e diventare buonissimi!

Come si condiscono.
Ragù di carne, di pesce, di verdure. Salsa di soia, e tutto quello che vi suggerisce la fantasia. Credo che dalle mie parti li vedrete spesso! Scolateli, spadellateli, conditeli. E gustateli!

ingredienti

Per 2 persone:
  • 250g di spaghetti di shirataki
  • 300g di funghi misti
  • 250g di verdure a vostra scelta (io broccoletti, porri, carote)
  • scalogno 
  • sale, olio, salsa di soia (facoltativa)
preparazione

Cuocete le verdure al vapore, salatele, tenetele da parte.

Pulite i funghi e lo scalogno. Tagliuzzate i primi e affettate a velo il secondo.
Ungete appena la padella di ceramica o antiaderente, unite lo scalogno tritato e aggiungete un pò d'acqua calda per ammorbidirlo.

Nel frattempo mettete l'acqua sul fuoco, scolate e sciacquate gli scirataki e teneteli da parte fino a bollore.

Mettete i funghi in padella, salate e coprite con un coperchio. Se gradite, aggiungete del peperoncino.

Calate gli shirataki, salate e cuocete per 7-8 minuti come normali spaghetti. Scolate.

Spadellate gli shirataki insieme ai funghi e alle verdure che avrete aggiunto, facendo assorbire loro il fondo di cottura.

Servite con salsa di soia, o, in stile italiano, con del formaggio grattugiato.

lunedì 19 marzo 2012

Sformato di patate, zucca e broccoli: ricetta vegetariana

sformato di zucca patate e broccoli

Questo sformato di verdure e patate è una ricetta riadattata dal sito Buitoni, che ho modificato in alcuni ingredienti e nel procedimento.
Si tratta di alcuni avanzi di verdure già cotte ai quali ho cercato di dare una veste nuova, come spesso accade quando devo inventare una cena dal nulla.

La particolarità della ricetta è la semplice salsina al formaggio, che accompagna splendidamente le fette di sformato. Non è difficile da preparare, e dà al piatto un tocco in più.

sformato di zucca e broccoli

ingredienti
  • zucca, 250g
  • patate, 2 medie
  • broccolo bianco, alcuni avanzi o mezzo piccolo
  • 100 g di provola o Asiago
  • formaggio grattuggiato, 2 cucchiai
  • olive nere, una manciata
  • Sale e pepe
  • olio e.v. d'oliva
  • farina 00, 3 cucchiai
  • tuorli, 2 medi
  • prezzemolo
  • scalogno


    preparazione

    Pulire la zucca e tagliarla a dadini.
    Sbucciare le patate e tagliatele a dadini.
    Cuocere entrambe in acqua salata o al microonde per 10 minuti.
    Scolare (tenendo l'acqua di cottura) e lasciare raffreddare.

    Nella stessa acqua di cottura lessare le cime dei broccoli per 5 minuti.
    Scolare e conservare 350 ml dell'acqua di cottura.

    Scaldare il forno a 200°. In una casseruola fare scaldare un cucchiaio d'olio. Unire la farina e appena questa avrà assorbito l'olio aggiungere l'acqua di cottura.

    Girare la salsa con un cucchiaio di legno per 10 minuti a fuoco medio. Salare, pepate e unire il formaggio a dadini e le olive nere denocciolate e sminuzzate.

    In una padella mettere un cucchiaio d'olio, unire la cipolla e il prezzemolo tritato finemente; fare insaporire per qualche minuto a fuoco medio.
    Aggiungere le verdure lessate e proseguire la cottura per qualche minuto.

    Passare al mixer o schiacciare coi rebbi di una forchetta.
    Mescolare 2 tuorli d'uovo alla besciamella e mescolare questa salsa alle verdure.

    Versare il tutto in uno stampo da plumcake unto con l'olio rimasto o rivestito di cartaforno.

    Infornare lo sformato per 30 minuti a 180-200°.

    mercoledì 7 marzo 2012

    Tortino alle erbe rimesso in pentola: ricetta vegetariana

    tortino alle erbe

    Il tortino alle erbe è una mia vecchia ricetta, quasi sempre preparata quando non ho avuto il tempo di fare la spesa: i suoi ingredienti sono svuota-frigo, per me.
    In realtà non stavo cercando proprio questa ricetta, ma girovagando per il mio blog mi è capitata di trovarla nell'elenco delle torte salate... orrore: una foto tremenda, sfocata, e una data che mi ha fatto tenerezza (pochi mesi dopo il parto, quando cucinare era davvero difficile, eppure provavo ad ogni costo a portare avanti questo blog con una gran fatica e come spazio rigorosamente e preziosamente Mio).

    Da allora ne è passato di tempo, e questa cosa mi commuove.
    Volevo partecipare al contest della cara Fabiola con qualcosa di sensazionale, ma correndo sempre di qua e di là non avevo ancora deciso quale ricetta riproporre.


    Sia chiaro, non penso di vincere con questa ricetta, ma l'idea di Fabiola è davvero bella, utile, e la trovo un'occasione grandiosa perché ognuno di noi possa migliorare se stesso. In più mi è capitato di prepararla in un giorno in cui ero davvero giù di morale, ed impegnarmi in qualcosa di tangibile come la fotografia e la cucina mi ha dato tanta soddisfazione.

    tortino alle erbe

    Io rimetto in pentola alcune delle mie ricette più collaudate, ma era da tempo che mi ripromettevo di farlo con le ricette più "vecchie" (alcune sono molto valide, ma solo a guardarle fanno venure voglia di scappare). Alla fine la voglia di provare tutte le novità con cui ogni giorno vengono in contatto vince sempre, e su questo blog sopravvivono degli autentici orrori.
    Al di là dei premi, spero di partecipare con altre ricette, e ad di là del contest spero di continuare a rimettere in pentola altre mie preparazioni, per migliorarle. Grazie Fabiola.

    tortino alle erbe

    ingredienti

    per 2-3 persone:
    • uova, 4
    • cipollotti o scalogno, 1
    • zucchine, 1 piccola
    • spinaci, una piantina o un cubetto surgelato
    • lattuga o altra verdura (verza), qualche foglia
    • parmigiano grattugiato, 60g
    • prezzemolo
    • menta fresca
    • zafferano, 1 cucch.no abbondante
    • latte
    • burro o ricotta (facoltativa)
    • pangrattato
    • sale e pepe
    preparazione

    Pulite le verdure poi tritate la zucchina con i cipollotti al coltello.

    Tritate anche gli spinaci, la lattuga, il prezzemolo e la menta.

    Sbattete le uova, unite lo zafferano sciolto in un pò di latte, il parmigiano, la ricotta, sale pepe e unite il trito di verdure. Se necessario aggiungete del pangrattato per regolare la consistenza.

    Versate il composto in uno stampo imburrato e cosparso di pangrattato, e cuocete a 200° per  40-45 minuti.

    Servire caldo o appena tiepido.

    giovedì 12 gennaio 2012

    Panelle palermitane ("frittelle" di farina di ceci)

    panelle

    Mani amore e fantasia, nei primi giorni di dicembre, ha messo nero su bianco la ricetta delle panelle.
    Da tempo non la provavo: come mi dicono spesso, sono una che non ripete mai due volte la stessa ricetta, e mi piace sempre fare cose nuove. Quindi provo, e poi archivio.
    Anche perché, non so se vi capita, ma a me riescono solo le "prime".
    Quindi, quando lei ha scritto la ricetta, non ho voluto fare nemmeno la fatica di andare a recuperare la mia: direttamente dal mio pc, in cucina, ho utilizzato la sua (pigrizia dell'era moderna!).
    Al contrario, però, ne ho fatte pochissime, perché dovevo utilizzare degli avanzi di ingredienti. La prossima volta magari... (ma ci sarà una prossima volta?)

    panelle

    Per il procedimento vi rimando a lei, che lo ha documentato benissimo.
    Sulle panelle, invece, vi dico che sono una delle specialità più famose a Palermo, e in tutta la sicilia in genere, uno degli street-food più importanti ed esportati. La loro origine è araba.
    Quando leggo le ricette genovesi mi convinco che non differiscono di molto dalle nostre, anche se il modo di denominarle è diverse. Sarebbe interessante un aprofondimento sulle radici comuni di queste ricette (e sul perché proprio a Genova, e non altrove...)
    Le panelle sono "sfoglie" di farina di ceci impastata ad acqua, cotta sul fuoco, poi schiacciata e fritta.
    Il procedimento è semplice, ma richiede pazienza e una buona dose di forza muscolare, soprattutto se in tegame avete parecchia farina di ceci. Per il resto, non richiede particolari abilità: mettetevi davanti all'olio bollente e friggete. Io ho provato ad infornarle... ma non ve lo consiglio. Le panelle (al contrario delle crocché) vanno rigorosamente fritte!

    panelle

    ingredienti

    Per 40-45 panelline
    • farina di ceci, 500g
    • acqua, 750ml
    • sale e pepe
    • prezzemolo tritato
    preparazione

    Versate la farina di ceci in un tegame dal fondo non troppo sottile, meglio se in ceramica, o antiaderente di buona qualità.
    Aggiungete poca acqua alla volta, al centro dell'impasto, amalgamandolo con un cucchiaio di legno er non formare grumi. L'impasto è sodo e pesante, quindi difficile da mescolare: ho iniziato con una forchetta perché la dose era minima, ma con grandi quantitativi è più difficile da gestire.

    Salate, pepate e mettete sul fuoco.
    Questa è la fase più faticosa, perché in cottura tende ad attaccarsi sul fondo, e si deve mescolare continuamente.

    Ad un certo punto comincerà ad aggrumarsi, ma è normale: continuate a mescolare (o fatevi dare il cambio!!) perché i grumi spariranno tra un pò.

    E' necessario che trascorrano 20-30 minuti prima che l'impasto cominci a fare delle grandi bolle
    A questo punto, tolta la pentola dal fuoco, spalmatene un po’ su un piatto e fate raffreddare qualche istante: se si stacca subito è pronto, altrimenti riponete sul fuoco.
    Condite con il prezzemolo tritato e mescolate vigorosamente.
    Lasciate un'ora in frigo a raffreddare.

    Procedete quindi con la "sfogliatura" delle panelle.

    Ci sono diverse tecniche: quella "casalinga", come faceva mia madre, era quella di versare l'impasto ancora caldo in una latta d'olio, farlo raffreddare, per poi aprire la latta con un apriscatole ed affettare sottilmente le panelle.
    La versione moderna è quella di versare in tutto in un recipiente stretto e lungo e poi ritagliato a forma: dovendo ottenere delle panelle da tagliare "verticalmente", dovete cercare di dare al composto la forma di un parallelepipedo. E' perfetto uno stampo da plumcake rivestito di cartaforno.

    Un'altro sistema, mai provato, è quello di utilizare il bordo esterno di un piattino di ceramica, per sfogliarle una alla volta, ma è un procedimento lungo e laborioso, che dev'essere fatto rapidamente.

    Io ho steso tutto l'impasto su una superficie fredda e unta d'olio (se lo avete, è perfetto il marmo), dandogli lo spessore necessario, e poi ho ritagliato a misura desiderata: con poche panelle si può fare, con molte... è necessaria una superficie parecchio vasta!

    Le panelle vanno fritte in olio abbondante caldissimo per pochi istanti (una pentola riempita d'olio nella quale verserete non troppe panelle per volta) e poi sgocciolate per bene e servite in panini rotondi e ricoperti di sesamo, condite con qualche goccia di limone. Ottime calde.

    venerdì 18 novembre 2011

    Salsa Tzatziki (salsa greca)

    salsa tzatziki

    A volte il sapore della solita carne è troppo semplice, e non si sa come "vestirla" per cambiare i piatti di ogni giorno. Se poi la fonte di ispirazione è il bancone di prodotti internazionali, può succedere che venga fuori una ricetta di questo tipo: la salsa greca Tzatziki.
    E' molto facile da preparare, e l'ho scoperta per caso, ispirata dalla compatezza amabile dello yogurt greco, ormai facilmente reperibile nei supermercati.
    Non ho una grande cultura in merito, ne ho preso un pò di quello anonimo che vendevano al banco, perché mi sembrava avesse un bell'aspetto, ma so che ne esistono di diversi in commercio anche preconfezionati. Sicuramente ne saprete più di me.
    Ha pochi ingredienti, questa salsa, quindi l'unico accorgimento che vi suggerisco di usare è di scegliere prodotti freschi e di prima qualità.

    La tzatziki è ottimo accompagnamento a carni arrosto o bollite, ma la proverei anche con un pinzimonio di verdure.
    Noi l'abbiamo abbinata a hamburger semplici fatti con tritato di maiale e vitello.

    salsa tzatziki

    ingredienti

    • cetriolo, 1
    • aglio, 1/2 spicchio (facoltativo, io non l'ho usato)
    • yogurt greco, 150g
    • menta, qualche foglia
    • olio e.v.o., 2 cucchiai
    • sale, q.b.
    • pepe q.b.
    preparazione

    Sbucciare il cetriolo e tritarlo finemente con una grattugia. Scolarlo e strizzarlo.
    Mescolarlo a tutti gli altri ingredienti, e alla menta tritata al coltello.
    Lasciare riposare in frigo prima di servire.

    mercoledì 22 giugno 2011

    Melanzane a cotoletta

    Un piatto tradizionalissimo delle estati siciliane, queste melanzane si prestano ad alcune varianti, tutte estremamente irresistibili. Quella fritta, con panatura "a cotoletta" (come se fosse una milanese). Quella grigliata, su piastra o braci, con panatura semplice (olio d'oliva & pangrattato). Aromatizzate con menta fresca sono un tripudio di sapore. Una sola parola: commoventi.

    melanzane panate

    Se vi trovate a visitare Palermo, e siete appassionati di turismo enogastronomico, non potete fare a meno di inoltrarvi in quelli che sono i mercati storici della città.
    Di radice fortemente araba, tanto da ricordare i suk tunisini, sono luoghi in cui colori, odori, e caratteristici suoni, vi invaderanno in un solo istante. I venditori spesso abbannìano la loro merce per attrarre i compratori, esprimendosi in creative performarce del tutto irripetibili, e che spesso fanno storia all'interno di una o più generazioni della città.

    In questi mercati, ma in realtà in ogni angolo di strada della città, potete trovare venditori ambulanti, friggitorie, gastronomie, rosticcerie, tutti luoghi in cui è acquistabile lo street-food del luogo, che al di là del neologismo contemporaneo ha origini antichissime.

    Insomma, il cibo da passeggio, che si mangia camminando, è fortemente intriso della nostra cultura.
    Cibo dei poveri, cibo di chi non aveva tempo di fermarsi, di chi non rientrava a casa per pranzo, di chi non aveva un tetto sulla testa. I siciliani potevano essere poveri anche più di mille anni fa, ma non rinunciavano al buon cibo.

    Oggi alcune di queste pietanze sono entrate a far parte dei menù siciliani come antipasti: le mitiche arancine, le  panelle, le crocché (o cazzìlli), le verdure in pastella nel coppo di carta, i bianchetti in frittelle, e così via.

    melanzane a cotolettaLe melanzane a cotoletta fanno parte di questa tradizione: sono buonissime, fritte, e si mangiano con le mani. Se invece ve le servono a tavola, potete tranquillamente tagliarle con coltello e forchetta.
    Si trovano spesso nei buffet estivi: la melanzana violacea, qui al sud, fruttifica da maggio a ottobre (in alcuni casi anche di più), ed è un frutto (anzi, per meglio dire una bacca, lo sapevate?) molto apprezzato: contiene vitamine B e C, acido folico, potassio, fosforo, sodio e calcio.


    La melanzana ha un polpa capace di assorbire molto i liquidi, e per questo rende bene in preparazioni nelle quali riesce ad assorbire condimenti ed odori.
    Stimola la produzione della bile, con proprietà simili a quelle del carciofo, aiuta a ridurre il colesterolo, ed ha azione antibatterica.  
    Ottima per le diete dimagranti (18 calorie per 100 grammi), ha pochissime calorie, ma quasi sempre, nelle preparazioni, è molto condita e ricca. La verità, però, è che sono buone anche nella loro forma più semplice (ad esempio, leggermente lessate con olio e menta).

    Quando si parla di melanzane, non vi viene subito in mente la cucina siciliana? Ed in effetti furono proprio gli arabi, all'inizio del medioevo, a portarla in queste terre, dalle quali poi si diffuse nel resto della Penisola. Veniva conservata in salamoia e condita con spezie piccanti, e il suo nome arabo è badingian: approdata in sicilia, venne chiamata melo badingian, da cui melangian. Il suo significato (mela non buona) è legato al fatto che la melanzana è tossica se consumata cruda, e per essere mangiata dev'essere quasi sempre spurgata e cotta.

    La ricetta che vi propongo è un classico, in tutte le famiglie si prepara: alcuni omettono il passaggio nella farina, e le passano solo in uovo e pangrattato. L'infarinatura, tuttavia, conferisce una certa consistenza alla panatura, e la rende spessa e croccante, fungendo anche da isolante rispetto all'assorbimento della polpa.

    Nella descrizione della ricetta vi propongo la frittura in olio, ma possono anche essere cotta su griglia appena unta.

    ingredienti
    • melanzane tunisine*, 3 medie
    • uova, 4
    • pangrattato, q.b.
    • olio e.v. d'oliva, q.b.
    • sale
    • farina bianca, q.b. 
    • prezzemolo e/o menta , q.b.
    preparazione

    Tagliare le melanzane lavate a fette, a me piacciono non troppo spesse, così da diventare più croccanti. Se necessario asciugatele.
    * Questa varietà di melanzana non necessita di spurgatura, non avendo il caratteristico sapore amaro.

    In una terrina sbattere le uova con una presa di sale.

    Passare le fette prima nella farina, poi nell'uovo sbattuto, poi nel pangrattato insaporito con gli aromi. Trovo che con la menta siano fantastiche.

    Scaldate l'olio in un tegame , in modo da ottenere almeno 4 dita di olio.
    Non versate le fette finché l'olio non ha raggiunto la massima temperatura.
    Cuocete poche fette per volta per non abbassare la temperatura dell'olio, e lasciatele abbastanza larghe tra di loro, anche se questo significa friggerle solo un paio per volta.
    Questa tecnica è il segreto perché non assorbano molto olio, assumedo un sapore stucchevole.

    Dorate da entrambi i lati, e asciugate su carta assorbente. Servite fredde, calde, tiepide... sono eccellenti 'a comu egghiè (in qualsiasi modo).
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    E' per questo che ogni tanto latitiamo...