Era piena estate sull'isoletta quando la mia nonnina, insieme alle parenti più strette, dedicava intere giornate alle tagliatelle e alla pasta fatta in casa. In quelle giornate epiche si cominciava a cucinare al mattino presto e si finiva dopo la merenda, che in realtà era senza interruzioni col pranzo.
Era faticoso, ma bellissimo: tante donne, di tante generazioni diverse, tutte in cucina. Sembrava di fare un tuffo nel passato, o per meglio dire sembrava che il tempo si dilatasse creando una nuova dimensione che le racchiudeva tutte.
Come un tempo, le tagliatelle preparate per un esercito di persone si mettevano a stendere sulle spalliere dei grandi e antichi letti: nessun altro posto della casa avrebbe permesso di stenderne tanta quantità.
Le pentole di sugo per condirle, semplice e genuino, avevano dimensioni incredibili.
Da dieci anni non ricordavo tutto questo (è il periodo dei "dieci anni fa"). Quando mi sono sposata ho comprato un'attrezzatura notevole per preparare la pasta in casa, e per molto tempo ho riprodotto settimanalmente diversi formati di pasta, dedicandomi con passione e dedizione anche al confezionamento di moltissimi ravioli ripieni di ogni ben di dio.
Poi... ho smesso. E' cambiata la vita, la casa, le abitudini.
Finché la scorsa settimana non mi è tornata mente questa fetta di passato. Finché non ho incontrato sugli scaffali del supermercato una marca di farina di ceci che proponeva questa ricetta (le dosi non le ho segnate perché non l'ho comprata, l'avevo già in casa). Finché non ho incontrato online la mia carissima amica Flavia con la quale ho condiviso il progetto. E lei mi ha invitato a partecipare all'MTC di gennaio.
Ora, diciamolo: sto partecipando solo per estrema fiducia nei suoi confronti, per affetto e gratitudine per la compagnia ed il sostegno che mi fornisce non solo in questa ricetta ma in molte molte altre. Non nutro nessuna speranza di essere nemmeno vagamente all'altezza delle partecipanti, non per falsa modestia, ma per sincera ammirazione per molte delle blogger protagoniste (alcune delle quali conosco personalmente, e proprio per questo stimo ancora di più, dopo aver anche assaggiato le loro ricette!).
Come ho detto a Flavia, una cosa è cucinare, un'altra è essere brave in cucina. Io cucino. Con passione, dedizione, impegno, ma senza competenza. Mi piace molto farlo, mi piace migliorarmi, e quindi continuerò a farlo, a confrontarmi, a cercare di condividere gli argomenti di questa appassionante materia.
Con questo spirito, partecipo.
Ma non potevo non dedicare all'amicizia questa mia ricetta: perché la cucina unisce emozioni, affetti, storie, persone, tradizioni. Appiana le differenze, esaltandone il lato migliore. Avvicina le cose in comune, arricchendole.
Insomma, questo piatto è dedicato a Flavia e alla sua tagliatelle-story. Perché, senza volerlo, senza rifletterci, si intreccia alla mia storia e ai ricordi della mia nonnina come le parole del nostro pomeriggio passato insieme a condividere tristezze, gioie e dolori ... e tagliatelle.
Era faticoso, ma bellissimo: tante donne, di tante generazioni diverse, tutte in cucina. Sembrava di fare un tuffo nel passato, o per meglio dire sembrava che il tempo si dilatasse creando una nuova dimensione che le racchiudeva tutte.
Come un tempo, le tagliatelle preparate per un esercito di persone si mettevano a stendere sulle spalliere dei grandi e antichi letti: nessun altro posto della casa avrebbe permesso di stenderne tanta quantità.
Le pentole di sugo per condirle, semplice e genuino, avevano dimensioni incredibili.
Da dieci anni non ricordavo tutto questo (è il periodo dei "dieci anni fa"). Quando mi sono sposata ho comprato un'attrezzatura notevole per preparare la pasta in casa, e per molto tempo ho riprodotto settimanalmente diversi formati di pasta, dedicandomi con passione e dedizione anche al confezionamento di moltissimi ravioli ripieni di ogni ben di dio.
Poi... ho smesso. E' cambiata la vita, la casa, le abitudini.
Finché la scorsa settimana non mi è tornata mente questa fetta di passato. Finché non ho incontrato sugli scaffali del supermercato una marca di farina di ceci che proponeva questa ricetta (le dosi non le ho segnate perché non l'ho comprata, l'avevo già in casa). Finché non ho incontrato online la mia carissima amica Flavia con la quale ho condiviso il progetto. E lei mi ha invitato a partecipare all'MTC di gennaio.
Ora, diciamolo: sto partecipando solo per estrema fiducia nei suoi confronti, per affetto e gratitudine per la compagnia ed il sostegno che mi fornisce non solo in questa ricetta ma in molte molte altre. Non nutro nessuna speranza di essere nemmeno vagamente all'altezza delle partecipanti, non per falsa modestia, ma per sincera ammirazione per molte delle blogger protagoniste (alcune delle quali conosco personalmente, e proprio per questo stimo ancora di più, dopo aver anche assaggiato le loro ricette!).
Come ho detto a Flavia, una cosa è cucinare, un'altra è essere brave in cucina. Io cucino. Con passione, dedizione, impegno, ma senza competenza. Mi piace molto farlo, mi piace migliorarmi, e quindi continuerò a farlo, a confrontarmi, a cercare di condividere gli argomenti di questa appassionante materia.
Con questo spirito, partecipo.
Ma non potevo non dedicare all'amicizia questa mia ricetta: perché la cucina unisce emozioni, affetti, storie, persone, tradizioni. Appiana le differenze, esaltandone il lato migliore. Avvicina le cose in comune, arricchendole.
Insomma, questo piatto è dedicato a Flavia e alla sua tagliatelle-story. Perché, senza volerlo, senza rifletterci, si intreccia alla mia storia e ai ricordi della mia nonnina come le parole del nostro pomeriggio passato insieme a condividere tristezze, gioie e dolori ... e tagliatelle.
Qualche nota tecnica:
1) ho utilizzato un solo uovo pensando che la farina di ceci tende ad addensare parecchio, ed ho per questo utilizzato una parte di acqua (tanta quanta è necessaria a dare la giusta consistenza all'impasto) al posto del secondo uovo (la dose delle tagliatelle classiche prevede un uovo ogni 100g di farina).
2) Il sapore della farina di ceci è molto caratteristico, così come il suo odore. Queste dosi non mi dispiacciono, ma la prossima volta proverei senz'altro a "tagliare" la farina diversamente: 50 g di farina di ceci e 150g di farina 00. Credo che si ottenga così un sapore meno rustico e più equilibrato.
3) Per condire questo piatto ho usato burro e salvia per apprezzarne meglio il sapore, dal momento che era la prima volta che mangiavo delle tagliatelle fatte con la farina di ceci. Direi che rendono benissimo (forse anche meglio) con un sugo di pomodoro o con una vellutata di verdure.
In questa ricetta, per 2-3 persone, ho usato:
- farina 00, 100g
- farina di ceci, 100g
- uovo medio, 1
- acqua q.b.
Setacciate le due farine e formate la fontana sul piano di lavoro o dentro una ciotola capiente.
Sbattete leggermente l'uovo, versatelo al centro della fontana.
Impastate fino a formare una palla, e lasciate riposare sul tavolo, coperta con una ciotola, per circa 30 minuti.
Riprendete l'impasto e tirate la sfoglia.
Le istruzioni migliori, minuziose, dettagliate (e che io avrò letto mille-e-cento volte) le trovate qui.
Io ho scelto di dare alla palla una forma rettangolare perché dal rettangolo finale mi viene meglio ricavare le tagliatelle.
Tirate la sfoglia allo spessore che si avvicina al vostro gusto, e infarinatene la superficie.
Ripiegate la sfoglia su se stessa, più volte, e tagliate con l'apposito attrezzo (la coltella) o, se come me non ne siete provvisti, usate un coltello.
Allargate le tagliatelle srotolandole, formate i nidi o lasciatele ad asciugare su un mattarello o un bastone appoggiato tra due sedie (io le ho "stese", come faceva la nonna, per circa 90 minuti).
Cuocete pochi minuti e servite al dente, con condimento preferito.
14 commenti:
Chiariamo...io sono commossa!!!! Ma non dire più che tu cucini, punto!!!
Tu cucini bene, con amore e passione e questi sono gli ingredienti principali, fondamentali per essere bravissimi come sei tu!!!
Veniamo alle note dolenti...... primo anche questo mese non vinco MTC, secondo Stefania Cardamomo...mi spara appena sa che partecipi con questa meraviglia ....... e quando saprà che ti ho convinta io ahahhahahaha
Un bacione e riprendi in mano farina uova e mattarello più spesso....sono un momento di relax ..anche per la schiena... :D
Flavia
ma che dici melina mia io ti ammiro e bravissima hai fatto un bellissimo post
Se fai un salto su Menuturistico, ho appena pubblicato una sonora schifezza, per partecipare ad un contest indetto da due amiche. Ero partita con tutte le migliori intenzioni di questo mondo, è andato tutto storto.
Le tue tagliatelle sono meravigliose. Sia in sè, sia per la storia che hanno dietro. Forse non avranno l'allure di certi piatti da chef, forse non avranno provato l'ebbrezza delle sperimentazioni più azzardate, ma hanno il profumo della storia, dei ricordi e della nostalgia.
E' vero che alla nostra sfida partecipano food bloggers bravissime: ma è altrettanto vero che non sempre sono i piatti più spettacolari ad aggiudicarsi la vittoria. Perchè noi non guardiamo solo alla tecnica, ma a tutto l'insieme che una ricetta rappresenta, comprese le emozioni che essa suscita in noi.
mi sono commossa, a leggere il tuo post, in primis per l'immenso affetto che provo verso quella perla rara che è Flavia. Sapere che sei sua amica getta un ponte, fra noi, di quelli destinati ad essere attraversati, al più presto, per riconoscerci ed abbracciarci. E poi per la scelta di aver condiviso con noi, oltre a tecniche e dosi, una parte così intima e personale del tuo passato. Io non so se tu avrai voglia di partecipare alle sfide successive- ma a me dispiacerebbe moltissimo, perdere una concorrente così.
Grazie ancora
ale
Mi commuovete :_)
Sono splendide, con un taglio perfetto che a me non viene mai. E visto che sono invasa letteralmente dalla farina di ceci (sia mai qualche carestia!!!) prendo il suggerimento :) Brava brava brava, buona serata
Lo sai, con la farina di ceci non l'ho mai provata.... devono essere speciali, anche perchè rievocano ricordi meravigliosi... a volte mi rituffo anch'io in atmosfere lontane e mi sembra di vivere un sogno riprovando certe emozioni che solo certi periodi sanno darti... la famiglia, anche nel mio caso è sempre al centro... la nonna, l'amore, la casa... che nostalgia!!
Franci
Le tue tagliatelle sono talmente buone che ne assaggerei un piatto subito subito ^__^!
Cioè, ma Flavia proprio non vuole vincere... e soprattutto non vuole far vincere me! Invita nuove concorrenti...
E ora dopo le tue tagliatelle PERFETTE, e la meravigliosa storia che ci sta dietro, visto che CUCINI (dici), ti aspetto per la zuppa gluten free... fra l'altro ormai ha pure una grnade esperienza dal vivo di senza glutine!... solo così potrò perdonarti... ma Flavia, no, mai! :D
bellissime, da mozzar il fiato le foto....e poi tutte insieme vi riunite e mi fate un bel corso che ne ho tanto bisogno
Cara Mela, queste tagliatelle sono una meraviglia!!! Poi hai fatto delle foto meravigliose, davvero. Continua così perchè sei una grande! Un bacione;) Alessia
Siete tutte davvero troppo buone, grazie!
Io penso che cucinare sia amore, passione e anche tecnica, ma se mancano i primi due ingredienti, il terzo è sterile....
La tua ricetta, le tue foto e il tuo post scaldano il cuore... grazie! E grazie a Flavia per averla convinta ;-)
ma sei bravissima altrochè!!!
le foto sono meravigliose, la preparazione originale e sono certa che saranno anche buonissime!
p.s.
se vuoi c'è un premio per te nel mio blog!
Stefania
La distinzione tra chi è bravo in cucina e chi cucina soltanto per me è un sofismo: queste tagliatelle sono perfette e tanto mi basta! :-9
Benvenuta all'MTC!!!!
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