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giovedì 2 marzo 2017

Allium triquetrum: io, folle, scommetto.

Allium triquetrum, famiglia Amaryllidaceae, genere Allium, specie Triquetrum, nome comune: aglio selvatico o aglio angolare. Specie commestibile officinale.

allium  

Circa un anno fa ho fatto un corso che ha cambiato molte cose nella mia vita.
Mi ha insegnato a riconoscere alcune piante, poche rispetto a quanto vorrei e dovrei, ma tante rispetto al poco che sapevo.

Questo corso ha cambiato la mia #vitaSuiMonti avvalorando le mie idee sull'importanza della tutela della biodiversità.
Ha "iniziato" mio marito al magico mondo della botanica. Ci ha unito in una passione che non sapevamo di avere così forte e in comune.
Certo, è il caso di dirlo, nulla attecchisce se il substrato non è quello adatto: eravamo pronti ad aprirci a questo, e per quanto la nostra ignoranza sia ancora sconfinata, eravamo desiderosi di prendere questa direzione.
Adesso ci sentiamo come quelli che "eravamo ciechi, adesso ci vediamo".

A quel corso ci furono mostrate alcune piante dal vivo a scopo esemplificativo per impararne il riconoscimento. Io (che da allora nutro un'insana passione per le liliacee) non sono riuscita a tollerare l'idea che quelle piante giacessero sul tavolo, "esangui", e a fine corso fossero semplicemente buttate via.

Ho portato con me alcune di loro nella speranza di farle "allivisciri" ( come diceva mia nonna di piante un po' mosce e bisognose di acqua per tornare in sesto).
Alcune erano annuali e dopo essere attecchite hanno terminato il loro ciclo di vita. Altre, come queste bulbose, mi allietano ancora con la loro compagnia.

Aglio selvatico  (così comune, banale, chi mai salverebbe un aglio con amore? È solo un allium!), semplice ma bellissimo.
Sparito in estate, riapparso in inverno, ora pronto a regalarmi un'altra fioritura. Non è stato strappato invano, spero.

Nella mia vita molte cose vanno così: scommetto laddove gli altri non vedono nulla.
"Ma io non vedo nulla, su cosa scommetti?"
È quel niente che, quando fiorisce, mi fa sentire la persona più ricca dell'universo: l'essenziale è invisibile agli occhi.
Abbiate cura, quindi, delle cose in cui scegliete di riporre speranze e valori.



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Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.

martedì 26 luglio 2016

Frittelle di zucchine

La zucchina è il primo ortaggio che appare nell'orto, ed è molto produttiva. È una pianta strisciante o cespugliosa, che necessita di clima caldo o temperato e terreno ben drenato e sarchiato.
Va seminata tra febbraio e marzo, trapiantata tra fine marzo e primi di aprile, e comincia a produrre a circa 50-55 giorni dal trapianto, una delle ortive precoci quindi.
La sua coltivazione non è particolarmente difficile, richiede solo acqua costante, e teme l'umidità sulle foglie (che determina la facile comparsa dell'oidium o mal bianco).

Quest'anno le abbiamo piantate in buche arricchite di letame, ad una distanza di circa un metro l'una dall'altra e consociate con mais e fagiolini rampicanti.


È altamente digeribile, dietetica, e molto versatile dal momento che si presta a numerose ricette. Per quanti penseranno che mangiare zucchine significa privarsi del gusto, proviamo a ricordare che possono essere cucinate fritte, in umido, in vellultata croccante con pancetta, a cotoletta, grigliate, ripiene, e in molte altre preparazioni che non elenchiamo perché non vogliamo svelarvele tutte!

Il suggerimento di oggi sono queste golose palline, perfette sia per l'aperitivo che come piatto di portata, golose per grandi e piccini ed estremamente salutari!

ingredienti
  • 500 gr di zucchine
  • 1 uovo
  • 100gr di ricotta di pecora scolata dal suo siero
  • 4-6 cucchiai di pangrattato + altro per la panatura
  • 50 gr di parmigiano grattugiato
  • menta tritata (facoltativa)
  • sale e pepe
  • olio per la cottura
preparazione

Lavate le zucchine e grattugiatele finemente, quindi ponetele a scolare in uno scolapasta.

Mescolate l'uovo sbattuto, la ricotta, il parmigiano, la menta se gradita.

Unite il trito di zucchine, mescolate e aggiungete il pangrattato per ottenere un composto omogeneo e compatto.

Salate, pepate e formate delle palline. Potete lasciarle rotonde o schiacciarle leggermente.

Passate nel pangrattato per la panatura, quindi cuocete in padella caldissima con un filo d'olio, oppure in teglia unta e forno già caldo (a80° per 10-15 minuti) fino a doratura.

Suggerimenti:  potete accompagnarle con una salsa oppure con un contorno di insalata fresca. Potete aggiungere un dadino di formaggio per ottenre un cuore filante.

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sabato 16 aprile 2016

Biancospino: il momento esatto per lasciarsi andare

In questi giorni c'è una storia che mi scava nel cuore. La storia dei miei biancospini che ho osservato settimanalmente senza mai perderli d'occhio.



Qualcuno di voi se li ricorderà, a Natale, quando si sono vestiti di rosso, e poi più in là, quando hanno perso le foglie.
Sono rimasti rossi a lungo, con le loro numerose "ciliegie" attaccate ai rami nudi.

Ieri le ciliegie erano ancora lì, orgogliose perle rosso rubino su dita tese verso il cielo.

Mi hanno colpito: creature sopravvissute, messaggeri da una stagione all'altra, testimoni di ciò che è stato, sentinelle per ciò che deve ancora venire.
Mi chiedevo,  appena pochi giorni fa, come fosse per la pianta madre tenerli tutti ancora stretti a sé quando ho visto il vigore con cui le foglie si stavano riprendendo.

Oggi il sole mi ha chiamato con un riflesso diverso dal solito.
Lo aspettavo con trepidante attesa.
È l'inizio della "nuvola", ho pensato.
{I biancospini in fiore sono una nuvola di bianco}
Mi sono avvicinata e ho visto l'inizio della fioritura: ma le piccole drupe rosse d'improvviso non c'erano più.

Ho immaginato come dovesse essere il sentire della drupa: stare lì, attaccata, resistere al vento, all'inverno, alla caduta delle foglie, al freddo, all'arrivo della primavera con le foglie nuove.
Ho immaginato come una drupa, senza guardare date, giorni, stagioni, sappia qual'è esattamente il momento in cui lasciarsi andare.
E quando arriva il momento, lo fa.

Tutto cambia, finisce, inizia, ricomincia.
Ecco: la fioritura del biancospino si avvicina.
E lei, ora che sa, con un addio si lascia finalmente andare.
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martedì 29 marzo 2016

Innaffiare le piante riciclando i vuoti di plastica: coltivare la terra

Una tecnica davvero originale ed utile per risparmiare acqua ed irrigare le piante anche quando dovete allontanarvi per qualche giorno. Un progetto che vogliamo assolutamente realizzare nel nostro orto!
foto credits: ilbuongiorno.it


Oggi mi sono imbattuta in alcuni articoli davvero interessanti che hanno stuzzicato immediatamente il mio interesse. Quest'anno il meteo ci ha portato ad essere tremendamente in ritardo con la realizzazione dell'orto, ma dopo le piogge di prevede l'arrivo prepotente del caldo.

Come irrigare le piantine messe a dimora è sempre un nostro problema quando d'estate vogliamo allontanarci per andare qualche giorno al mare.
Ecco perché ho deciso di cominciare a raccogliere bottiglie vuote di plastica per realizzare questo piccolo impanto di emergenza.

La tecnica che sfrutta è quella dell'evaporazione dell'acqua per effetto dei raggi solari, ed è molto semplice: è sufficiente una bottiglia di plastica da due litri ed un bottiglione (4 o 5 litri) ogni 4 ortive, circa. Si taglia ognuno dei due recipienti a metà. Si interra ognuna delle due metà della bottiglia da due litri, e si riempie di acqua. Si avrà poi cura di coprire bene ognuna delle mezze bottiglie con mezzo bottiglione. Il terreno tra una pianta e l'altra dev'essere ricoperto di paglia per trattenere meglio l'umidità.

foto credits: ilbuongiorno.it

In questo modo il calore del sole farà evaporare l'acqua che condenserà sulle pareti del bottiglione e ricadrà sulla terrà irrigandola. Pare che questa piccola quantità di acqua sia sufficiente a dissetare delle piccole piante da orto, ma va bene anche per vasi e fioriere sul balcone. Non è assolutamente da provare??! Ho un unico dubbio: quello di riuscire ad avere abbastanza materiale che sia sufficiente alle dimensioni del nostro orto.

Noi cominceremo a raccogliere i vuoti, e spero di farvi vedere presto delle foto mie di questa realizzazione!


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venerdì 4 marzo 2016

Cibi che si rigenerano dagli scarti

Oggi vi mostro come si possono riprodurre facilmente delle piantine di ortaggi dai loro scarti. Non buttateli via!



Quella di non buttare via gli scarti di frutta e verdura è una vecchia moda ormai, ma è un'abitudine importante che non si fonda su dicerie.
Non solo possiamo cucinare molti scarti ottenendo gustose ricette, ma possiamo, con un po' di pazienza, ottenere nuove piantine per il nostro orto.
È un'attività divertente e quasi "magica", che piacerà a grandi e bambini! Vi va di provare?
In questo momento io e mia figlia stiamo "rigenerando scarti di cipolle, e lo zenzero è quasi pronto per il nostro primo esperimento :)

L'infografica è tratta dal sito di Jerry James Stone.
Trovate delle spiegazioni ben dettagliate in questo articolo di GrowThePlanet.


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martedì 23 febbraio 2016

Crema 100% aloe vera: vergognosamente facile

Quella che vedete in foto è una pianta di aloe vera. Oggi vi racconto come avere sempre a portata di mano un prodotto 100% naturale e dai mille usi.


Ed eccola qua! Una delle mie tanto adorate aloe. Una pianta sempreverde, Tracheobionta (Piante vascolari), erbacea, succulenta, anche arborescente, appartenente all'ordine delle Liliacee.

La pianta si presenta con fasci di foglie carnose, lanceolate, decorate da spine, in numero da 15 a 30, disposte a ciuffo come i petali di una rosa. Crescono a ciuffi intorno al tronco.

I fiori a trombetta, dal bellissimo colore giallo-arancio, si presentano in grandi grappoli variopinti che pendono da una formazione tubolare che si estende come un ramo dal centro.

I frutti sono a capsula verde, penduli. Si riproduce sia con i semi che per germogli che spuntano alla base del fusto.

Inverni rigidi, ma forse anche l'età.
Mi hanno dato un bel da fare negli ultimi 12 mesi, perché lei mie aloe arborescenti appartengono a tre esemplari piantati da mio padre più di 30 anni fa. Lo strano comportamento del clima invernale sui miei monti siciliani negli ultimi due anni ha messo a dura prova le mie aloe che fino a questo momento avevano prosperato industurbate, raggiungendo diversi metri di altezza e diversi esemplari per ogni "piede".

Il gelo ha bruciato alcuni esemplari, senza tuttavia ucciderli. Il danno più grave è stato vederli cadere al suolo, uno dopo l'altro, distruggendo l'armoniosa figura che ormai accompagnava il paesaggio antistante i gradini di casa.

Abbiamo trapiantato con successo tutti gli esemplari caduti: l'aloe è una pianta resistente e "miracolosa", non solo per i suoi effetti benefici sulla salute dell'uomo, ma anche per il suo tenace attaccamento alla vita.
Tutti i nuovi esemplari, poco prima di cadere, hanno infatti prodotto in anticipo un fitto apparato radicale che ci ha consentito di trapiantarli senza problemi, ma anche laddove abbiamo scelto di accorciarne il tronco perché troppo alto (in alcuni casi il forte vento le ha nuovamente abbattute dopo il trapianto!) non ci sono stati problemi di nuovo radicamento.

Una volta messa a dimora non ha bisogno quasi di nessuna cura, se non delle annaffiature un po' più ricorrenti per gli esemplari più giovani nel periodo più torrido, se si desidera uno sviluppo più evidente. Come succulenta, resiste perfettamente alla siccità.
NOn necessita di terreno umido o di annaffiature frequenti.
Per le gelate, al contrario, abbiamo provveduto a proteggere gli esemplari più giovani e delicati con un telo di tessuto-non-tessuto specifico per la neve. Ha funzionato.

La pianta viene coltivata con estrema facilità anche in vaso, in appartamento, e persino in ambienti come la camera da letto: è straordinariamente capace infatti di filtrare l'aria, trattentendo anidride carbonica e rilasciando ossigeno!

Potrebbe capitare che le foglie diventino marrone-rossastre: non è segno che indica la moria della pianta, ma semplicemente uno stato transitorio di adattamento soprattutto dopo il trapianto (la pianta reagisce risparmiando energia nelle parti più esterne e sacrificabili). Continuate ad osservarne la parte apicale centrale, il "cuore", e verificate che cresca in colore e volume. Se necessario irrigate leggermente.

Non elencherò tutte le proprietà dell'aloe perché è un elenco praticamente infinito. Vi indicherò semplicemente il semplicissimo modo per ottenere una crema cosmetica e curativa.

Il succo d'aloe è ingeribile, ma esistono opinioni contrastanti riguardo al suo utilizzo in "purezza": alcuni ne sconsigliano l'uso in gravidanza ed in presenza di alcune patologie, e ne indicano gli spiccati effetti lassativi.

Per contro è un ottimo depurativo, soprattutto epatico, viene utilizzato nella lotta contro il cancro (mio padre ne aveva iniziato la ricerca scientifica proprio 30 anni fa!) ma in questi casi viene utilizzato il succo non puro né concentrato.


ingredienti
  • foglie di aloe vera
  • olio di germe di grano (facoltativo)
  • olii essenziali 100% naturali (facoltativi)
preparazione

Preparate dei barattoli sterili di vetro.

Per preparare una crema di aloe 100% vi basteranno delle foglie di esemplari che hanno almeno 3 anni di età. È necessario prelevare le foglie più esterne, quelle più vicine al terreno, per lasciare che la pianta prosperi.

Le foglie vengono recise vicine al tronco.
Vengono poi pulite sotto un getto d'acqua corrente e tagliate in due con un coltello pulito e disinfettato, in senso orizzontale.

Col coltello ben affilato si preleva la polpa contenuta nelle foglie spellandole sottilmente sullo strato esterno e prelevando quanto più polpa possibile.

Questa viene posta in un frullatore. Potrete frullarla così oppure aggiungere altri ingredienti come quelli indicati:
  • un olio al germe di grano per fluidificarla leggermente
  • degli olii essenziali per profumarla un po' (il suo odore è neutro)
  • del succo di limone
  • del latte intero
  • tutto ciò che vi suggerisce la fantasia nell'ambito della cosmesi naturale.
Naturalmente più ingredienti aggiungerete, più denaturerete il succo d'aole, e la sua scadenza sarà relativa agli ingredienti da voi utilizzati (il latte ad esempio si deteriora più facilmente).

Il succo d'aloe puro si conserva per due mesi ed oltre nei barattoli precedentemente sterilizzati. Io lo utilizzo così.

E se siete davvero pigri, potete semplicemente conservare la foglia d'aloe intera, in frigorifero, con un po' di pellicola trasparente  a chiudere la parte tagliata. 
Potrete prelevare piccolissime parti a necessità, spremendo il succo direttamente dal pezzetto tagliato e aperto orizzontalmente.

In questo caso, vi do un'indicazione: il succo di un piccolissimo pezzo di aloe è davvero molto abbondante. Quando lo strofinate sulla pelle non fermatevi allo strato superficiale, perché le cellule contengono moltissimo gel che continuerà a fuoriuscire se le schiaccerete fino a toccare la superficie più dura della foglia (quella esterna)

Il gel è utilizzabile a tutte le età, anche per bambini appena nati, per i quali è anzi consigliata, date le sue straordinarie proprietà totalmente naturali.

Ha un effetto lievemente appiccicoso se utilizzato in purezza (ma del resto, sarà sopportabile visti i suoi enormi benefici, no?), che potrebbe dare un lieve soggettivo fastidio (a me non ne dà). Se lo usate come struccante, potete poi sciacquare gli occhi, sul resto della pelle consiglio invece di sopportare il fastidio per ottenere l'effetto idratante o emolliente o analgesico.

Ma vediamo a cosa serve (lista che non sarà mai esaustiva!):
  • è un potentissimo cicatrizzante (definito miracoloso) ed emostatico
  • lenisce punture di insetti, abrasioni superficiali, scottature, irritazioni cutanee, foruncolosi, malattie funginee, e tutto ciò che ha a che fare con la pelle
  • analgesico (anche su contusioni)
  • antiprurito
  • ha un potente effetto idratante, sia curativo che di bellezza
  • è un ottimo struccante naturale
  • cura fastidi del cavo orale o delle labbra, così come delle mucose genitali (incluse emorroidi)
  • energizzante e disintossicante
  • rimuove le cellule morte
  • uccide virus e batteri
Al momento mi fermo qui.
Noi non riusciamo più a farne a meno, ed è la nostra pianta magica.
Vi basti pensare che in molte antiche civiltà (era coltivata in quasi tutto il mondo) veniva considerata per le sue prorpietà una pianta sacra. E per noi lo è davvero!

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lunedì 8 febbraio 2016

La luna nuova di febbraio (#coltivareLaTerra)

La cucina e l'agricoltura sono intimamente legate. 
È impossibile per me parlare dell'una senza pensare all'altra.

immagine dal sito della NASA

È ormai da tempo che penso a questo spazio: una nuova rubrica che non preveda ricette ma che parli del mio amore per l'agricoltura. Ho iniziato e cancellato tante volte, su argomenti che mi appassionano molto ma che non sono certa possa incontrare l'interesse del "pubblico". 

Ho tanti argomenti di cui mi piacerebbe parlare, come un quaderno di appunti all'interno del mio blog, che mi permetta di accedere rapidamente ad alcune annotazioni ed informazioni.
Mi ricorda molto come ho cominciato a scrivere i miei primi articoli su questo blog: con l'intento non di comunicare al mondo qualcosa di nuovo ed innovativo, ma la mia personale, personalissima raccolta di ricette fidate.
Ho pensato che la luna nuova di Febbraio 2016, potesse essere un ottimo inizio.  
Molte cose si fanno cominciare con la luna nuova: sapete perché?

Non solo magia e superstizione

C'è un momento, ogni mese, in cui la luna è completamente nascosta agli occhi della terra. Dalla nostra prospettiva il cerchio lunare diventa invisibile ogni quattro settimane.
Questo avviene quando la terra, la luna e il sole sono perfettamente allineati, e la luna è in congiunzione col sole.

Nel corso del tempo moltissima attenzione è sempre stata destinata alla Luna: a lei sono stati attribuiti poteri magici, divinatori, e le sue fasi hanno scandito i ritmi della vita dell'uomo così come quelli del sole e dell'alternarsi delle stagioni.

La vita moderna, la vita di città, più lontana dalla percezione "fenomenologica" (=legata ai sensi) della natura, ci ha allontanato dall'importanza di alcuni avvenimenti e alcuni segnali che continuano a riprodursi sotto ai nostri occhi incosapevoli.

Ho scritto ieri sulla mia bacheca di Facebook che la luna nuova è un buon momento per dedicarsi alla semina. 
I nostri avi lo sapevano bene, e non era semplice superstizione pensare che la MadreLuna potesse influire su molti fenomeni qui sulla Terra (es. le maree) in un modo abbastanza evidente.

Quando infatti la luna è nel periodo ascendente (ovvero si eleva sull'orizzonte fino a raggiungere il suo punto massimo in circa 14 giorni) favorisce la salita della linfa verso le sommità della pianta, ecco perché si dice che questo è il periodo migliore per innestare, seminare o per il raccolto dei frutti.
Questa fase è ideale per la crescita delle parti aeree delle piante e per la germogliazione dei semi. 

Il periodo discendente, invece favorisce lo sviluppo radicale, la potatura di alberi che non devono perdere molta linfa, e si eseguono lavori di trapianti, concimazione e raccolta di tuberi e radici.

Astrologicamente parlando, la luna nuova è associata con un principio femminile (yin), momento di energia in crescita e di "intenzioni", in cui dedicarsi all'introversione che precede i nuovi progetti. Se volete progettare qualcosa, fatelo adesso. La luna è esposta al sole, e ne riceve pienamente l'energia termica e luminosa, agendo da filtro purificatore e di raffreddamento (la luna è associata con l'acqua). In molte religioni i nuovi progetti sono intenzionalmente posti all'inizio della luna nuova.

Per quanto mi riguarda, ci sono spiegazioni che si collocano a metà tra il mistero e la fiaba. Per questo non amo mettere troppe parole davanti a fenomeni osservabili e replicabili che più si avvicinano alla mia mentalità scientifica.

Ma la luna è lì, è un "essere" presente a noi e che è molto più di un semplice "oggetto di arredamento" del nostro planetario.
Esercita la sua forza gravitazionale sul Pianeta e su di noi, e nel tempo ho imparato a osservarla con occhi meno fugaci.

Dicono che la luna nuova riesca a penetrare più profondamente nella terra coi suoi raggi aprofittando della posizione più in ombra del sole. Sarà vero?

Di sicuro noi abbiamo pulito il terreno per l'orto, lasciando che gli agenti atmosferici facciano il loro lavoro per qualche settimana.
Con la luna decrescente di gennaio abbiamo potato gli albicocchi, il limone e gli oleandri.

Se avete dei semini messi da parte, e avete voglia di veder germinare le vostre piantine, questi sono i giorni migliori di febbraio per riporre le vostre speranze su nuove piantine.
A Febbraio si seminano molti degli ortaggi estivi, ma anche fiori e piante ornamentali.

Vi ho incuriosito? Lo spero :)

Fasi lunari for dummies: La luna è crescente quando ha la forma di una D.




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E' per questo che ogni tanto latitiamo...