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martedì 23 febbraio 2016

Crema 100% aloe vera: vergognosamente facile

Quella che vedete in foto è una pianta di aloe vera. Oggi vi racconto come avere sempre a portata di mano un prodotto 100% naturale e dai mille usi.


Ed eccola qua! Una delle mie tanto adorate aloe. Una pianta sempreverde, Tracheobionta (Piante vascolari), erbacea, succulenta, anche arborescente, appartenente all'ordine delle Liliacee.

La pianta si presenta con fasci di foglie carnose, lanceolate, decorate da spine, in numero da 15 a 30, disposte a ciuffo come i petali di una rosa. Crescono a ciuffi intorno al tronco.

I fiori a trombetta, dal bellissimo colore giallo-arancio, si presentano in grandi grappoli variopinti che pendono da una formazione tubolare che si estende come un ramo dal centro.

I frutti sono a capsula verde, penduli. Si riproduce sia con i semi che per germogli che spuntano alla base del fusto.

Inverni rigidi, ma forse anche l'età.
Mi hanno dato un bel da fare negli ultimi 12 mesi, perché lei mie aloe arborescenti appartengono a tre esemplari piantati da mio padre più di 30 anni fa. Lo strano comportamento del clima invernale sui miei monti siciliani negli ultimi due anni ha messo a dura prova le mie aloe che fino a questo momento avevano prosperato industurbate, raggiungendo diversi metri di altezza e diversi esemplari per ogni "piede".

Il gelo ha bruciato alcuni esemplari, senza tuttavia ucciderli. Il danno più grave è stato vederli cadere al suolo, uno dopo l'altro, distruggendo l'armoniosa figura che ormai accompagnava il paesaggio antistante i gradini di casa.

Abbiamo trapiantato con successo tutti gli esemplari caduti: l'aloe è una pianta resistente e "miracolosa", non solo per i suoi effetti benefici sulla salute dell'uomo, ma anche per il suo tenace attaccamento alla vita.
Tutti i nuovi esemplari, poco prima di cadere, hanno infatti prodotto in anticipo un fitto apparato radicale che ci ha consentito di trapiantarli senza problemi, ma anche laddove abbiamo scelto di accorciarne il tronco perché troppo alto (in alcuni casi il forte vento le ha nuovamente abbattute dopo il trapianto!) non ci sono stati problemi di nuovo radicamento.

Una volta messa a dimora non ha bisogno quasi di nessuna cura, se non delle annaffiature un po' più ricorrenti per gli esemplari più giovani nel periodo più torrido, se si desidera uno sviluppo più evidente. Come succulenta, resiste perfettamente alla siccità.
NOn necessita di terreno umido o di annaffiature frequenti.
Per le gelate, al contrario, abbiamo provveduto a proteggere gli esemplari più giovani e delicati con un telo di tessuto-non-tessuto specifico per la neve. Ha funzionato.

La pianta viene coltivata con estrema facilità anche in vaso, in appartamento, e persino in ambienti come la camera da letto: è straordinariamente capace infatti di filtrare l'aria, trattentendo anidride carbonica e rilasciando ossigeno!

Potrebbe capitare che le foglie diventino marrone-rossastre: non è segno che indica la moria della pianta, ma semplicemente uno stato transitorio di adattamento soprattutto dopo il trapianto (la pianta reagisce risparmiando energia nelle parti più esterne e sacrificabili). Continuate ad osservarne la parte apicale centrale, il "cuore", e verificate che cresca in colore e volume. Se necessario irrigate leggermente.

Non elencherò tutte le proprietà dell'aloe perché è un elenco praticamente infinito. Vi indicherò semplicemente il semplicissimo modo per ottenere una crema cosmetica e curativa.

Il succo d'aloe è ingeribile, ma esistono opinioni contrastanti riguardo al suo utilizzo in "purezza": alcuni ne sconsigliano l'uso in gravidanza ed in presenza di alcune patologie, e ne indicano gli spiccati effetti lassativi.

Per contro è un ottimo depurativo, soprattutto epatico, viene utilizzato nella lotta contro il cancro (mio padre ne aveva iniziato la ricerca scientifica proprio 30 anni fa!) ma in questi casi viene utilizzato il succo non puro né concentrato.


ingredienti
  • foglie di aloe vera
  • olio di germe di grano (facoltativo)
  • olii essenziali 100% naturali (facoltativi)
preparazione

Preparate dei barattoli sterili di vetro.

Per preparare una crema di aloe 100% vi basteranno delle foglie di esemplari che hanno almeno 3 anni di età. È necessario prelevare le foglie più esterne, quelle più vicine al terreno, per lasciare che la pianta prosperi.

Le foglie vengono recise vicine al tronco.
Vengono poi pulite sotto un getto d'acqua corrente e tagliate in due con un coltello pulito e disinfettato, in senso orizzontale.

Col coltello ben affilato si preleva la polpa contenuta nelle foglie spellandole sottilmente sullo strato esterno e prelevando quanto più polpa possibile.

Questa viene posta in un frullatore. Potrete frullarla così oppure aggiungere altri ingredienti come quelli indicati:
  • un olio al germe di grano per fluidificarla leggermente
  • degli olii essenziali per profumarla un po' (il suo odore è neutro)
  • del succo di limone
  • del latte intero
  • tutto ciò che vi suggerisce la fantasia nell'ambito della cosmesi naturale.
Naturalmente più ingredienti aggiungerete, più denaturerete il succo d'aole, e la sua scadenza sarà relativa agli ingredienti da voi utilizzati (il latte ad esempio si deteriora più facilmente).

Il succo d'aloe puro si conserva per due mesi ed oltre nei barattoli precedentemente sterilizzati. Io lo utilizzo così.

E se siete davvero pigri, potete semplicemente conservare la foglia d'aloe intera, in frigorifero, con un po' di pellicola trasparente  a chiudere la parte tagliata. 
Potrete prelevare piccolissime parti a necessità, spremendo il succo direttamente dal pezzetto tagliato e aperto orizzontalmente.

In questo caso, vi do un'indicazione: il succo di un piccolissimo pezzo di aloe è davvero molto abbondante. Quando lo strofinate sulla pelle non fermatevi allo strato superficiale, perché le cellule contengono moltissimo gel che continuerà a fuoriuscire se le schiaccerete fino a toccare la superficie più dura della foglia (quella esterna)

Il gel è utilizzabile a tutte le età, anche per bambini appena nati, per i quali è anzi consigliata, date le sue straordinarie proprietà totalmente naturali.

Ha un effetto lievemente appiccicoso se utilizzato in purezza (ma del resto, sarà sopportabile visti i suoi enormi benefici, no?), che potrebbe dare un lieve soggettivo fastidio (a me non ne dà). Se lo usate come struccante, potete poi sciacquare gli occhi, sul resto della pelle consiglio invece di sopportare il fastidio per ottenere l'effetto idratante o emolliente o analgesico.

Ma vediamo a cosa serve (lista che non sarà mai esaustiva!):
  • è un potentissimo cicatrizzante (definito miracoloso) ed emostatico
  • lenisce punture di insetti, abrasioni superficiali, scottature, irritazioni cutanee, foruncolosi, malattie funginee, e tutto ciò che ha a che fare con la pelle
  • analgesico (anche su contusioni)
  • antiprurito
  • ha un potente effetto idratante, sia curativo che di bellezza
  • è un ottimo struccante naturale
  • cura fastidi del cavo orale o delle labbra, così come delle mucose genitali (incluse emorroidi)
  • energizzante e disintossicante
  • rimuove le cellule morte
  • uccide virus e batteri
Al momento mi fermo qui.
Noi non riusciamo più a farne a meno, ed è la nostra pianta magica.
Vi basti pensare che in molte antiche civiltà (era coltivata in quasi tutto il mondo) veniva considerata per le sue prorpietà una pianta sacra. E per noi lo è davvero!

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domenica 14 febbraio 2016

San Valentino per ritardatari: 10 dolci veloci da realizzare

Buona mattina di San Valentino e ben svegliati! Non hai ancora pensato al dolce? Che tu sia un lui o una lei, in questo articolo troverai 10 ricette che puoi subito, adesso, e che saranno un dono perfetto per la persona che ami. Pronto in mezzora (poi però dovrete lavare le stoviglie!).

È stato davvero difficile selezionare solo 10 dolci rapidi per San Valentino: nel blog ci sono tantissime ricette che si preparano in velocemente e vi faranno fare bella figura.  Vi suggerisco quindi di non fermarvi a questa selezione, e di saltare di pagina in pagina usando i link presenti già in ciascuna ricetta. È impossibile non trovare quella che incontrerà il vostro gusto!

È morbida, umida, non ha bisogno di essere bagnata, e riesce SEMPRE. L'ho appena fatta e anche tagliata tiepida è una coccola per il palato. Potete sostituire la crema con "nutella" al pistacchio o semplice zucchero a velo in superficie, la torta è già buona così com'è. 
Pistacchiosa: torta al pistacchio con crema al pistacchio
Vale quanto appena detto: la torta con farina di mandorle non ha bisogno di grandi decorazioni, perché al primo morso vi avvolgerà. Solo qualche goccia di cioccolato e sarà amore!

torta morbida alle mandorle

La crema potete prepararla mentre si cuoce la torta, che è davvero rapida da relizzare. L'impasto però è perfetto per stampini monoporzione che possono essere guarniti o meno.

torta cuore al cacao con crema al pistacchio  
Io ne ho fatto una devil, ma questa base non tradisce mai. Potete farne monoporzione o una torta cuore. Sofficissima, non richiede bagna ed ha un sapore meraviglioso.

devil interno

Risultato sofficissimo per delle tortine deliziose, senza lattosio e con pochi grassi!

tortine al limone con soli albumi e senza lattosio

Quando non c'è tempo di far rassodare una crema, la glassatura può esserne valido sostituto. La torta sarà un po' più bassa, e la glassa darà cremosità e gusto.

cuore glassato, con cocco e gocce

Un pan di spagna si prepara in poco tempo, e se non avete avuto tempo di preparare altro, la crema di ricotta non richiede tempo per rassodare. È sufficiente, per la sua riuscita, che la ricotta sia asciutta e ben scolata. Gli. amaretti sbriciolati danno un tocco sofisticato e croccante

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Frolla: è sconvolgente quanto sia rapida da fare, e da cuocere. Con questa ganache farcirla è un attimo. E il cioccolato va d'accordo con l'amore!

crostata "cioccolattosa"
Non volete cuocere? Un'intera sezione dedicata ai dolci senza cottura! Ma per san Valentino vi suggerisco un dolce veloce e ricostituente: l'amore ha bisogno di energie!

Cuore di zabaione

Fanno sempre molto "effetto": tortini che preparerete in anticipo, mettere in freezer, e poi vi dedicherete a "fare altro"! Al momento di servirli riscalderete il forno e in pochi minuti... voilà!


Tortini di cioccolato dal cuore morbido



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sabato 13 febbraio 2016

Marmellata di arance amare (Siviglia)

Come preparare in casa la marmellata di arance amare con un metodo semplice e un gusto fantastico. Aramatevi di un pizzico di pazienza e di ottimi frutti non trattati!

marmellata di arance amare

Questo è il metodo che uso per fare la marmellata di arance. Ho provato sia con le arance amare che con le riberella, che sanguinella. Il sapore finale è influenzato dalla dolcezza del frutto.
Le arance amare danno un'ottima marmellata per dolci, ma noi la usiamo volentieri anche su formaggi stagionati e antipasti di verdure.

PER LE MIE RICETTE CON MARMELLATA DI ARANCE CLICCA QUI.


ingredienti

resa: due vasi da 500gr e uno piccolo 
  • 900gr di arance amare (Siviglia) già sbucciate e pulite
  • 550gr di zucchero di canna (circa il 60% sul peso delle arance)
preparazione

Lavate le arance, sbucciatele e privatele dei semi.
Tagliate le bucce a piccole strisce e mettetele a bollire in una pentola.
Giunte ad ebollizione cambiate l'acqua, per 4 volte.

filetti di arancia

Nel frattempo fate bollire le arance sbucciate e lo zucchero, per circa un'ora e mezza.
Dopo la quarta ebollizione potete unire anche le bucce sbollentate.
Raggiunta la giusta densità (fate la prova "velo" su un piattino) invasate in barattoli appena sterilizzati.

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giovedì 11 febbraio 2016

Cacao: quando è il corpo che te lo chiede

Donne e cioccolato: binomio arcinoto, soprattutto in alcuni giorni del mese. Sapete perché?

immagine: food.detik.com tramite google immagini

In questi giorni ho l'umore in fase decisamente calante. Non è un problema per me, in questa fase della vita in cui ho imparato ad apprezzare ogni momento come necessario al naturale ritmo delle cose. Non ho particolari motivi da addurre, se non i miei ormoni e le giornate un po' grigie.
Entrambi i fattori (tenendo in considerazione la luce solare) sono infatti determinanti sul tono dell'umore.

Di questo mi va di chiacchierare:
     di serotonina, triptofano e cacao.

Molto, in verità, è racchiuso in questa immagine:


Ciascuno di noi ha degli ormoni direttamente connessi all’esperienza di piacere. Le endorfine sono naturali soppressori del dolore nel cervello, insieme a serotonina, ossitocina e dopamina.
Queste molecole specializzate traducono pensieri ed emozioni in forma chimica, permettendogli di comunicare - attraverso una complessa rete di interazioni- al resto del corpo.

Se siamo abitualmente sintonizzati con i bisogni reali e concreti del nostro corpo, sentire all'improvviso il bisogno di mangiare noci e cacao (non ho detto cioccolato, ho detto cacao!) non è sicuramente un pensiero da mettere a tacere dietro un muro di rimproveri e sensi di colpa.
Ci hanno insegnato a pensare al cibo in termini cognitivi, invece che esperienziali, e così diventa più difficile seguire un reale bisogno dettato dalla consapevolezza corporea.


Nell'arco del mese il livello di serotonina in una donna può variare notevolmente.

Il nostro corpo produce serotonina a partire dal triptofano, una sostanza contenuta in molti degli alimenti della figura sopra.
Quando andiamo in deficit rispetto ad alcuni nutrienti, il nostro corpo reclama. Quello che purtroppo succede è che la nostra mente, educata principalmente ad un regime punitivo conta-calorie, non ci porta in modo naturale verso gli alimenti riconosciuti "buoni" in questi giorni.
Ovviamente tutto questo discorso per dirvi che esistono quantità e tipologie di cibo che non solo non intaccano la linea (anche se la vostra amica continuerà a urlarvi "sei pazza??!) ma vi aiuteranno persino a sentirvi meglio.

Cacao: ne esitono moltissimi in commercio definiti "magri" (per definizione è magro un cacao in polvere che contiene meno del 20% di burro di cacao). Io ne ho trovato uno che mi soddisfa tantissimo, e che è a meno dell'1% di grassi. Non è vero che non ha sapore (ma non continene zuccheri) ed è una preziosa aggiunta a molti piatti, tanto che ormai lo uso persino nelle comuni preparazioni di famiglia. Il suo sapore è più intenso del cacao commerciale. Il suo potere nutritivo (ma non ingrassante!) è elevatissimo: magnesio, calcio, ferro, polifenoli.
Sceglietene uno magro, e concedetevelo senza sensi di colpa.

"In quei giorni", mangiate in modo regolare, prediligendo il pesce e i cibi ricchi di Omega3, preventivi per i dolori addominali.

So che è dura, ma cercate di camminare molto: il movimento stimola il buon umore, e l'esposizione alla luce migliora il lievello ormonale.

Usate cereali integrali e zuccheri non raffinati: non è solo una moda quella di credere che influiscono beneficamente sulla nostra salute, soprattutto in casi come quelli di cui abbiamo parlato oggi.


   Il mio rimedio lampo quando mi sento giù:

Io aggiungo un paio di cucchiaini di cacao amaro allo yogurt che preferisco, unendo poi due o tre noci spezzettate (o mandorle), e questo già basta. Se necessario, ripeto la dose nel pomeriggio.

Vi lascio però un dolce suggerimento -light- adatto alla questione.

PER ALTRE RICETTE AL CACAO CLICCA QUI.

torta cacao e nocciole

ingredienti

Per la tortina (diametro 20 stampo alto)
  • farina integrale bio, gr 218
  • cacao amaro di primissima qualità, 98gr
  • zucchero semolato integrale, 262 gr
  • olio di semi, 45 gr
  • latte di soia alla vaniglia, 262gr
  • un pizzico di cannella in polvere
  • lievito per dolci vanigliato, 1 busta 
  • la scorza di una piccola arancia non trattata
preparazione

In una ciotola setacciare la farina ed il lievito.
Unire lo zucchero, il cacao, la cannella.
Mescolare a parte il latte di soia e l'olio.
Versate a filo sulle polveri e mescolate piano stando attenti a non formare grumi.
Versare nello stampo imburrato e infornare a 160°-170° per 30-35 minuti (vale la prova stecchino).
Lasciar raffreddare nello stampo per 10 minuti poi sfornare su una gratella e lasciar raffreddare completamente.
Cospargete con crema spalmabile e granella, oppure mangiatela così. Ottima anche in stampini monoporzione.


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mercoledì 10 febbraio 2016

Broccoli in tegame alla siciliana (vrocculi arriminàti cà muddica atturràta)

I vrocculi arriminàti prendono il nome dalla tecnica di cottura, che prevede che si mescolino continuamente fino a renderli spezzettati e morbidi. Vengono cosparsi di muddica atturràta, ovvero abbrustolita, che completa il piatto con gusto e croccantezza.

pasta chi vrocculi arriminati

A Palermo il broccolo è il nome del cavolfiore. È di stagione proprio adesso, e se ne vedono in giro di bellissimi. Il broccolo arriminato è solitamente il condimento per la pasta chi vroccula, ma in casa nostra si mangia anche così.

Ogni provincia ha le sue varianti, e questa, abbastanza semplice, è la nostra. Dai fornelli al blog, in diretta dalla nostra tavola. Talvolta aggiungiamo dadini di caciocavallo stagionato o una spolverata dello stesso formaggio, sopra.

Uva passa (passulìna) e pinoli (pinòla) creano quel contrasto di gusto e consistenza che gli arabi ci hanno insegnato.

Le dosi sono orientative e si basano sul gusto personale. Si termina il piatto con del pangrattato tostato fino a doratura, che anticamente sostituiva il formaggio in molti piatti della cucina siciliana, e veniva spolverato sulla pasta soprattutto tra le famiglie meno abbienti che il formaggio non potevano permetterselo.


ingredienti

  • un piccolo broccolo (io ho usato quello bianco)
  • due cucchiai di olio d'oliva
  • 3 acciughe sottolio
  • una manciata di uvetta e pinoli
  • zafferano
  • pangrattato
  • sale e pepe
preparazione

Pulite il broccolo, dividetelo in cimette e cuocetelo a vapore o lesso.

Mettete a bagno passolina (uvetta) e pinoli in acqua calda.

Scaldate i due cucchiai d'olio in un tegame e scioglietevi le acciughe.

Versate le cime del broccolo già cotte nel tegame, unite uvetta e pinoli scolati, zafferano, sale e pepe.

Mescolate frequentemente (da qui il nome "arriminati") fino a che il broccolo non  quasi disfatto (a me non piace che sia ridotto in crema).

Prendete una padella antiaderente e fate tostare del pangrattato (muddica atturrata). Usatelo per cospargere il broccolo prima di servire.

Con il broccolo arriminato si usa condire la pasta (bucatini o margherite), che viene cotta nella stessa acqua in cui si è lessato il broccolo, ma è ottimo anche come piatto unico.

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lunedì 8 febbraio 2016

La luna nuova di febbraio (#coltivareLaTerra)

La cucina e l'agricoltura sono intimamente legate. 
È impossibile per me parlare dell'una senza pensare all'altra.

immagine dal sito della NASA

È ormai da tempo che penso a questo spazio: una nuova rubrica che non preveda ricette ma che parli del mio amore per l'agricoltura. Ho iniziato e cancellato tante volte, su argomenti che mi appassionano molto ma che non sono certa possa incontrare l'interesse del "pubblico". 

Ho tanti argomenti di cui mi piacerebbe parlare, come un quaderno di appunti all'interno del mio blog, che mi permetta di accedere rapidamente ad alcune annotazioni ed informazioni.
Mi ricorda molto come ho cominciato a scrivere i miei primi articoli su questo blog: con l'intento non di comunicare al mondo qualcosa di nuovo ed innovativo, ma la mia personale, personalissima raccolta di ricette fidate.
Ho pensato che la luna nuova di Febbraio 2016, potesse essere un ottimo inizio.  
Molte cose si fanno cominciare con la luna nuova: sapete perché?

Non solo magia e superstizione

C'è un momento, ogni mese, in cui la luna è completamente nascosta agli occhi della terra. Dalla nostra prospettiva il cerchio lunare diventa invisibile ogni quattro settimane.
Questo avviene quando la terra, la luna e il sole sono perfettamente allineati, e la luna è in congiunzione col sole.

Nel corso del tempo moltissima attenzione è sempre stata destinata alla Luna: a lei sono stati attribuiti poteri magici, divinatori, e le sue fasi hanno scandito i ritmi della vita dell'uomo così come quelli del sole e dell'alternarsi delle stagioni.

La vita moderna, la vita di città, più lontana dalla percezione "fenomenologica" (=legata ai sensi) della natura, ci ha allontanato dall'importanza di alcuni avvenimenti e alcuni segnali che continuano a riprodursi sotto ai nostri occhi incosapevoli.

Ho scritto ieri sulla mia bacheca di Facebook che la luna nuova è un buon momento per dedicarsi alla semina. 
I nostri avi lo sapevano bene, e non era semplice superstizione pensare che la MadreLuna potesse influire su molti fenomeni qui sulla Terra (es. le maree) in un modo abbastanza evidente.

Quando infatti la luna è nel periodo ascendente (ovvero si eleva sull'orizzonte fino a raggiungere il suo punto massimo in circa 14 giorni) favorisce la salita della linfa verso le sommità della pianta, ecco perché si dice che questo è il periodo migliore per innestare, seminare o per il raccolto dei frutti.
Questa fase è ideale per la crescita delle parti aeree delle piante e per la germogliazione dei semi. 

Il periodo discendente, invece favorisce lo sviluppo radicale, la potatura di alberi che non devono perdere molta linfa, e si eseguono lavori di trapianti, concimazione e raccolta di tuberi e radici.

Astrologicamente parlando, la luna nuova è associata con un principio femminile (yin), momento di energia in crescita e di "intenzioni", in cui dedicarsi all'introversione che precede i nuovi progetti. Se volete progettare qualcosa, fatelo adesso. La luna è esposta al sole, e ne riceve pienamente l'energia termica e luminosa, agendo da filtro purificatore e di raffreddamento (la luna è associata con l'acqua). In molte religioni i nuovi progetti sono intenzionalmente posti all'inizio della luna nuova.

Per quanto mi riguarda, ci sono spiegazioni che si collocano a metà tra il mistero e la fiaba. Per questo non amo mettere troppe parole davanti a fenomeni osservabili e replicabili che più si avvicinano alla mia mentalità scientifica.

Ma la luna è lì, è un "essere" presente a noi e che è molto più di un semplice "oggetto di arredamento" del nostro planetario.
Esercita la sua forza gravitazionale sul Pianeta e su di noi, e nel tempo ho imparato a osservarla con occhi meno fugaci.

Dicono che la luna nuova riesca a penetrare più profondamente nella terra coi suoi raggi aprofittando della posizione più in ombra del sole. Sarà vero?

Di sicuro noi abbiamo pulito il terreno per l'orto, lasciando che gli agenti atmosferici facciano il loro lavoro per qualche settimana.
Con la luna decrescente di gennaio abbiamo potato gli albicocchi, il limone e gli oleandri.

Se avete dei semini messi da parte, e avete voglia di veder germinare le vostre piantine, questi sono i giorni migliori di febbraio per riporre le vostre speranze su nuove piantine.
A Febbraio si seminano molti degli ortaggi estivi, ma anche fiori e piante ornamentali.

Vi ho incuriosito? Lo spero :)

Fasi lunari for dummies: La luna è crescente quando ha la forma di una D.




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lunedì 1 febbraio 2016

Palline fritte dolci allo yogurt: come fare frittelle asciutte in 5 minuti

Piccole palline dolci di pasta fritta che si preparano in 5 minuti di orologio. Sono facili, buone, con lo yogurt nell'impasto. E sono così asciutte che faticherete a cospagerle di zucchero!

palline fritte dolci allo yogurt

Le frittelle piacciono a tutti, si sa... Ma spesso non si ha voglia di mettersi a impastare e aspettare la lievitazione.

Queste però sono davvero veloci da preparare, e non richiedono lunghe attese. In 5 minuti sono pronte per la frittura!
Perché il vostro fritto sia perfetto non dimenticate le regole d'oro, che trovate in questo post ;)

In più, vi garantisco che per realizzare queste palline non sporcherete assolutamente il vostro piano cottura. E alla fine avrete da lavare solo la ciotola, due cucchiaini, una frusta e il tegame dove avete fritto. Mica male, no?

palline fritte dolci allo yogurt
ingredienti

Per una quarantina di palline, circa:
  • 200gr di farina 00 integrale bio
  • 50gr di amido di grano
  • 150gr di yogurt compatto greco
  • 100gr di zucchero di canna
  • 8gr di lievito per dolci
  • 2 uova piccole oppure 1 grande
  • liquore a scelta (io limoncello)
  • un pizzico di sale
  • scorza di mezzo limone piccolo, finemente grattugiata
  • olio di semi di girasole per friggere (circa mezzo litro)
  • zucchero semolato per decorare (se volete anche di canna)
preparazione

In un contenitore a bordi alti setacciate le farine e versate al centro le uova leggermente sbattute.

Unite lo yogurt, mescolate, leggermente, unite quindi lo zucchero, il liquore, la scorzetta di limone (senza la parte bianca)  e per ultimo il lievito.

Mescolate per un minuto con le fruste elettriche, fino ad ottenere una pastella soda che potrete maneggiare tra due cucchiaini.

Intanto portate a temperatura l'olio in un tegame a bordi alti.
Sarà pronto quando raggiungerà la temperatura di 180° (se non avete il termometro usate uno sbuffo di farina, che dovrà sfrigolare quando la versate sull'olio.

Prendete una piccola quantità di impasto con un cucchiaino (quando sarà nell'olio gonfierà parecchio, quindi non abbondate) e lisciatelo passandolo tra un cucchiaino e un altro. Versatelo quindi nell'olio: vedrete che le palline si girano praticamente da sole! Non mettete troppe palline per volta per non abbassare la temperatura dell'olio.

Assicuratevi che abbiano un colore uniforme su tutti i lati quindi sollevatele con una schiumarola. Passatele su un piatto coperto con un tovagliolo, anche se praticamente ne uscirà ASCIUTTO!

Ci tengo a sottolinearvi che se procederete correttamente QUESTE FRITTELLE NON SCHIZZANO, e la vostra cucina rimarrà intatta come appena pulita. Vi do la mia parola.

Terminata la frittura, cospargete con zucchero semolato e servite.

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E' per questo che ogni tanto latitiamo...