Due dischi di pan di spagna alle nocciole alternati da due dischi cremosi: uno al pistacchio ed uno al cioccolato. La decorazione è fatta coi biscotti, di vari gusti, forme e consistenze.
Oggi vi racconto di una torta con scarso successo.
Alcuni parenti apprezzano i miei dolci, ma... fino ad un certo punto.
E' abbastanza chiaro, non è che io sia una professionista: so anche però che le mie torte sono mangiabili. Come dire, non fanno proprio schifo.
I "brava, brava" detti tanto per dire non mi piacciono nemmeno, non ci credo.
So perfettamente quali sono i limiti dei miei dolci, e apprezzo chi fa delle critiche costruttive per migliorarmi. Le critiche costruttive si percepiscono subito.
Però.
Credo che si capisca anche (sarà perché l'ho provato al di fuori della cerchia familiare) l'apprezzamento per il tuo lavoro a prescindere dal risultato, il riconoscimento dell'impegno non solo materiale, ma anche affettivo, nel preparare un dolce per una ricorrenza.
Ecco, quello manca decisamente.
Ultimamente, nonostante le mie ultime torte siano molto meglio di quelle di anni fa, ed anche più studiate ed eleganti, pare sia scritto in faccia ad alcuni "se lo avessimo comprato sarebbe stato meglio".
Perché? Ovvio, perché un dolce fatto da me non è perfetto come quello della pasticceria, il mio presenta sempre qualche imperfezione tecnica, nella consistenza, nel gusto, nella temperatura, che l'opera di un pasticcere non avrebbe.
Vi dico cosa non andava in questa torta, ad esempio: dovevo bagnare meno il pan di spagna, e quando è arrivato il momento di servirla (dal momento che la posa in freezer è necessaria all'assemblamento) doveva stare ancora un pò a temperatura ambiente. Sarebbe bastato aspettare ancora una mezzoretta.
Da molti anni ormai preparo dolci: se mi guardo indietro, penso che la critica è sempre stata un elemento centrale del giudizio nella mia famiglia.
Nonostante questo non mi sono mai arresa, perché per me cucinare è il piacere di offrire un regalo fatto con le mie mani, è un'occasione per imparare, per cimentarmi, e l'errore è messo in conto, anzi è proprio assicurato. Non ho mai fatto una torta perfetta. Probabilmente, quello che chiedo è la chance di provarci, senza la quale non ci sarebbe margine di miglioramento.
Qualcuno potrebbe pensare che nella mia storia familiare ci siano grandi virtù e competenze culinarie, grandi modelli di riferimento difficili da emulare... no. Il dolce si compra, e se è possibile si compra anche il resto (ed io, pecora nera, invece decido di autoprodurre quasi tutto).
Non credo sia cattiveria, la loro: piuttosto, nella mia famiglia allargata il dolce è un rito molto importante, una portata tanto celebrata da essere la chiave di un'intera giornata. Tutti molto golosi, ciascuno coi suoi gusti e preferenze ha le proprie grandi aspettative sul dolce del giorno.
Non biasimo tutto questo. La passione per il dolce fatto in casa non può essere condivisa da tutti, perché include una tolleranza verso cose che agli occhi degli altri sono inconcepibili (e a ragione), compreso il lavorare giorno e notte per assemblare una torta moderna. Solo per il gusto di provarci, come ad una tela, come ad una scultura (che nel mio caso però è lontana dall'essere un'opera d'arte, ma diventa piuttosto un'esercitazione).
Piccole follie, se vogliamo, che agli occhi degli altri sono inezie. Perché non comprarlo, ci si chiede. Perché, se a Palermo esiste una scuola di pasticceria davvero notevole.
Già, perché? Me lo chiedo pure io, perché lo faccio. Il disinteresse per il lavoro estetico sul dolce, l'impazienza verso alcuni accorgimenti di conservazione (che in pasticceria rappresentano un "prima" non evidente agli occhi del cliente, che prende il dolce, lo porta a casa e se lo mangia) mi rende consapevole del fatto che esiste un punto di vista diverso dal mio, e che per questo mi fa sentire quasi "colpevole" di rovinare agli altri il momento del Dolce.
Sto seriamente valutando di lasciar perdere di imporre il mio dolce nelle ricorrenze familiari più importanti. Ridurrò di molto le occasioni per sperimentare, ma pazienza, lo metto in conto come un atto di rispetto verso le preferenze altrui.
Se però voi volete provarci, vi lascio la mia ricetta per questa torta: fatemi sapere come vi riesce!
Separate i tuorli dagli albumi e pesateli. Mettete in una ciotola gli albumi, ed aggiungete 10g di zucchero ogni 25g di albume. Montateli a neve fermissima.
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Oggi vi racconto di una torta con scarso successo.
Alcuni parenti apprezzano i miei dolci, ma... fino ad un certo punto.
E' abbastanza chiaro, non è che io sia una professionista: so anche però che le mie torte sono mangiabili. Come dire, non fanno proprio schifo.
I "brava, brava" detti tanto per dire non mi piacciono nemmeno, non ci credo.
So perfettamente quali sono i limiti dei miei dolci, e apprezzo chi fa delle critiche costruttive per migliorarmi. Le critiche costruttive si percepiscono subito.
Però.
Credo che si capisca anche (sarà perché l'ho provato al di fuori della cerchia familiare) l'apprezzamento per il tuo lavoro a prescindere dal risultato, il riconoscimento dell'impegno non solo materiale, ma anche affettivo, nel preparare un dolce per una ricorrenza.
Ecco, quello manca decisamente.
Ultimamente, nonostante le mie ultime torte siano molto meglio di quelle di anni fa, ed anche più studiate ed eleganti, pare sia scritto in faccia ad alcuni "se lo avessimo comprato sarebbe stato meglio".
Perché? Ovvio, perché un dolce fatto da me non è perfetto come quello della pasticceria, il mio presenta sempre qualche imperfezione tecnica, nella consistenza, nel gusto, nella temperatura, che l'opera di un pasticcere non avrebbe.
Vi dico cosa non andava in questa torta, ad esempio: dovevo bagnare meno il pan di spagna, e quando è arrivato il momento di servirla (dal momento che la posa in freezer è necessaria all'assemblamento) doveva stare ancora un pò a temperatura ambiente. Sarebbe bastato aspettare ancora una mezzoretta.
Da molti anni ormai preparo dolci: se mi guardo indietro, penso che la critica è sempre stata un elemento centrale del giudizio nella mia famiglia.
Nonostante questo non mi sono mai arresa, perché per me cucinare è il piacere di offrire un regalo fatto con le mie mani, è un'occasione per imparare, per cimentarmi, e l'errore è messo in conto, anzi è proprio assicurato. Non ho mai fatto una torta perfetta. Probabilmente, quello che chiedo è la chance di provarci, senza la quale non ci sarebbe margine di miglioramento.
Qualcuno potrebbe pensare che nella mia storia familiare ci siano grandi virtù e competenze culinarie, grandi modelli di riferimento difficili da emulare... no. Il dolce si compra, e se è possibile si compra anche il resto (ed io, pecora nera, invece decido di autoprodurre quasi tutto).
Non credo sia cattiveria, la loro: piuttosto, nella mia famiglia allargata il dolce è un rito molto importante, una portata tanto celebrata da essere la chiave di un'intera giornata. Tutti molto golosi, ciascuno coi suoi gusti e preferenze ha le proprie grandi aspettative sul dolce del giorno.
Non biasimo tutto questo. La passione per il dolce fatto in casa non può essere condivisa da tutti, perché include una tolleranza verso cose che agli occhi degli altri sono inconcepibili (e a ragione), compreso il lavorare giorno e notte per assemblare una torta moderna. Solo per il gusto di provarci, come ad una tela, come ad una scultura (che nel mio caso però è lontana dall'essere un'opera d'arte, ma diventa piuttosto un'esercitazione).
Piccole follie, se vogliamo, che agli occhi degli altri sono inezie. Perché non comprarlo, ci si chiede. Perché, se a Palermo esiste una scuola di pasticceria davvero notevole.
Già, perché? Me lo chiedo pure io, perché lo faccio. Il disinteresse per il lavoro estetico sul dolce, l'impazienza verso alcuni accorgimenti di conservazione (che in pasticceria rappresentano un "prima" non evidente agli occhi del cliente, che prende il dolce, lo porta a casa e se lo mangia) mi rende consapevole del fatto che esiste un punto di vista diverso dal mio, e che per questo mi fa sentire quasi "colpevole" di rovinare agli altri il momento del Dolce.
Sto seriamente valutando di lasciar perdere di imporre il mio dolce nelle ricorrenze familiari più importanti. Ridurrò di molto le occasioni per sperimentare, ma pazienza, lo metto in conto come un atto di rispetto verso le preferenze altrui.
Se però voi volete provarci, vi lascio la mia ricetta per questa torta: fatemi sapere come vi riesce!
Per il pan di spagna alle nocciole
- farina 00, 35g
- uova, 8
- zucchero, 225g circa
- nocciole in farina, 190g
- scorza di limone, o vaniglia, o cannella, q.b.
Per il cremoso al pistacchio:
- 7 tuorli
- 70 gr di zucchero
- 500 gr di panna liquida fresca
- 50 gr di pasta pistacchio
- 6 gr di gelatina in fogli da 2 gr
Per il bavarese al cioccolato bianco e nocciole:
- latte intero fresco, 200g
- tuorli, 80g
- zucchero, 35g
- cioccolato bianco, 185g
- pasta di nocciole, 80 g
- colla di pesce in fogli, gr. 6
- panna da montare, 500g
Per la decorazione:
- biscotti zebrati di frolla e cioccolato
- biscotti a forma di cuore
- cialde
- granella di pistacchio
- cacao amaro
Preparare il pan di spagna alle nocciole (il giorno prima).
Separate i tuorli dagli albumi e pesateli. Mettete in una ciotola gli albumi, ed aggiungete 10g di zucchero ogni 25g di albume. Montateli a neve fermissima.
Montate anche i tuorli, con parte dello zucchero, fino ad ottenere un composto chiaro e spumoso.
Al momento di unire i due composti, valutate se è necessario
non aggiungere una parte degli albumi, per ottenere due composti di uguale peso.
Setacciate la farina e mescolatela alla farina di nocciola. Unitevi anche l'ingrediente aromatizzante che avete scelto.
Unite la miscela di farina in una sola volta, mescolate in
modo da non ottenere grumi ma non troppo a lungo da riscaldare il
composto, unite poi il resto dell'albume a neve, cercando di montare
continuamente (per esempio con le fruste elettriche) per non smontare
gli albumi.
Cuocete a 150° per 10 minuti, o finché non avrà raggiunto il
colore e la lievitazione desiderata.
Il diametro dello stampo varierà a
seconda dell'altezza che vi serve. Più piccolo è lo stampo più si
allungherà il tempo di cottura.
Preparare il cremoso.
Idratare la gelatina in acqua fredda per 10 minuti.
Mettere la panna a bollire. Nel frattempo montare in planetaria i tuorli con lo zucchero,
finché non sono schiariti.
Versare sulle uova la panna calda e riporre sul fuoco, portando a 82°C, come per una crema inglese.
Unire la pasta pistacchio ed infine la gelatina strizzata e sciolta in un pò di liquido, al microonde. Mescolare attentamente per amalgamare tutti li ingredienti.
Mettere in frigo a rassodare.
Preparate il bavarese.
Fate bollire il latte fino al primo tremore.
Nel frattempo sbattete i tuorli con lo zucchero, schiarendoli leggermente.
Versate i latte a filo sui tuorli, quindi rimetteteli in pentola e fate cuocere fino a 85 C.
Fuori dal fuoco unite il cioccolato bianco spettettato, la colla di pesce ammollata e strizzata e la pasta di nocciola.
Emulsionate bene con una frusta elettrica .
Portate il composto a circa 4 C poi incorporatelo alla panna montata.
Ponete in frigo a rassodare.
Montate il dolce.
Mettete sul vostro piatto a servire (io mi sono aiutata con il cerchio di una tortiera apribile 24 cm ⌀) una base di pan di spagna alta circa mezzo centimetro, e bagnatela con un composto di rum e acqua in eguali proporzioni, con un paio di cucchiaini di zucchero.
Versatevi sopra il cremoso al pistacchio, lisciatelo.
Appoggiate un altro disco di pan di spagna, pressatelo in modo che aderisca uniformemente e bagnatelo allo stesso modo.
Versate su questo il bavarese, e non lisciatelo, piuttosto "ondulatelo" in modo che la superficie del dolce risulti irregolare.
Una parte del bavarese vi avanzerà, tenetela da parte per decorare il bordo della torta.
Ponete in freezer per 4 o 5 ore, ma dopo un'ora circa affondate al centro del dolce i biscotti a bastoncino.
Trascorso il tempo di rassodamento in freezer, togliete il cerchio e decorate il bordo della torta. Spalmate il bavarese facendo aderire le cialde sul bordo, spolverizzate la superficie con del cacao amaro e decorate con i biscotti a cuore e granella di pistacchio.
Ponete in frigo per altre 4-5 ore e un'ora a temperatura ambiente prima di servire.
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12 commenti:
Una vera e propria golosità!!!
Io invece ti ammiro per la tua voglia di sperimentare e di provarci e lo dico sinceramente, non per un complimento gratuito. E sarei portata ad apprezzare più un dolce fatto in casa con la sua possibile “imperfezione” che non una torta perfetta uscita da una pasticceria. Perché passione, impegno, amore, dedizione sono ingredienti che non si acquistano da nessuna parte.
Al posto tuo continuerei a sperimentare, se non altro per me stessa. E se qualcuno non apprezza fino in fondo…pazienza :) Buona settimana e complimenti per la torta. Anche con il piccolo difetto della bagna a me sembra un gran bel lavoro :)
Grazie care, ma vorrei dirvi una cosa: non smetterò di cucinare!
Magari cercherò un pubblico diverso...
...e cmq alle torte più piccole ci avevo pensato pure io ;-)
mi hai appena fatto arrivare a un passo dalla redenzione sempiterna. grazie.grazie.grazie. (anche da parte del marito catanese)
Ma non osare smettere di fare dolci, anzi, invita me e te lo faccio vedere io cosa spunta scritto sulla mia fronte!!! Tu usi gli ingredienti più buoni che nelle pasticcerie non si trovano: l'amore, la passione e la sensibilità!!
a parte la commestibilità, anche per tutte le altre cosine fatte a mano ci sono un sacco di persone che non capiscono, che non condividono il valore del tempo e dell'impegno dedicato e si limitano a criticare ed insistono che "era meglio se lo compravi".
io con una di queste persone ci ho pure fatto due figli.
per dire.
e infatti a lui non intendo sferruzare nemmeno una sciarpa, che tanto lo so che non apprezza.
oh, se vuoi spedire io apprezzo, eh :D
Ciao,sei molto brava ,non so quando posso ma questa torta la devo fare,mi chiedevo ma 225 gr di zucchero non è molto?
cOSA AVREI PAGATO IERI PER AVERE qualcuno che mi facesse la torta di compleanno con amore e dedizione... forse perché so che significa, vedo nel regalare una torta un gesto di infinito amore, e pazienza se il risultato non è eccellente come quello della pasticceria... Anche se, ti confesso che, ormai quelle di pasticceria nn mi piacciono più, sono scontate e banali...
Fantasie... aMMore! ♥
Cara Vera,
lo zucchero nei dolci non ha solo la funzione di conferire sapore, dolcezza, ma anche struttura: rende soffici le proteine della farina e assorbe l’umidità rimasta nella torta dopo la cottura mantenendola morbida per diversi giorni.
Questo tipo di pan di spagna, avendo l'aggiunta delle nocciole, prevede questa proporzione, io non la varierei, anche perché non ho idea di quale sarebbe il risultato! :-)
A Palermo le pasticcerie sono spesso di qualità e quindi molti si sono abituati alle torte comprate, ma le tue sono fatte con amore e creatività ed io preferirei di certo questi ingredienti, non sempre conta la perfezione, poi le tue torte sono così belle! Continua perchè se smettessi sicuramente i tuoi parenti ci rimarrebbero male anche se magari apparentemente non lo dimostrano!!!
Alessandra Purificato
Alle ore 11 del 4 marzo 2013, scrive:
"Sono d'accordo con Federica e aggiungo che non c'è pasticceria che tenga di fronte all'amore che tu metti nel fare un dolce. Questo amore traspare sul tuo blog e ne deduco che i tuoi dolci non possono che essere buonissimi. Noi lettori del tuo blog apprezziamo!"
Scusa Alessandra, ma ho cancellato per sbaglio il tuo commento.
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