Storia di un pan di spagna con una crema all'arancia ed un girotondo di biscottini intorno.
Succede certe volte, nella vita come in cucina, che qualcosa a cui eri abituato improvvisamente non ti va più: non riesci più a vederla, a starci quotidianamente, e le ragioni possono essere le più svariate.
Succede, nella vita come in cucina, che all'improvviso qualcosa accada: una crema impazzisca, un arrosto si bruci, o persino che quella ricetta su cui non avresti scommesso nulla riesce alla perfezione.
Poi succede anche che le cose riuscite bene e quelle riuscite male capitano contemporaneamente.
A noi è successo così.
Sono successe delle cose, alcune belle, altre sconvolgenti, altre brutte: certo è che da Natale in poi la nostra vita si è stravolta completamente. E allora entrare qui ha rappresentato per me qualcosa di fastidioso, con una sensazione "fisica" molto intensa, che non riuscivo ad allontanare, per motivi che né io né Zenzero siamo forse ancora pronti a spiegare.
Durante i lunghi e freddi giorni di Gennaio qualcosa si andava evolvendo, ed il desiderio di tornare qui, di cambiare questo posto voltando pagina e rendendolo in qualche modo di nuovo gradevole per me, si faceva strada ma non trovava forma.
Poi, questa mattina, è accaduto qualcosa.
Come quando un bocciolo si affaccia su uno stelo (e scusate se con tutto questo freddo e questa pioggia il paragone è un pò azzardato) ma non è ancora sbocciato (e non è certo che sbocci), dentro di me si è fatta avanti la voglia di cambiare quell'odiata pagina dell'ultima ricetta messa nell'ultimo post, appena un mese fa, che associo a qualcosa di estremamente sgradevole ed insopportabile per me.
"Dolce Far Niente": lo intitolerei così il dolce di oggi (che non è bello, non è eccessivamente coreografico, è preparato con le cose che ho racimolato in casa, dal momento che non posso permettermi di uscire), dedicandolo a Zenzero con tutto l'amore e con i pochi movimenti fisici che posso.
Sì, perché sono tornata a "creare" qualcosa, pur nella mia coatta e necessaria (quantomai improvvisa) immobilià fisica.
Ebbene sì, senza che nessuno lo potesse immaginare, improvisamente, proprio a me che tanto amavo stare in cucina, questo luogo è diventato off-limits.
Non durerà per sempre, serve solo un pò di pazienza e qualche giorno di "riposo e cure" per ripristinare la mia efficienza fisica, ma nel frattempo tutto quello che girava intorno al mio mondo culinario è stato risucchiato come da un vortice.
Ce la farò, sappiatelo, mi rimetterò in piedi, e tornerò non solo a cucinare, ma a farlo con gusto.
Nel frattempo, al ritmo di un bradipo-cuoco, ho impegato tutta una mattina, fino ad ora, per preparare questo dolce: ché ad ogni passo necessario a prepararlo dovevo alternare un periodo di riposo sul divano.
"Dolce Far Niente" è il mio modo di ironizzare su un fare niente a cui sono costretta, ma che non mi toglie l'amore dalle vene, e la voglia di festeggiare quello che provo quando sto con Zenzero. Come ieri sera. Come quando mi ricordo di quanto lo amo.
Tesoro, le cose più difficili sono anche quelle fatte con più amore, e questo dolce è per ieri sera, è per te.
Succede certe volte, nella vita come in cucina, che qualcosa a cui eri abituato improvvisamente non ti va più: non riesci più a vederla, a starci quotidianamente, e le ragioni possono essere le più svariate.
Succede, nella vita come in cucina, che all'improvviso qualcosa accada: una crema impazzisca, un arrosto si bruci, o persino che quella ricetta su cui non avresti scommesso nulla riesce alla perfezione.
Poi succede anche che le cose riuscite bene e quelle riuscite male capitano contemporaneamente.
A noi è successo così.
Sono successe delle cose, alcune belle, altre sconvolgenti, altre brutte: certo è che da Natale in poi la nostra vita si è stravolta completamente. E allora entrare qui ha rappresentato per me qualcosa di fastidioso, con una sensazione "fisica" molto intensa, che non riuscivo ad allontanare, per motivi che né io né Zenzero siamo forse ancora pronti a spiegare.
Durante i lunghi e freddi giorni di Gennaio qualcosa si andava evolvendo, ed il desiderio di tornare qui, di cambiare questo posto voltando pagina e rendendolo in qualche modo di nuovo gradevole per me, si faceva strada ma non trovava forma.
Poi, questa mattina, è accaduto qualcosa.
Come quando un bocciolo si affaccia su uno stelo (e scusate se con tutto questo freddo e questa pioggia il paragone è un pò azzardato) ma non è ancora sbocciato (e non è certo che sbocci), dentro di me si è fatta avanti la voglia di cambiare quell'odiata pagina dell'ultima ricetta messa nell'ultimo post, appena un mese fa, che associo a qualcosa di estremamente sgradevole ed insopportabile per me.
"Dolce Far Niente": lo intitolerei così il dolce di oggi (che non è bello, non è eccessivamente coreografico, è preparato con le cose che ho racimolato in casa, dal momento che non posso permettermi di uscire), dedicandolo a Zenzero con tutto l'amore e con i pochi movimenti fisici che posso.
Sì, perché sono tornata a "creare" qualcosa, pur nella mia coatta e necessaria (quantomai improvvisa) immobilià fisica.
Ebbene sì, senza che nessuno lo potesse immaginare, improvisamente, proprio a me che tanto amavo stare in cucina, questo luogo è diventato off-limits.
Non durerà per sempre, serve solo un pò di pazienza e qualche giorno di "riposo e cure" per ripristinare la mia efficienza fisica, ma nel frattempo tutto quello che girava intorno al mio mondo culinario è stato risucchiato come da un vortice.
Ce la farò, sappiatelo, mi rimetterò in piedi, e tornerò non solo a cucinare, ma a farlo con gusto.
Nel frattempo, al ritmo di un bradipo-cuoco, ho impegato tutta una mattina, fino ad ora, per preparare questo dolce: ché ad ogni passo necessario a prepararlo dovevo alternare un periodo di riposo sul divano.
"Dolce Far Niente" è il mio modo di ironizzare su un fare niente a cui sono costretta, ma che non mi toglie l'amore dalle vene, e la voglia di festeggiare quello che provo quando sto con Zenzero. Come ieri sera. Come quando mi ricordo di quanto lo amo.
Tesoro, le cose più difficili sono anche quelle fatte con più amore, e questo dolce è per ieri sera, è per te.
- 6 uova
- 250g zucchero semolato (quello bianco)
- 250g farina 00
Separare i tuorli dagli albumi, e montare i primi con lo zucchero finché non sono bianchi e spumosi, ed i secondi a neve fermissima con un pizzico di sale.incorporare i tuorli alla farina, e per ultimi gli albumi delicatamente senza smontarli.Infornare a 180° per 30 minuti.
Per la crema all'arancia:
Per la crema all'arancia:
- 500ml di latte
- 2 uova
- 4 cucchiai di zucchero
- 2 cucchiai di farina o fecola
- scorzetta d'arancia grattugiata
Mescolare nel mixer a freddo tutti gli ingredienti.riporli in un pentolino e mescolare continuamente per evitare grumi, usando una frusta, finché non si addensa la crema.
Per decorare:
Per decorare:
- nutella, o crema al cioccolato
- biscottini fariciti di crema alla nocciola, come nella foto
- liquore all' amaretto+acqua (proporzioni variabili secondo il vostro gusto)
Tagliare il pan di spagna in tre dischi uguali.
Bagnare ciascuno con liquore ed acqua, abbondantemente, e cospargerli di crema pasticciera, sovrapponendo dal basso verso l'alto (ovviamente!)
Spalmare con una spatolina la crema al cioccolato - o nutella - su tutto il bordo della torta (riscaldate la nutella per qualche secondo al microonde perché è troppo densa e non si spalma bene) e "appiccicate" i biscottini tutto intorno.
4 commenti:
Che meraviglia questa torta!!!Buona domenica :*
ok per il pan di spagna
ok per la crema
ma poi come vado avanti? taglio il pandispagna a metà e farcisco dentro e fuori? e la bagna non c'è? o lo metto solo sopra?
è bellissimo il significato di questo dolce
sono certa che se lo faccio anche io potrebbe portarmi qualcosa di buono (oltre ai miliardi di kcalorie :D )
Chiedo scusa, sarò più precisa, aggiungo subito nella ricetta le informazioni che mi chiedi.
quanto vorrei abbracciarti...
che meraviglioso post, un ode all'amore, e alla vita!
sei grandiosa! e questo dolce è... dolcissimo.... :)
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