La versione con lievito di birra dei miei ormai famosi salatini, dedicata a chi non ha tempo di curare il lievito madre ma ha voglia di preparare qualcosa da sgranocchiare per l'aperitivo.
Ricordate i miei salatini preparati con gli scarti del lievito madre? Beh, li faccio una o due volte a settimana, e vanno a ruba. Ormai li preparo in infinite versioni. Ma molti di voi continuvano a chiedermi come fare a prepararli senza partire dagli scarti della pasta madre. E allora mi son data da fare (son sacrifici, eh!) e ho fatto qualche tentativo.
Questa è una ricettina abbastanza sfiziosa che ho provato sia con la farina di mandorle che senza. Anche qui le varianti possono essere tante, a seconda degli aromi che scegliete e delle forme che gli date. Un'unica controindicazione: non smetterete finché non vedrete il fondo!
E non è tutto. E' con un certo orgoglio che dichiaro pubblicamente la paternità di questa seconda foto: il personale punto di vista di Bry, la nostra piccola quattrenne, che si è impossessata di reflex e cavalletto realizzando tanti bellissimi scatti, tra cui quello che anche voi potete ammirare.
Più brava di me, se non in tecnica quantomeno in carattere e personalità.
Enjoy,
Mela.
Ricordate i miei salatini preparati con gli scarti del lievito madre? Beh, li faccio una o due volte a settimana, e vanno a ruba. Ormai li preparo in infinite versioni. Ma molti di voi continuvano a chiedermi come fare a prepararli senza partire dagli scarti della pasta madre. E allora mi son data da fare (son sacrifici, eh!) e ho fatto qualche tentativo.
Questa è una ricettina abbastanza sfiziosa che ho provato sia con la farina di mandorle che senza. Anche qui le varianti possono essere tante, a seconda degli aromi che scegliete e delle forme che gli date. Un'unica controindicazione: non smetterete finché non vedrete il fondo!
E non è tutto. E' con un certo orgoglio che dichiaro pubblicamente la paternità di questa seconda foto: il personale punto di vista di Bry, la nostra piccola quattrenne, che si è impossessata di reflex e cavalletto realizzando tanti bellissimi scatti, tra cui quello che anche voi potete ammirare.
Più brava di me, se non in tecnica quantomeno in carattere e personalità.
Enjoy,
Mela.
- 250gr di farina di semola o integrale
- 100gr di mandorle con la pellicina tritate in farina
- 100/125gr di acqua
- 8gr di lievito di birra fresco oppure 16 gr di lievito madre secco
- 50gr di strutto
- 1 cucchiaino di aroma a piacere (pepe, origano, semi di finocchio, cipolla disidratata, peperoncino...)
- 1 cucchiaino raso di sale
- 1 cucchiaino raso di malto d'orzo (facoltativo)
- 1 cucchiaino di germe di grano (facoltativo)
Disponete la farina a fontana.
Versatevi dentro le mandorle ridotte in farina, l'aroma che avete scelto (io solitamente origano e semi di finocchio), il malto e il germe di grano.
Versate l'acqua, poco alla volta, e cominciate a sciogliervi il lievito sbriciolato.
Ora dovete impastare: prima che l'impasto si compatti del tutto unite il sale.
Dovrete ottenere una palla soda e compatta, facilmente malleabile e non appiccicosa (regolate la quantità di acqua in base all'assorbimento della farina).
Lasciate riposare circa un'ora in luogo tiepido, in un contenitore ermetico o sigillato co npellicola da cucina, quindi cominciate a suddividere l'impasto in tanti cordoncini.
Da questi ricaverete la forma dei taralli, attorcigliandoli intorno alle vostre dita.
Disponete ben distanziati in teglia, quindi infornate a 200° per 10-20 minuti, la doratura vi indicherà che sono pronti. Appena sfornati sono un po' morbidi ma diventano più croccanti man mano che si raffreddano.
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