Carissimi Gianni e famiglia,
da quando ho ricevuto la proposta di partecipare al vostro bellissimo contest non sono riuscita a fermarmi un attimo sulla ricetta giusta. Io e la mia piccola abbiamo fatto diversi esperimenti, ma non siamo riuscite a fare le foto... ed io ci tenevo che in qualche modo ci fosse anche traccia della sua manina.
Ora siamo in vacanza, su una splendida isoletta che appartiene alle nostre radici (sicuramente alle mie, e un domani, forse, anche a quelle di mia figlia) e a cui tanto dobbiamo anche dal punto di vista culinario. Ed in vacanza ci si dedica a cose un pò speciali, a qualche coccola dolce, a qualche piatto che sa di festa.
La mia ricetta di oggi, ad esempio, piaceva tanto alla mia nonnina. E come darle torto.
Motivo in più per sceglierla per questo contest, dato che io da bambina cucinavo con lei.
Le genovesi con crema (non so perché le chiamiamo così, ma dovrò fare una ricerca!) sono un dolce siciliano che prende nomi diversi a seconda della provincia: panzerotti, minne di vergine, etc.
Quelle di oggi mi fanno pensare ad una conchiglia, per la loro forma... forse perché sono così vicina al mare?
Ho scritto pochi giorni fa una ricetta, quella delle cassatelle al forno con crema di ricotta, che riprende i temi di cui sopra.
A Palermo le usano per la prima colazione, e si farciscono con crema pasticciera, o di latte, o di ricotta. A Favignana, invece le fanno anche con la crema al cioccolato.
L'impasto è una pastafrolla che ognuno può preparare a modo suo. Io ho usato la ricetta presa da un libro che mi ha subito innamorato, Mandorle Amare: una storia siciliana tra ricordi e ricette (pag 87 e 88). Anche la ricetta della crema e presa da lì.
L'obiettivo, ovviamente, non è partecipare con una ricetta d'effetto, ma d'affetto (è questa la prova più importante con un bambino, no?!) : avrei potuto scegliere per partecipare tante ricette già pubblicate, e forse più belle, dato che abitualmente io e la mia Bry stiamo spesso in cucina insieme, ma ci tenevo tanto che fosse qualcosa scritta per voi.
Spero solo che abbiate la possibilità di provare la ricetta, sicilianissima come me, e farmi sapere che ne pensate!
Ho tentanto di coniugare anche il "fatto per loro" e il "fatto con loro" : il tema che avete scelto mi prende particolarmente, dal momento che in cucina, oltre alla trasmissione dei saperi (per la quale la mia bimba è ancora troppo piccola), attraverso lo stare insieme passano anche gesti, affetti e relazioni. Insomma, a scuola di cucina, a scuola di vita.
Mi scuso per non avere le foto della preparazione di questa ricetta, ma da sola, ad impastare e fotografare insieme alla mia bimba (che, vi ricordo, ha meno di due anni!), sono riuscita a fare (bene) solo queste.
Grazie per la vostra amicizia, per il vostro invito, e al piccolo Christian tanti auguri per il prossimo compleanno!
da quando ho ricevuto la proposta di partecipare al vostro bellissimo contest non sono riuscita a fermarmi un attimo sulla ricetta giusta. Io e la mia piccola abbiamo fatto diversi esperimenti, ma non siamo riuscite a fare le foto... ed io ci tenevo che in qualche modo ci fosse anche traccia della sua manina.
Ora siamo in vacanza, su una splendida isoletta che appartiene alle nostre radici (sicuramente alle mie, e un domani, forse, anche a quelle di mia figlia) e a cui tanto dobbiamo anche dal punto di vista culinario. Ed in vacanza ci si dedica a cose un pò speciali, a qualche coccola dolce, a qualche piatto che sa di festa.
La mia ricetta di oggi, ad esempio, piaceva tanto alla mia nonnina. E come darle torto.
Motivo in più per sceglierla per questo contest, dato che io da bambina cucinavo con lei.
Le genovesi con crema (non so perché le chiamiamo così, ma dovrò fare una ricerca!) sono un dolce siciliano che prende nomi diversi a seconda della provincia: panzerotti, minne di vergine, etc.
Quelle di oggi mi fanno pensare ad una conchiglia, per la loro forma... forse perché sono così vicina al mare?
Ho scritto pochi giorni fa una ricetta, quella delle cassatelle al forno con crema di ricotta, che riprende i temi di cui sopra.
A Palermo le usano per la prima colazione, e si farciscono con crema pasticciera, o di latte, o di ricotta. A Favignana, invece le fanno anche con la crema al cioccolato.
L'impasto è una pastafrolla che ognuno può preparare a modo suo. Io ho usato la ricetta presa da un libro che mi ha subito innamorato, Mandorle Amare: una storia siciliana tra ricordi e ricette (pag 87 e 88). Anche la ricetta della crema e presa da lì.
L'obiettivo, ovviamente, non è partecipare con una ricetta d'effetto, ma d'affetto (è questa la prova più importante con un bambino, no?!) : avrei potuto scegliere per partecipare tante ricette già pubblicate, e forse più belle, dato che abitualmente io e la mia Bry stiamo spesso in cucina insieme, ma ci tenevo tanto che fosse qualcosa scritta per voi.
Spero solo che abbiate la possibilità di provare la ricetta, sicilianissima come me, e farmi sapere che ne pensate!
Ho tentanto di coniugare anche il "fatto per loro" e il "fatto con loro" : il tema che avete scelto mi prende particolarmente, dal momento che in cucina, oltre alla trasmissione dei saperi (per la quale la mia bimba è ancora troppo piccola), attraverso lo stare insieme passano anche gesti, affetti e relazioni. Insomma, a scuola di cucina, a scuola di vita.
Mi scuso per non avere le foto della preparazione di questa ricetta, ma da sola, ad impastare e fotografare insieme alla mia bimba (che, vi ricordo, ha meno di due anni!), sono riuscita a fare (bene) solo queste.
Grazie per la vostra amicizia, per il vostro invito, e al piccolo Christian tanti auguri per il prossimo compleanno!
Per la pastafrolla:
- farina di grano duro, 250 g
- farina 00, 250g
- zucchero semolato, 200g
- strutto o burro o margarina, 200g
- 4 tuorli d’uovo
- qualche cucchiaio di acqua fredda
- zucchero a velo per decorare
- 2 tuorli d’uova
- zucchero semolato, 150g
- amido di grano o di mais, 40g
- latte p.s., 500 ml
- buccia di mezzo limone grattugiata (io uno grande)
Preparare la crema pasticciera.
La crema l'ha preparata la mamma, perché Bry è ancora piccolina per stare ai fuochi. I bimbi più grandi però potrebbero anche cimentarsi, sotto la guida di un adulto.
Sbattete i tuorli e lo zucchero con una frusta elettrica finché non sono bianchi.
Sciogliete in mezzo bicchiere di latte preso dal totale l'amido, quindi unitelo al latte restante.
Lentamente, unite l'amido ai tuorli, dopo averli messi in una pentola con doppio fondo.
Io aggiungerei anche una bacca di vaniglia aperta.
Continuando a girare con una frusta, continuamente, tenete su fuoco molto dolce, finché non si addensa.
Unite quindi la buccia grattuggiata del limone e continuate a girare, finché non diventa di consistenza cremosa ma spessa.
Versate in un contenitore freddo e coprite con una pellicola a contatto con la superficie.
Lasciate raffreddare completamente.
Preparare la pastafrolla.
Con un gioco "a chi sporca di più", mamma e Brioscina hanno buttato le due farine in una bacinella molto grande (così le braccina ci si infilano meglio!)
Abbiamo aggiunto lo strutto a pezzetti, e poi ci siamo divertite a strofinare tra le mani finché lo strutto "non si vedeva più".
Poi abbiamo rotto le uova, mamma ha separato i tuorli dagli albumi, e abbiamo aggiunto i tuorli uno alla volta. Questa è una parte che ci fa sporcare tanto le manine!
Abbiamo pasticciato per benino, e aggiunto qualche cucchiaio di acqua fredda di frigo per dare alla pasta la giuta consistenza.
La pasta si dovrebbe maneggiare il meno possibile, ma qui non ci si teneva a fare il dolce perfetto, quanto a giocare e divertirsi!
Sul piano infarinato, mamma ha dato un'impastata finale, e abbiamo tenuto in frigo per un'ora.
Abbiamo poi ripreso l'impasto, e lo abbiamo steso (con due mattarelli, uno grande per mamma, uno piccolino per Bry) dello spessore di mezzo centimetro.
Abbiamo fatto dei tondi con una ciotola e su mezza parte abbiamo versato un cucchiaio abbondante di crema.
Abbiamo chiuso a mezzaluna, e con le ditina di Bry abbiamo sigillato i bordi (per la verità bucandone anche qualcuno!).
Le due punte sono poi state ripiegate su se stesse, come si vede dalla forma in foto.
Abbiamo infornato a 220° per una decina di minuti (fino a doratura).
Vanno servite con abbondante zucchero a velo, ma se fate come noi, che abbiamo avuto premura di metterlo sulle genovesi ancora calde, lo zucchero si assorbirà col calore.
Fate quindi raffreddare completamente, e mangiatele fredde, a temperatura ambiente.
2 commenti:
Grazie mille per la ricetta...e molto di quello che vorrei dire non lo posso dire per ragioni abbastanza chiare! Un baciobacycoc
da oggi ci sono pure io, e ti dirò di più mia nonna che è nata e cresciuta ad Erice e suo fratello vicesindaco me l'aveva più volte chiesto di prepargliele ed io non l'ho fatto mai..solo per vilitudine.....ed ora un po' di malinconia ce l'ho... :-( ma dopo averti conosciuta, le farò...anche perchè la ricetta mi mancava..ora scuse non ne ho più...
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